“Stranizza D’Amuri” è l’opera prima di Giuseppe Fiorello ed è approdato al cinema il 16/03 con una copertura di 83 sale, a detta del regista “una selezione di sale di qualità”, cosa sicuramente vera ma che nella pratica si traduce in un gruppo di piccoli cinema d’essai, spesso storici e infaticabili, talvolta innegabilmente “vecchi”, rigorosamente collocati solo nelle città principali d’Italia e destinati ad un’utenza di nicchia. Rimangono invece completamente escluse le multisala, i circuiti, “UCI Cinemas”, “The Space Cinema”, “Notorius Cinema”, ecc.ecc. quelli che con svariati spettacoli al giorno e una capacità per sala strabiliante garantiscono la “grande distribuzione”. Colpa della tematica ritenuta forse poco adatta a un grande pubblico mainstream? Del dialetto siciliano che a tratti non consente di comprendere esattamente tutti i dialoghi?
Tant’è. Per Giuseppe Fiorello nessuna promozione nei salotti televisivi, niente “Domenica In”, niente show televisivi di prima serata in cui registi e attori presenziano al solo e unico scopo effettivo di pubblicizzare qualcosa.
Eppure fin dalla prima settimana a consuntivo dei dati Cinetel l’incasso weekend che sfiora i 200.000 Euro decreta la seconda media per sala più alta tra i film della settimana. Il blasonato “Delta” con Alessandro Borghi per fare un confronto fa 91.932 con 157 sale, mentre “Armageddon Time – Il tempo dell’Apocalisse” fa 144.697 con 283 sale (!).
Comincia quella che potrebbe essere raccontata come una piccola storia di “miracolo” cinematografico, di potere del passaparola, del film che colpisce lo spettatore, lo conquista e lo invita spontaneamente a promuoverlo, pubblicizzarlo e diffonderlo.
Beppe Fiorello e uno dei due attori protagonisti Gabriele Pizzurro si danno da fare strutturando un faticoso giro nelle varie località per presenziare nelle sale, cui si aggiunge poi anche l’altro protagonista Samuele Segreto, che si commuove al primo spettacolo. Mi ha colpito una frase che ha detto il regista in una di queste: “Anche il divano più comodo non potrà mai eguagliare un’esperienza cinematografica”. Come potrei dargli torto?
Nei profili social del regista, di Bim Distribuzione e altrove cominciano a fioccare commenti entusiastici sul film, ci ho provato ma è davvero difficile trovare un solo commento negativo. Chi l’ha visto vuole condividere con gli altri il sorprendente esordio di regia di Giuseppe Fiorello (io per primo mai ci avrei scommesso neanche cinque centesimi, sarà il pregiudizio verso chi con un nome famoso arriva da una vita di fiction televisiva, che non seguo). Eppure “Stranizza D’Amuri” è asciutto, delicato, poetico ma poi ti accorgi con dolore che ti ha colpito un potente pugno nello stomaco. Sceneggiatura di ferro, ricostruzione storica ammirevole (sembra di sentire gli odori e i profumi di quei luoghi), facce degli attori giuste, le musiche che stordiscono, fino alla chiusura col bellissimo pezzo di Battiato.
Il regista spiega che da anni voleva raccontare la storia di due ragazzi che nella provincia catanese anni 80 volevano semplicemente amarsi, ma ostacolati da bullismo, maldicenze e disonore finirono uccisi, ispirandosi liberamente a un fatto di cronaca vera noto come il “delitto di Giarre”. Il film è dedicato a loro.
La seconda settimana gli schermi crescono, diventano 178, cifre ben lontane da titoli più accreditati, eppure la media per sala è ancora ottima, nettamente superiore a quella delle nuove uscite, cui comunque viene dato più credito, come “Il ritorno di Casanova” e “Quando”. E nella terza, almeno fino ad ora, i numeri si confermano ottimi: nonostante una bella infornata di novità, si mantiene costante al settimo posto, subito sotto i blockbusters.
I miei complimenti, Giuseppe.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta