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La mia password di Netflix è stata aggiornata
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Qualche settimana fa vi ho parlato delle strategie messe in atto da Netflix in Spagna per limitare il problema (problema di Netflix, non nostro) legato alla condivisione delle password. Qualche giorno fa ho visto circolare diverse notizie su alcuni magazine online italiani e spagnoli che titolavano "Netflix perde 1 milione di abbonati in Spagna" e mi sono sentito in dovere di verificare l'informazione e di darvi un aggiornamento anche se in verità volevo parlarvi del film Pacifiction di Albert Serra, ma visto che uscirà nelle sale italiane la prossima settimana ho pensato che posso anche rimandare. E comunque qualche giorno in più per riflettere sul film del regista catalano non mi farà certo male. Anzi.

Tornando a Netflix. La storia originale la trovate qui ma se non avete voglia di aprire l'ennesima pagina del browser ve la sintetizzo molto rapidamente. Netflix dice che ci sono cento milioni di persone nel mondo che usano i suoi servizi senza pagare. Come fanno? Usano le credenziali di accesso (user e password) di qualcuno che paga un account base sottoponendosi ad un rigidissimo schema di turni. Oppure condividono degli abbonamenti premium senza far parte dello stesso nucleo familiare. Dove per nucleo familiare fino a (l'altro) ieri a Netflix è sempre andata bene che fosse un concetto decisamente flessibile (la fidanzata del cugino dell'amante di mio fratello).

Ad un certo punto, in alcuni paesi test (Spagna, Canada, Nuova Zelanda), Netflix ha annunciato che questa storia doveva finire, che avrebbe messo in atto delle contromisure per disincentivare o inibire la condivisione delle credenziali al di fuori DELLA STESSA CASA. E così anche a me che ho un account premium - che condivido dentro a quel nucleo familiare là, quello che gli andava bene, elastico - è arrivata una notifica che mi invitava a decidere, in qualità di proprietario dell'account, dove diavolo fosse la sede di questo nucleo familiare: a Napoli, a Milano, a Ses Salines o ad Amsterdam? Deciditi per favore e facciamola finita. Quindi abbiamo deciso che il nucleo familiare aveva sede nella ridente cittadina di Ses Salines, ho avvisato i "familiari flessibili" di stare all'occhio e di avvisarmi se succedeva qualcosa sui loro dispositivi, poi ho impugnato la tastiera e vi ho raccontato quello che pensavo di questa sciagurata idea di Netflix, ripromettendomi di tornarci su se ci fossero state delle notizie.

A me non è successo nulla, tutti abbiamo continuato ad usare lo stesso account, nello stesso modo di sempre e non abbiamo ricevuto più alcuna notifica, segnale di allarme, richiesta di informazioni. Quando ho visto i titoli delle notizie di questi giorni che riferiscono testualmente di "Un milione di abbonati persi da Netflix in Spagna nel primo trimestre 2023" ho pensato che avrei voluto indagare meglio e quindi eccomi qui.

Come sempre la prima cosa da fare è verificare la fonte dell'informazione che in questo caso è uno studio di una società privata, la Kantar, che tiene sotto controllo i volumi di traffico, gli accessi e i nuovi abbonamenti sottoscritti alle maggiori piattaforme streaming attraverso un panel, ossia un numero definito di utenti, che in Spagna sono 6000. I dati che hanno scatenato la notizia, quindi, non sono dati ufficiali di Netflix ma proiezioni sulla base del comportamento di questo panel.

La seconda cosa importante è che lo studio parla di utenti, non di abbonati. Ci sarebbero quindi un milione di utenti in meno, non un milione di abbonamenti in meno. Utenti e abbonamenti attivi non sono la stessa cosa. Questo potrebbe significare, il condizionale è obbligatorio, che ci sia stata una flessione di accessi, probabile conseguenza dell'inasprimento delle misure di controllo ai danni soprattutto degli abbonamenti singoli, quelli di pura condivisione delle credenziali.

Il rumore generato dalla notizia è comunque interessante perché avrà sicuramente qualche effetto sulla pianificazione dell'operatività di Netflix nel resto del mondo, a partire dagli Stati Uniti e, poi, negli altri paesi europei tra cui l'Italia. In questo momento solo Netflix sa esattamente cosa è accaduto nei paesi test in questi primi tre mesi ed è sulla base dei suoi dati che deciderà se dare seguito - e con quale forza - alla strategia di ridimensionamento del password sharing.

C'è però un altro dato importante con cui Netflix deve fare i conti: la concorrenza. Sempre in Spagna infatti, da febbraio, è attivo un altro servizio streaming - che ha messo insieme due grandi marchi legati all'intrattenimento televisivo (Showtime e Sky) - che si è accaparrato un nuovo abbonamento su tre negli ultimi due mesi. Naturalmente a nessun servizio streaming verrà MAI in mente, in questo momento, di complicare la vita ai nuovi abbonati come ha fatto Netflix, anzi mi aspetto che qualcuno dei grandi, Prime Video ad esempio, stia solo aspettando che Netflix muova le sue pedine sui mercati importanti per iniziare a giocare in maniera trasparente la carta "Non ci interessa da dove ti colleghi, basta che qualcuno paghi". E penso che questa sarà una delle leve promozionali su cui si giocherà la partita più agguerrita dei prossimi mesi per conquistare i nuovi utenti e, soprattutto, per conservare quelli che si hanno già. Un campo sul quale qualcuno potrebbe trovarsi in zona pericolo. Una specie di Squid Game.

Sono abbastanza convinto che la mossa di Netflix sia stata infelice perché ha fatto diventare dirimente un elemento psicologico al quale nessuno spettatore stava pensando. Abbandonare una piattaforma era un'azione che seguiva un processo di realizzazione e consapevolezza lungo, per il quale serviva una grande lucidità anche solo per arrivare a formulare LA domanda chiave: ma io quanto lo guardo Netflix? Ora invece ci potrebbero essere decine di milioni di abbonati che sono arrivati a farsi quella domanda molto velocemente e altrettanto velocemente potrebbero essere pronti a darsi LA risposta.

Intanto la mia password di Netflix è diventata: OCCHIOALLAPENNA

E voi? Avete avvisato nonni, fratelli, figli, cugini, relativi fidanzati? Ditelo pure qui, siamo tra amici, mica delatori.

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. maurri 63
    di maurri 63

    Ahhhh, meno male che ci hai risparmiato Albert Serra!

    1. End User
      di End User

      Uh... Addirittura?

    2. End User
      di End User

      Ho pensato a te... :)
      Magari gli puoi fare qualche domanda e toglierti qualche curiosità. O sassolino.

      Mail che arriva da Movies Inspired, distributore di Pacifiction

      vi scriviamo per comunicarvi che Albert Serra sarà a Roma sabato 13 maggio per presentare il suo Pacifiction - Un mondo sommerso, il suo nuovo film in uscita il 18 maggio 2023.

      Pacifiction - Un mondo sommerso è stato presentato in anteprima al 75° Festival di Cannes, in Concorso.
      Il regista incontrerà il pubblico in occasione di una proiezione speciale in anteprima, che si terrà presso il cinema Quattro Fontane, alle ore 20:45.

    3. maurri 63
      di maurri 63

      Grazie, Luca. Ma non ti assicuro nulla: sabato ho spettacolo. Però, prometto di fare il possibile. Le domande: "Che differenza c'è nel tuo cinema, Albert, tra una videoinstallazione e una videorappresentazione ? E il cinema di folgorazione è diverso da quello dell'immagine ? Quale il senso della narrazione nelle figure geometriche ripetute all'interno dei tuoi quadri di animazione ? "...

  3. Utente rimosso (giovanve)
    di Utente rimosso (giovanve)

    Siamo dei parenti-premium che guardano veramente poco, dividendo le spese ci stiamo dentro ma se dovessero "dividerci", non avrebbero davvero la moltiplicazione dei pani e dei pesci da loro tanto auspicata.

  4. ANDTV
    di ANDTV

    Anni '90, Microsoft inserisce l'attivazione per evitare che qualcuno copi i suoi software. Si grida allo scandalo, molte software house cavalcano l'onda dicendo che loro lasceranno i loro programmi "liberi". Due anni dopo tutti inseriscono l'attivazione. Nessuno grida allo scandalo.
    Succederà anche con Netflix. Perché anche le altre piattaforme hanno lo stesso problema: se con una singola password ci accedono un milione di utenti, significa perdere 500.000 abbonati! Tutte le piattaforme stanno pensando a modi per limitare la condivisione dell'account; Netflix è quella che si è mossa per prima. Gli altri, forse, prima cavalcheranno l'onda e poi metteranno restrizioni anche loro, non appena le acque si saranno calmate e nessuno ci farà più caso.

    L'unica cosa difficile è evitare di rendere la cosa troppo restrittiva, per questo lasciano fare a Netflix ed aspettano all'ombra per raccogliere i risultati...

    Ciao :)

    1. End User
      di End User

      Ciao, premesso che le mie, le nostre, sono solo speculazioni e che Netflix ha ovviamente tutti i dati necessari a fare le corrette valutazioni e la vera e unica visione della propria strategia, io penso che i player che appartengono ad un determinato mercato hanno il bisogno di diversificare, di introdurre altre variabili nelle proprie offerte commerciali che poi si riflette, a volte, anche in veri e propri posizionamenti identitari.

      Ovviamente non stiamo parlando di rapporti di quel tipo (una credenziale/migliaia di utenti) ma siamo nell'ordine di una tolleranza più o meno esplicitata di 4/5 utenti per abbonamento pagante. Un valore che ha un impatto molto basso sui costi operativi, essendo la banda necessaria per l'erogazione, a questi livelli, un costo marginale. E per questo penso ad Amazon, prima di tutto.

  5. daniele64
    di daniele64

    Temo cha abbia ragione proprio ANDTV ....Ma questo non vuol dire che non ci siano parecchi che rinunceranno ai loro abbonamenti condivisi .

  6. full95
    di full95

    Il mio account lo usiamo io, mia figlia ed il ragazzo di mia figlia (altra abitazione); quindi il mio account sarebbe uno di quelli "critici". Considerando però che non lo usiamo moltissimo la mia percezione è che se mettessero delle restrizioni forse rinuncerei periodicamente all'abbonamento o meglio, forse sfrutterei la possibilità di disdire l'abbonamento quando non ci sono cose che reputo interessanti da vedere. Sinceramente non trovo questa cosa un grande problema: la flessibilità è uno dei maggiori vantaggi di questo tipo di piattaforma; Io per esempio ho sempre detestato Sky perchè trovavo il suo modo di gestire gli abbonamenti demenziale, ed infatti mi pare che ultimamente abbia dovuto correre ai ripari cambiando/integrando il sistema di fruizione.
    Quindi concludendo: Netflix faccia come preferisce, non è un grande problema; piuttosto avrei voluto urla allo scandalo per Sky che, per anni, ha fatto il bello e cattivo tempo, danneggiando SOLO in Italia, per una questione di esclusiva dei diritti, anche delle serie che avrebbero meritato di più nel mercato italiano.

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