Se c’è una cosa che mi ha insegnato l’aver visto tanti film horror è che le vacanze, le gite in famiglia, le scampagnate, non vanno mai (dico mai) prese alla leggera.
Lo so che il periodo delle ferie dovrebbe essere quello più spensierato, il momento di relax dopo un anno di stress, ma chi ha visto almeno una decina di film horror degni di questo nome sa che è proprio il viaggio per le vacanze l’incipit di quasi tutte le storie di paura, a partire da “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper, per arrivare a “Midsommar-Il villaggio dei dannati”-2019 di Ari Aster.
Ecco perciò una serie di consigli per tornare a casa sani e salvi, senza dover incappare in Leatherface.
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Se si sceglie di partire per il mare.
Se si sceglie di partire per una località marina, accertarsi prima di tutto che non ci siano squali nei dintorni.
“Lo squalo”- 1975 di Steven Spielberg ha segnato sicuramente le mie vacanze dell’infanzia, preferendo molto spesso la piscina, piuttosto che affrontare le incognite delle onde. La paura di avvistare la pinna dello squalo (lo ammetto) mi ha fatto fare bagni molto brevi quando ero piccola.
Non andare mai a fare gite in immersione affidandosi a compagnie improvvisate, ed accertarsi che il proprio nome sia nella lista dei partecipanti, tanto per non fare la fine dei protagonisti di “Open water” -2003 di Chris Kentis.
Se invece si ha la fortuna di poter utilizzare i conforts di uno yacht privato, assicurarsi di avere la scaletta per risalire a bordo dopo essersi tuffati per un bagno in mare aperto (vedi “Alla deriva”-2006 di Hans Horn).
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se si sceglie una vacanza immersi nella natura.
Se si parte verso località poco turistiche, in cui il contatto con la natura è più diretto, accertarsi degli animali che vivono nella zona scelta per campeggiare, e mostrarsi sicuramente accorti e rispettosi verso di loro, non facendo scelte azzardate, magari solo per mostrarsi esperto davanti agli occhi della fidanzata o fidanzato. Portare tutta l’attrezzatura necessaria per le medicazioni, per poter chiedere soccorso, per poter sopravvivere in caso di smarrimento o maltempo improvviso. E’ ancora davanti ai miei occhi la fine del protagonista maschile di “Backcountry”- 2014 di Adam MacDonald, che per non portare una cartina geografica e un cellulare si è trovato alle prese con un orso.
Ma se la natura e gli animali che vivono nel loro habitat naturale non hanno niente di horrorifico, a meno che non ci si approcci in maniera scorretta e irrispettosa, non è così per gli uomini che paiono mostrare il peggio di sé proprio quando si trovano a contatto con i loro simili.
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se si sceglie di partire con gli amici.
In questo caso l’elenco dei film in questione che ci insegnano cosa fare e non fare è lunghissimo. Ovviamente il mio film-guida in assoluto è e rimarrà sempre “Non aprite quella porta”-1974 di Tobe Hooper. Mai (dico MAI) sottovalutare gli abitanti dei posti in cui ci si può accidentalmente fermare con la macchina. La gente dei paesini sperduti ha spesso delle regole interne (vedi il cannibalismo della famiglia Sawyer ad esempio) per le quali sono disposti anche ad uccidere. Per questo motivo non bisogna mai entrare nelle case, nei negozi, all’interno di proprietà private senza essere stati per lo meno invitati a farlo…e anche in quel caso farlo sempre con la massima cautela e rispetto. La regola principale, naturalmente, è di non andare in casa di estranei da soli. E’ noto che tutte le situazioni peggiori, infatti, si vengono a creare proprio quando uno degli amici (di solito quello più sbruffone) cerca di trovare la semplice soluzione al piccolo contrattempo avuto durante il viaggio (una ruota bucata, la mancanza di carburante…) andando a cercare aiuto da solo.
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se si cerca la via più veloce.
Mai cercare scorciatoie improbabili in zone sconosciute. Per lo meno accertarsi che nel luogo scelto per la villeggiatura non ci siano stati fatti esperimenti chimici che hanno reso gli abitanti dei mutanti aggressivi…e qui la lista dei film che possono risultare utili è veramente piena di titoli interessanti: “Le colline hanno gli occhi”-1977 di Wes Craven su tutti.
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se si cercano sconti comitiva o inviti a scrocco.
Mai accettare inviti per vacanze meravigliose da soggetti sconosciuti. E’ noto che la prospettiva di soggiorni a scrocco in villaggi o alberghi di lusso è sempre una trappola per diventare cavie di laboratorio se non addirittura la cena per gli ospiti.
Nel primo caso la visione di “Old”-2021 di M. Night Shyamalan è un ottimo spunto di riflessione.
Nei casi peggiori è possibile capitare anche in laboratori di chirurghi criminali, dove si opera per un commercio clandestino di organi (vedi “Turistas”- 2006 di John Stockwell).
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se si cercano usi e costumi dei luoghi.
Se si va in vacanza sperando di poter conoscere antiche usanze del posto, portando a casa video o foto originali, o meglio ancora, materiale per tesi universitarie, fare molta (ma molta) attenzione a dove si va e con chi si va. Diffidare (ad esempio) di pseudo amici conosciuti nelle settimane precedenti alla partenza, che si prestano come guide entusiaste per farvi scoprire usanze sconosciute del loro paese (facendovi intendere, magari, che si può usufruire liberamente di droghe leggere senza alcun pericolo), si rischia di ritrovarsi nel bel mezzo di un rituale primitivo, di cui non si sa niente fino a quando non ci si ritrova cuciti dentro ad una pelle di orso (vedi “Midsommar-Il villaggio dei dannati” -2019 di Ari Aster). Oppure di dover essere crocifissi per sacrificio ad un dio pagano di un posto sperduto nel nulla come ne “Il rituale”-2017 di David Bruckner.
A queste semplici regole, seguono altri piccoli consigli da seguire anche per week end o gite fuori porta.
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Mai andare in posti dove “non c’è campo”: situazione imprescindibile per lo scatenarsi delle forze del male
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Mai andare in alberghi dopo che si è sbagliata l’uscita dell’autostrada: giusto per non incappare in posti come il Bates Motel di "Psycho"-1960 di Alfred Hitchcock
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Mai andare nelle camere che portano il n° 237 (“Shining”-1980 di Stanley Kubrick) o n°1408 (“1408”-2007 di Mikael Hafstrom).
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Mai raccogliere bambole sospette in mare aperto (“Il triangolo delle Bermude”-1978 di René Cardona Jr
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Mai andare in campeggi che riaprono dopo molti anni, soprattutto se si è i primi clienti della stagione (vedi “Venerdì 13”-1980 di Sean S, Cunningham).
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Mai fermarsi in ostelli sospetti, soprattutto se vi chiedono di dividere la camera con compagnie avvenenti e ben disponibili. Solitamente ci sono dietro confraternite che si divertono a torturare i malcapitati. (vedi “Hostel”-2005 di Eli Roth)
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Mai sottovalutare (o peggio ancora, prendere in giro) i bifolchi che si fermano a prestare soccorso lungo la strada deserta con mezzi improbabili e poco ortodossi (vedi "Wolf Creek"-2005 di Greg McLean), il consiglio è di ringraziare e non seguire in alcun posto il “sempliciotto” dai modi rustici.
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