Sono contento di essere stato uno dei primi, almeno in Italia, a commentare con entusiasmo l’arrivo di Terrifier (Damien Leone, 2016), includendo nella mia recensione anche un commento di All Hallows’ Eve (Damien Leone, 2013). La prima apparizione di Art the Clown, l’inquietante killer clown interpretato prima da Mike Giannelli e poi magnificamente da David Howard Thornton – ex mimo che ha portato alla “maschera” un valore aggiunto notevolissimo – è del 2013 direttamente in DVD per il mercato americano e brasiliano, mentre Terrifier, film del 2016, vede la luce durante il Telluride Horror Show Film Festival il 15 ottobre del 2016, per poi trovare distribuzione in DVD e Blu-ray nel marzo del 2018. Io, nel settembre dello stesso anno, il 2018, ho la fortuna di vederlo quasi immediatamente dopo a All Hallows’ Eve, e resto folgorato, letteralmente stupito e innamorato, se non addirittura affascinato, da questa nuova maschera del terrore che si mangia tutti i pallidi tentativi di reinventare l’horror durante il XXI secolo.
Mi sento lusingato, oggi, di vedere che nel 2020 anche in Italia è arrivato il Blu-ray di Terrifier (secondo quanto dice Imdb.com, perché a me risulta introvabile), ma mancano ancora date per l’uscita del primo e del terzo capitolo della saga. La Spagna, checché ne dicano gli addomesticati critici e appassionati di cinema dell’Italietta, è sempre più avanti: All Hallows’ Eve esce in DVD l’11 ottobre del 2016, Terrifier esce in Messico, e quindi disponibile per il mercato hispanohablante, il 27 marzo del 2018 (in Spagna il 24 marzo del 2022), mentre Terrifier 2 (Damien Leone, 2022) esce il 2 novembre del 2022 in streaming.
Sono ugualmente lusingato di vedere oggi quanti aspettano spasmodicamente l’uscita del terzo capitolo oppure parlano ancora del secondo, chi bene e chi male, credendo di essere in perfetto orario critico: ilcineocchio.it ci arriva nel 2020 come hynerd.it e letteraturahorror.it, mentre badtaste.it nel 2022 come moviemag.it e cinema.everyeye.it. Ognuno ha i suoi tempi e io ho avuto la fortuna, non solo di inciampare in All Hallows’ Eve e convertirmi subito in appassionato e garantista di Damien Leone e di Art the Clown, ma parlando spagnolo ho avuto accesso al film molto prima di tanti altri.
Sono un po’ meno lusingato quando un professore di scuola media, esattamente come me, lascia vedere ai suoi alunni Terrifier durante un’ora buca. È accaduto in quel di Cremona. Non sono un moralista o un santo, ma è presto detto perché non avrei fatto la stessa scelta. Innanzitutto, anche se è giusto coinvolgere gli alunni nelle scelte, è il professore, come ufficiale pubblico e appunto come professore, che deve avere l’ultima parola e il diritto/dovere di condurre la formazione degli alunni, anche se si tratta solo di vedere un film. Lasciare ai ragazzi la scelta non è affatto una mossa intelligente.
In secondo luogo, i film vietati ai minori non si possono mostrare a meno che – e qui rientra più il buon senso che la legge – la presenza dell’adulto, in questo caso un professore, ovvero, un tutore dei minorenni quando sono a lui affidati, oltre ad essere sempre un pubblico ufficiale, sia motivo di garanzia e fiducia sia per la dirigenza scolastica che per il consiglio di classe che per le famiglie.
In ultimo, il motivo per cui non avrei fatto la stessa scelta, oltre a criticare il collega su cui comunque non sparerei a vista perché sbagliare è umano, si rintraccia nelle parole di Giovanni Schintu, gestore del cinema-teatro Filo di Cremona che intervistato dal Corriere della Sera dice: «Lascia davvero senza parole la superficialità con la quale il docente abbia acconsentito alla visione del film senza nemmeno informarsi sulla tipologia, lasciando poi agli studenti stessi la scelta ultima di cosa vedere. E questo lascia intendere come il cinema purtroppo e troppo spesso, sia ritenuto da molti un banale momento di intrattenimento. […] sconcerta che in barba a qualsiasi normativa, sia stato fatto vedere un film che non risponde assolutamente al concetto di “visione per uso scolastico”: infatti sia la distribuzione cinematografica che la Siae concedono la possibilità di visionare film, previa autorizzazione e liberatoria, all’interno della scuola solo se è ben definito lo scopo didattico, e qui faccio molta fatica a trovarlo. L’auspicio è che quanto accaduto sia di stimolo a tutti per una proficua riflessione su cosa voglia dire far vedere un film a ragazzi in una fascia di età molto particolare».
Ora, sorvoliamo pure sul discorso SIAE che lascia il tempo che trova dato che quel “previa autorizzazione e liberatoria” è pura castrazione della libertà di insegnamento – se vogliamo educare i ragazzi al cinema dobbiamo pagare la SIAE? Ma vaff…! Concentriamoci piuttosto sulla intelligente riflessione di Schintu riguardo l’uso improprio che si fa del cinema nelle scuole. A parte i film noiosi e per nulla interessanti a cui sono sottoposti gli alunni perché il film “si allaccia al programma”, quando invece un film andrebbe mostrato ai ragazzi per il piacere della visione e per imparare a leggere un film, capirne le grammatiche, i codici, e anche per rintracciare significati profondi ed impliciti, sarebbe utile evitare che i film proiettati a scuola siano solo dei riempitivi senza senso, svuotati del loro valore artistico. Abbiamo davvero bisogno che nel mondo della scuola dell’obbligo e dell’istruzione superiore approdi come disciplina curriculare Educazione cinematografica – magari da declinare in Storia, Teoria, Tecnica e infine Educazione come competenza di arrivo. Oltre alla latitanza dello sport nelle scuole – dove sono le Federazioni? – latita pura la cultura cinematografica e l’educazione all’audiovisivo in un’epoca ormai in cui le immagini sono tutto. Dai social alle piattaforme, dai film ai meme, dalle stories ai documentari, etc., le immagini pervadono la nostra vita e attivano dispositivi di identità, inclusione ed esclusione, oltre che a determinare la soglia intellettuale del pensiero critico a causa di fake news, post e app inquietanti e sdoganamento dello scemo del villaggio per i suoi 15 minuti warholiani ormai diventati infiniti. Dobbiamo educare i ragazzi e non c’è tempo da perdere con permessi SIAE, delibere e vincoli legali.
Ben vengano le visioni alternative a scuola, a qualsiasi età. Io in prima media, anche se in oratorio, ho visto Mississippi Burning (Alan Parker, 1988) e mi sono innamorato di Gene Hackman, del cinema e delle cause civili, ma io e miei coetanei abbiamo visto anche Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Uli Edel, 1981) in terza media e sempre in oratorio. A scuola quasi nulla, se non Il tormento e l’estasi (Carol Reed, 1965), film su Cristoforo Colombo etc. Le visioni alternative sono il sale della crescita e della formazione di un immaginario forte, solido, emancipato, e soprattutto non allineato all’ideologia imperante – oggi abbiamo zavorre etiche come il linguaggio inclusivo, la cancel culture e il politicamente corretto generalizzato. Ben vengano, quindi, ma attenzione: non Terrifier in terza media. Poi, un altro discorso è citare un film “proibito” ai ragazzi che a casa con i loro genitori decidono di vederlo. Ho alunni che, senza che glielo abbia suggerito io, hanno visto in famiglia sia La casa de papel (Álex Pina, 2017-2021) sia Élite (Montero, Madrona, 2018-2022), e non mi sembrano così adeguati a ragazzini tra gli 11 e i 14 anni, il primo per violenza e leggibilità, il secondo per la frenesia e il caos sessuale e l’uso di droghe, temi importanti e per nulla criminali, ma che andrebbero accompagnati a discussioni mirate. Però la proposta è sacrosanta, e la libertà di vedere il proibito pure.
Il fatto di Cremona e l’articolo del Corriere della Sera approdando in rete e arrivano anche su Lascimmiapensa.it che dopo aver riportato in breve l’accaduto citandolo dal Corriere, chiude il suo articolo con questa domanda: «Che ne pensate? Avete visto Terrifier?».
Risposta: Sì, ho visto Terrifier e anche il precedente All Hallows’ Eve, e sono stato tra i primi, tra i cultori della prima ora e appena potrò, senza fretta, vedrò anche Terrifier 2 e tutti i film di Damien Leone prossimi futuri. Cosa ne penso? Penso che sia un capolavoro horror di tutti i tempi e ne ho già spiegato il motivo, dettagliatamente, nella mia recensione su FilmTv.it, ma penso che il cinema deve arrivare prepotentemente nelle aule scolastiche senza restrizioni SIAE o di divieti e convertirsi in una disciplina nobile che fa il doppio con la letteratura. Credo infatti che per “conoscere” l’Italia e gli italiani servano di più i film di Monicelli che I promessi sposi; che per interpretare il reale e il presente, oltre a Pasolini – che già è schivato il più possibile dai professori – servano i film che oggi attraversano il mondo e l’immaginario attuale. Non dobbiamo educare i ragazzi alla conoscenza storica, bensì all’interpretazione del reale, del contemporaneo, e non ci si può sempre e solo affidare alla letteratura dell’800 o della prima metà del ‘900.
Ad ogni modo, guardate All Hallows’ Eve e i due Terrifier. L’horror è il genere più politico e radicale e sovversivo che abbiamo.
Mauro Fradegradi, Abbiategrasso il 10/12/2022.
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