"Negli anni Settanta, in Italia, c'era una situazione politica molto delicata: quando dei magistrati particolarmente pignoli volevano indagare su affari poco leciti, sospetti, venivano immediatamente trasferiti e spediti a lavorare in qualche paesino della Sardegna o del Sud; venivano, insomma, letteralmente sepolti vivi. Quindi ho scritto La corta notte delle bambole di vetro cercando di riproporre una sorta di parabola politica. Ciò è esplicativo in un dialogo del film in cui si afferma che il potere ha bisogno del sangue dei giovani per alimentarsi, cosa che succede tuttora. I giovani di cui parlo sono quelli che oggi sono spediti a morire in guerra, che subiscono tristi condizioni lavorative... questo succede perché il potere, per accrescere la propria forza, deve succhiare il sangue e le energie dei più giovani." (Aldo Lado)
Con queste più che mai attuali parole ricordiamo un indimenticabile esponente del cinema italiano che ci ha lasciato, spegnendosi in silenzio dopo una lunga malattia. Aldo Lado ha saputo coniugare, forse come nessun altro Autore, tematiche da cinema impegnato con quelle più spettacolari e d'evasione. Film quali La corta notte delle bambole di vetro, Chi l'ha vista morire? e L'ultimo treno della notte stanno lì a ricordarci l'alto profilo artistico e intellettuale di questo grande regista che avrebbe meritato, sicuramente, una maggiore considerazione critica. Al loro fianco, opere quali La cugina o La disubbidienza testimoniano con quale gusto, quanta raffinatezza, rara grazia Lado potesse avvicinarsi a generi più popolari e spensierati senza tuttavia privarci di ingredienti malinconici, poetici, esistenziali, messi in scena con uno stile cinematografico unico, tipico, proprio dei migliori artisti.
Aldo Lado in una intervista del 2019, realizzata per il canale YouTube "Horror Italia 24"
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta