“Siamo arrivati troppo tardi”, disse Emilo Segré. Quella minchietta di Hitler s’è sparato in testa, Berlino e Dresda sono rase al suolo. Poi, per inerzia fatale lungo il falsopiano della Storia, ecco 334 B-29 in volo su Tokyo (100.000 persone vaporizzate in tempeste di fuoco) versus 6 chilogrammi e rotti di plutonio-239 ad arrostire i mostri di Gila (Heloderma suspectum) del New Mexico. Gotta light? L’aggeggio, l’arnese, l’affare: esplode. La Sacra Trinità di protone, neutrone ed elettrone al meglio delle loro capacità. Il Grande Scoppio arriva al punto di osservazione, posto a 30 chilometri dall’epicentro della deflagrazione, Ground Zero, sull'alta torre di estrazione che non scava petrolio ("There Will Be Blood"), ma Squarcia la Realtà, circa 1 minuto dopo il Grande Lampo. La notte si trasforma in giorno e l’Essere Umano è diventato Morte, Distruttore di Mondi, mentre già risuona nell’aria la pendereckiana trenodia - il canto/lamento funebre - per le vittime che verranno. Un anno e mezzo prima, Jean Tatlock, impegnata nel “togliere il fardello di un'anima paralizzata da un mondo in lotta”, dirà - "come" Ettore Majorana (e/o Paul Ehrenfest), presago teorico-quantistico di quel che verrà - addio al futuro: “Sono disgustata da tutto…”. Lo spazio-tempo collassa: la Storia non è finita, ma precipita costantemente con un abbrivio e un’inerzia fatali. La reazione a catena si rivela essere psicologica, politica, sociale: incontrollabile, non come quelle atomiche a fissione (uranio, plutonio) e termonucleari a fissione-fusione (idrogeno), sino a che il Poseidon (Status-6) equipaggiato con una sporca bomba gamma (cobalto-60) non si mette a scodinzolare impaziente come una remora attaccata al fianco del Belgorod, al placido culmine di uno dei CrossRoads (le Isole Vergini - i nomi che diedero loro gli Arawak e i Kalinago con loro si sono estinti - del buen retiro non sono le Aorokin Majel di Bikini) della Storia. Ma intanto, nel frattempo di un orizzonte degli eventi ideale, sotto agli alami pioppi, Tyke, che da adulta si chiamerà Toni, sta gattonando. E qualcuno intona, in quel medesimo continuum spazio-temporale, o in un altro quando-e-dove, sovrapponendosi al flusso delle vite che scorrono: “...some sunny day!”
Biblio-filmografia minima (dalle radici alla fioritura, passando per il nocciolo).
- “Menschen des 20. Jahrhunderts”, August Sander, 1925-xxxx
- “Let Us Now Praise Famous Men: Three Tenant Families”, James Agee & Walker Evans, 1941
- “Die AtomBombe und die Zukunft des Menschen”, Karl Jaspers, 1957
- “Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb”, Stanley Kubrick, Terry Southern & Peter George, 1964
- “SlaughterHouse-Five, or: the Children's Crusade”, Kurt Vonnegut, 1969
- “Here”, Richard McGuire, (1989) 2014: qui, qui, qui, qui e qui.
- “American Prometheus”, Kai Bird & Martin J. Sherwin, 2005 (Garzanti, 2023)
- “Manhattan”, Sam Shaw, 2014-'15
- “Twin Peaks 3: the Return”, David Lynch & Mark Frost, 2017
- “the Bastard Brigade - the True Story of the Renegade Scientists and Spies Who Sabotaged the Nazi Atomic Bomb”, Sam Kean, 2019 (Adelphi, 2022)
- “the Oppenheimer Alternative”, Robert J. Sawyer, 2020 (Mondadori, 2022)
- “the Passenger” e “Stella Maris”, Cormac McCarthy, 2022 (Einaudi, 2023)
- “Manhattan Project”, Stefano Massini, 2023, Einaudi
- “Oppenheimer”, Christopher Nolan, 2023
- “Quando il Futuro sarà Storia - Otto Lezioni dopo Hiroshima (1947-1954)”, J. Robert Oppenheimer (UTET, 2023)
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Per altre prospettive che precedono, conducono e seguono Alamogordo aggiungerei anche:
Bomba atomica - Roberto Mercadini - Rizzoli 2020
Diario di Hiroshima e Nagasaki
Gunther Anders - 2014 - Edizioni Ghibli
Mattatoio n. 5 - Kurt Vonnegut - Feltrinelli 2014
La pioggia nera (Ibuse Masuji
- Marsilio 2020) da cui:
Pioggia nera (Imamura Shoei - 1989)
La mia vuol(eva) essere una bibliografia minima: lo preciso sempre e questa volta m'è sfuggito (ho provveduto a modificare), ma il lapsus è ben servito a rimpolparla!
Dall'entry-level di Mercadini alle alte vette morali di Anders passando per l'indescrivibile-descritto PdV dall'epicentro di Ibuse & Imamura, il mio cuoricino è con la Crociata dei Bambini di Kurt: Puu-tii-uiit! > Bum!
A parte Resnais/Duras e la Rapsodia in Agosto di Kurosawa-san, aggiungerei anche the Atomic Café (J.Loader, K. e P. Rafferty, 1982), When the Wind Blows (Jimmy T. Murakami, 1985 - con musiche di Bowie & Waters) e Missile (Frederick Wiseman, 1988)...
Più "the Final Cut" (1983) dello stesso Roger Waters (e Pink Floyd).
E con un pensiero al "Neighbours" (1952) di Norman McLaren...
No! No! No!
