Inizialmente avevo pensato di realizzare un post che comprendesse e presentasse le migliori sigle (più di 10, meno di 20) dei titoli di testa della recente serialità appartenente alla Complex/Peak/Prestige TV espressa dalla Terza Golden Age, ma poi ho visto e ascoltato quella della seconda stagione di "the White Lotus", "Sicily", e il progetto è franato innanzi alla soggettiva vincitrice assoluta che ben si merita una pagina tutta per sé. [In "compenso", però, mi sa che ne scriverò un imprevisto paio aggiunto in coda: uno dedicato alle canzoni di repertorio utilizzate in questo "ritorno" sul luogo del delitto (diversi l'uno e l'altro) e un ulteriore per paragonare affinità-divergenze fra "l'Avventura" di Antonioni-Vitti-Massari e quella di White-Plaza-Fahy-Richardson.]
Realizzata con la collaborazione del floreale illustratore Lezio Lopez dalla coppia composta da Katrina Crawford & Mark Bashore dello studio Plains of Yonder che ha creato anche quelli della precedente prima annata, "Hawaii", è strutturata concatenando dei trompe l'oeil con risonanze greche, latine, etrusche e rinascimentali (e pure arabe e normanne, toh) ricreati dal nuovo (basandosi ad esempio in larga gran parte sugli affreschi preesistenti presenti a Villa Tasca in Palermo) facendoli esplorare allo spettatore grazie a brevilenti/lungoveloci e viceversa zoom ad avanzaretrocedere, panoramiche a schiaffo e gentili, jump cut, rotazioni della macchina da presa, giochi di messa a fuoco e profondità di campo e contenutemente ibridanti animazioni insufflanti vita, il tutto accompagnato da "Renaissance (Main Title Theme)", la partitura per voce umana e strumentelli vari di Cristobal Tapia de Veer (“Utopia”, “the Third Day”) che il suo autore ha per l'occasione remixato in una nuova versione riarrangiata e in parte riscritta basandosi sulla composizione della volta scorsa giungendo dall'Oceano Pacifico al Mar Mediterraneo passando non si sa se per il Canale di Panama o quello di Suez a bordo di questa pista da ballo discotecara ch'è una sempiterna festa mobile sudata e strafatta.
Le voci armoniose che inizialmente connotano l'edenitico ed edonista paradiso siculo pian piano si trasformano in qualcos'altro, oltrepassando la soglia che dal romanticismo sognante porta al timor panico lussurioso e sfrenato, diventando più folli, stralunate, allucinate e compulsive, finendo col risultare lucullianamente inebrianti... (E al termine di questo rondò venatorio in cui eros e thánatos triellano col dio dollaro a far vibrare l'aria m'immagino che solinghi s'odranno innalzarsi unicamente i garriti dei gabbiani e i latrati dei cirnechi.)
C'è spazio pure (oltre che per l'immancabile caccia al cinghiale, oramai un must per ogni produzione U.S.A. in Italia che si rispetti, si pensi ad esempio a "Spin Me Round", ove lì però il mondo artiodattilo in collisione con quello umano è rappresentato da un’invasione di setolosi suidi gerofanti durante un’orgia alla Eyes Wide Shut: un’accurata istantanea realistica dell’Italia da cartolina: praticamente un documentario di cinéma vérité) per un pannello dedicato a una concezione libidinoso-godereccia della Caritas Romana con una Pero e un Cimone...
...trinacri (e una simile iconografia è presente anche ne "l'Avventura", all'interno del San Domenico Palace di Taormina: ma quest'ennesimo incrocio sarà argomento del prossimo post) in quest'epitome di un minuto e mezzo condensante 7 episodi da quasi un'ora ciascuno che racconta, anticipandola e suggerendone lo svolgersi per accenni allegorici e metafore allusive, la storia che di volta in volta andrà via via a dipanarsi... Un'avventura (o "l'Avventura", per l'appunto... Anche se questa è un'altra storia... O forse no...) in cui le classi sociali s'incontrano e si scontrano in un territorio non neutro, ma liminalmente complesso, eterogeneo e compenetrante.
Stagioni:
- "the White Lotus: Hawaii" (6 ep., 2021)
- "the White Lotus: Sicily" (7 ep., 2022)
Indice:
- 1. la Sigla di Apertura (¡Cristobal!)
- 2. Comparazione (Vitti/Plaza)
- 3. PlayList (Grand Tour Mandolino)
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