"Negli anni Settanta, in Italia, c'era una situazione politica molto delicata: quando dei magistrati particolarmente pignoli volevano indagare su affari poco leciti, sospetti, venivano immediatamente trasferiti e spediti a lavorare in qualche paesino della Sardegna o del Sud; venivano, insomma, letteralmente sepolti vivi. Quindi ho scritto La corta notte delle bambole di vetro cercando di riproporre una sorta di parabola politica. Ciò è esplicativo in un dialogo del film in cui si afferma che il potere ha bisogno del sangue dei giovani per alimentarsi, cosa che succede tuttora. I giovani di cui parlo sono quelli che oggi sono spediti a morire in guerra, che subiscono tristi condizioni lavorative... questo succede perché il potere, per accrescere la propria forza, deve succhiare il sangue e le energie dei più giovani." (Aldo Lado)
Con queste più che mai attuali parole ricordiamo un indimenticabile esponente del cinema italiano che ci ha lasciato, spegnendosi in silenzio dopo una lunga malattia. Aldo Lado ha saputo coniugare, forse come nessun altro Autore, tematiche da cinema impegnato con quelle più spettacolari e d'evasione. Film quali La corta notte delle bambole di vetro, Chi l'ha vista morire? e L'ultimo treno della notte stanno lì a ricordarci l'alto profilo artistico e intellettuale di questo grande regista che avrebbe meritato, sicuramente, una maggiore considerazione critica. Al loro fianco, opere quali La cugina o La disubbidienza testimoniano con quale gusto, quanta raffinatezza, rara grazia Lado potesse avvicinarsi a generi più popolari e spensierati senza tuttavia privarci di ingredienti malinconici, poetici, esistenziali, messi in scena con uno stile cinematografico unico, tipico, proprio dei migliori artisti.

La corta notte delle bambole di vetro (1972): locandina
Aldo Lado in una intervista del 2019, realizzata per il canale YouTube "Horror Italia 24"
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Doveroso ricordare Aldo Lado, che purtroppo era per i più già sprofondato nell'oblio. Personalmente ho avuto la fortuna di vedere i 3 films che elenchi, dei quali preferisco il primo (consigliatissimo tra l'altro). Il titolo alternativo era Malastrana (quartiere praghese) e mi piace ricordare l'idea geniale del soggetto pressoché completamente incentrato nel flash back che ripercorre la mente di Sorel mentre giace immobile in stato comatoso dopo l'incidente ed in attesa di subire l'autopsia. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa Tarantino di questo capolavoro del B movie italiano.......
Molto probabilmente, La corta notte delle bambole di vetro è destinato - ma in parte lo è già da tempo - ad essere il film più emblematico di Lado.
Sicuramente, almeno anche per me, questo raggelante horror politico resta il suo capolavoro.
Nell'illuminante "Aldo Lado & Ernesto Gastaldi. Due cineasti, due interviste" di Jan Svabenicky, si rivelano alcune chicche come quella che il primo film di Dario Argento era stato scritto da Lado ma il padre produttore Salvatore acquistò lo script e il silenzio del vero autore. Gastaldi, invece, fu il vero soggettista e sceneggiatore dell'incredibile "La corte notte...".
Libro molto interessante, in catalogo Edizioni Il Foglio, peraltro uno dei pochi - se non l'unico - riservato a due importanti figure del cinema popolare anni Settanta/Ottanta. Del contributo di Lado dato al primo film di Argento, Pulici ne aveva trattato su Nocturno Cinema (mi pare fosse il Dossier dedicato a Dario). Grazie per esserti soffermato su questo post, aggiungendo due curiosità molto intriganti.
Ciao
Pensa che io ho avuto la fortuna di intervistarlo proprio per questo sito, in occasione dell'uscita del suo ultimo film. Un incontro che porto nel cuore.
Ti credo. Non capita spesso di poter incontrare persone così speciali.
Ciao
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