O forse: boh.
https://en.wikipedia.org/wiki/Here_(2024_film)
Aggiunto anche il (quasi) fresco fresco: https://www.einaudi.it/catalogo-libri/poesia-e-teatro/teatro/manhattan-project-stefano-massini-9788806260170/
Negli ultimi mesi, a Ed Teller
succedeva sempre più spesso:
perdeva il controllo
le vene sul collo gliele potevi contare
l'uranio-235 che era in lui
si scindeva esplodendo
e le radiazioni erano fuori scala
per cui il mastino
era diventato una delle 18 variabili di Vannevar Bush
denominata
RAPTUS IMPROVVISO DEL PROFESSOR TELLER.
Quel giorno ad esempio
si spalancò la porta
e paonazzo in viso con un pacco di quotidiani sotto il braccio
entrò Ed Teller.
Haltn deyn mastif aoyf a shtrikl:
tieni il mastino al guinzaglio.
Ognuno ha dentro un mastino
questo Ed Teller lo sapeva
un mastino che vorrebbe azzannare
ma non può perché è al guinzaglio
haltn deyn mastif aoyf a shtrikl
e lui si dimena
e lui scalpita
e lui ringhia
finché
qualche volta
ed è un attimo
il mastino si rende conto che, toh...
"non ho più il guinzaglio"
e allora...
«Razza di imbecilli, adesso mi fate parlare!
Li avete visti i giornali?
Io non ho vinto nessun porco Premio Nobel
io d'accordo che non sono Fermi o Einstein
ma sono uno con gli occhi aperti
e, miseria, guardo i giornali:
mentre voi buttate il tempo sulle lavagne
là fuori non c'è più un attimo da aspettare.
I giapponesi ci hanno massacrati ancora
a Bataan hanno fatto 80 000 prigionieri,
80 000, dico
li hanno fatti marciare, per miglia
con una ciotola di riso "marciare!"
chi si fermava lo ammazzavano sul posto
colpo alla tempia, una pallottola sola
"non vuoi marciare?"
bum, pallottola
bum, pallottola
bum, pallottola
a sera avevano tappezzato la strada di cadaveri.
Allora chiedo al Club dei Fisici Geniali:
la facciamo questa porca bomba, domattina?
No, adesso lasciatemi parlare!...
Oppenheimer, stammi a sentire
hanno chiesto a te di scegliere come e cosa fare:
io non ho vinto nessun porco Premio Nobel
io non sono Fermi, non sono Einstein
ma ti dico, Oppenheimer
che se io e te prendiamo una sfera - cava -
avvolta tutta di deuterio e trizio
poi all'interno collochiamo la reazione nucleare
ti garantisco, Oppenheimer
che deuterio e trizio la moltiplicano per mille
è il meccanismo con cui bruciano le stelle
e buttare nel fuoco una tanica di cherosene, buuum!
come saltato garantito, Oppenheimer
distruzione totale! Buuum!
Hanno chiesto a te di scegliere come e cosa fare:
se mi rispondi, mi fai un piacere».
Oppenheimer lo fissa.
Sente di avere la bocca senza più saliva
la sua mano destra trema vistosamente
è come uno Zeppelin con tre quintali di zavorre
e starebbe lí lí per sfasciarsi come l'Hindenburg
se non fosse che Leó Szilárd
per una volta affronta lui, il mastino:
«Qui non si tratta, Teller,
di fabbricare una cosa che faccia il buuum
ma di calcolare tempi, modi, effetti del buuum.
Noi ci occupiamo di fisica, non di artiglieria
e la ricerca non è una zavorra.
Tu vuoi un buuum?
Tutti volete il buuum?
Il Presidente, lo Stato maggiore
tutti volete il buuum?
Il buuum è semplicissimo
ma dopo il buuum c'è il post-buuum
io, da ragazzino, diedi uno schiaffo in faccia a mio padre
ho 40 anni e ancora sono lí
a fare i conti con quello schiaffo
ho la mano ancora aperta, sulla sua faccia
lo schiaffo è durato una frazione d'un istante
le sue conseguenze non sono finite mai.
Hai preso in considerazione, Teller, per esempio
che una bomba - come dici tu-
simile alla combustione stellare
finirebbe per incendiare l'atmosfera
e noi bruceremmo con chi vogliamo bruciare?»
Il mastino sbuffa:
«E allora avanti, Szilárd
se la mia non vi piace, la vostra bomba cos'è?
No, lasciami parlare...
La grande bomba di Oppenheimer, com'è fatta? Dov'è?
Io non vedo bombe, vedo solo lavagne e fiumi di gesso
ma il gesso non esplode, non è uranio!
La verità
è che una bomba la vuoi solo se vedi a cosa servirà
se - come me - conti i minuti che mancano a lanciarla
perché è giusto, perché è necessario
perché io quel buuum lo voglio
lo vorrei perfino se si incendiasse l'atmosfera
e bruciassi io con chi mette sui treni quelli come me.
A Budapest non c'è più nulla, mi hanno preso tutto.
Tu la vedi, Budapest?
Berlino, Vienna, Parigi, Varsavia, le vedi?
Ci riesci, a vederle, Oppenheimer?
No, tu non riesci a vedere niente
tu non vuoi vedere
tu vedi solo le tue formule di gesso
sei l'essere umano più a sangue freddo che io conosca
non ti arrabbi, non ti indigni, cosa vedi, tu?
Perché io invece vedo tutto
e quindi vedo la bomba».
Brano tratto dal V capitolo (Hindenburg) della parte quarta (Libro dei Sacerdoti) di "Manhattan Project" di Stefano Massini (Einaudi, 2023).
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