VIOLETTA RESTI, già vincitore del premio come miglior mediometraggio thriller al Nitiin International Film Festival in Malesia, è l'adattamento diretto da Riccardo Di Gerlando del romanzo "La bambina delle violette", che lo stesso regista ha scritto assieme a Roberto Ricci, l'ormai celebre Parrucchiere del Brivido. Intanto partiamo dall'opera letteraria di Ricci per meglio analizzare l'originalità (e allo stesso tempo classicismo) di testo e film. Solitamente autore (Roberto Ricci) che cita il cinema di Dario Argento nei suoi romanzi qua è più in "territorio Pupi Avati" (anche se nel mediometraggio una bella citazione omaggio da TENEBRE di Dario Argento è Di Gerlando a regalarcela), mentre nel romanzo (ma solo lì) si omaggiavano pure Lucio Fulci e Mario Bava nel nome del protagonista (Lucio Bava nel romanzo, Mario Drool nel film). In questo bel adattamento cinematografico il buon Avati è splendidamente suggerito nelle musiche, nelle ambientazioni (un suggestivo entroterra ligure mai così inquietante) e in numerosi rimandi e colpi di scena (audio visivi compresi) soprattutto a LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO (che è meglio neanche menzionare per non rovinare il gusto della sorpresa a chi non l'avesse ancora visto). Comunque nella numerosa e terrificante (ma descritta in maniera poetica) presenza di pupi (Avati?), bambolotti, marionette, etc... troviamo decenni di cinema del terrore italiano. Troppi per un mediometraggio? Ma avercene! Un film che vale quanto il romanzo. Ed entrambi valgono molto. Cinema letterario prezioso!
Articolo scritto da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta