Il film si apre nel presente dove lo stesso regista si improvvisa ricercatore della memoria storica del luogo nel quale è ambientata la vicenda (narrativamente inventata ma ispirata ad una storia vera, come spiega la didascalia), il paese piemontese di Vische (TO), e ci introduce nel passato. Ambientato tra il 1919 e l'inizio del 1922 un racconto che parte dagli echi politici subito successivi alla fine del primo conflitto mondiale, l'avanzata del nascente Partito Fascista in scontro con il Partito Socialista che, in seguito ai moti di sciopero nelle grandi città come Torino, cercava l'approvazione del popolo, soprattutto contadino, contando in campagna nelle spartizioni di alcuni terreni. Come in molti altri film (tipo NOVECENTO di Bernardo Bertolucci) i fatti sono narrati seguendo le vicende di due famiglie, i Gillone e gli Acotto. Qua abbiamo un amore alla Romeo e Giulietta e qualche interessante descrizione del mondo contadino (ma c'è anche qualche flash sulla situazione operaia della vicina Torino) del tempo, curiosità comprese (i filò su masche e altri misteri che si raccontavano attorno al fuoco). Di più è meglio non spoilerare per non rovinarne la visione. Ispirato al testo di memorie storiche "La Tenuta Savoia dei Marchesi Birago agli Agricoltori Vischesi", del 1921, e interpretato da attori non professionisti. Notevole qualche effetto visivo temporale di perifrasi (tipo il cambiamento di stagione in pochi secondi sulla stessa inquadratura).
Per vedere l'intervista televisiva dove il regista Roberto Gillone parla del film cliccate qui:
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Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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