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Ho intrapreso un viaggio di scoperta sulla superficie delle piattaforme streaming che propongono film e serie gratis e penso di aver bisogno del vostro conforto. O confronto.

Subito dopo aver compilato il mio profilo sulla ennesima piattaforma streaming (ennesima è un modo di dire ma non lontanissimo dalla verità visto che ho accesso ad esattamente 7 servizi a pagamento), ho deciso che era proprio il momento giusto di verificare in maniera empirica, ma con un certo metodo, il debordante mondo dello streaming gratuito.
Qualcuno potrebbe dire che potevo anche pensarci prima. Ah, ah, ah.

Al di là della battuta - la verità è che io ho accesso direttamente o indirettamente a tutte queste piattaforme principalmente per motivi di lavoro e non solo perché mi piacciono i film e le serie tv - ho intrapreso questo viaggio perché mi pare sia un universo del quale, tranne quando le suddette piattaforme vengono lanciate, si parla abbastanza poco.

Un po’, lo so bene anche io, perché è più facile o forse viene ritenuto più utile imbastire un articolo sull’ultima serie Original di Netflix o Prime Video perché si suppone che ci sia molto pubblico che ha bisogno di trovare buoni motivi per restare iscritto ad un servizio che prevede il pagamento di un abbonamento (o sette…) al mese. E quindi, forse, una segnalazione di qualcosa di bello da vedere su una piattaforma a pagamento (a proposito qui potete ascoltare il nuovo episodio del nostro podcast Pablo) è un piccolo aiuto che viene offerto alla giustificazione di una spesa mensile. Mentre invece il mercato (ben più vasto di tutti gli abbonati streaming messi insieme) di chi ha scelto di non dare un soldo alle piattaforme è raramente oggetto di indagini e approfondimenti.

Quindi eccomi, sono qui. Lasciando ovviamente fuori YouTube, che non bisogno di aiutini, e la meritevole RaiPlay, che non ha bisogno di presentazioni essendo da sempre - insieme a VVVVID - la piattaforma italiana di riferimento per il gratuito sul web, ho dedicato una mattinata allo zapping selvaggio e sono pronto per offrirvi le mie conclusioni e qualche segnalazione.

Se qualcuno se ne ricorda ho già parlato delle varie modalità di visualizzazione di questi cataloghi in occasione del lancio di PlutoTv che vide la luce proprio un anno fa. Quindi chi volesse rinfrescarsi la memoria sugli aspetti legati al funzionamento e alle logiche di business dalle quali queste iniziative sono tenute in piedi, può recuperare questo articolo perché adesso andrò più veloce sui fondamenti.

Ci sono sostanzialmente due modi per vedere film e serie gratis, legalmente, in streaming. L’AVOD, Advertising Video On Demand, nel senso che i film e le serie sono visibili in qualsiasi momento e una volta che l’utente ha scelto il film lo fa partire e lo mette in pausa a suo piacimento. E il FAST, Free Ad Supported Tv, che è in tutto e per tutto simile alla tv lineare di sempre e che propone film e serie all’interno di canali generalisti o tematici che si sviluppano in veri e propri palinsesti con film che iniziano e finiscono ad una certa specifica ora e niente pausa. Entrambi i metodi sono sostenuti dalla pubblicità, ossia dalla presenza di spot che anticipano e spesso interrompono la visione.

Queste due modalità, sulle piattaforme che ho preso in esame, convivono, nel senso che, ad esempio, sia su PlutoTv che su Chili che su Rakuten, è possibile guardare gratuitamente film e serie tv in entrambi i modi accedendo da due distinte sezioni generalmente chiamate Live Tv e On Demand.

Personalmente, ormai, sono finito in un posto idealmente molto lontano dal palinsesto, considerando che la mia tv è solo uno schermo al servizio delle mie scelte e che l’unica cosa che guardo live, seguendo degli orari, è lo sport. Di conseguenza il mio giro tra i canali lineari di queste piattaforme si è esaurito con cinque minuti del film Megalodon visti sul canale PlutoTv “Fantascienza” e ho capito che probabilmente non ci tornerò tanto presto, a meno che non mi ritrovi improvvisamente con una marea di tempo a disposizione.

Non è tanto una questione di quali film facciano parte della programmazione - anche, certo - ma del fatto che proprio manchi una programmazione, ossia non si sa in anticipo che cosa programmeranno domani e a che ora. Forse se ci fossero dei canali curati meglio con un orizzonte di anche soli due o tre giorni potrei ripensarci e farmi trovare pronto davanti allo schermo alla data ora, ma così no.

La modalità On Demand invece mi è sicuramente più affine e infatti ci ho perso la maggior parte del tempo che volevo destinare a questo viaggio perché sono incappato in titoli decisamente interessanti. Il posto dove mi sono soffermato più a lungo perché ha rappresentato una piccola scoperta, è stato Plex. Plex è una società che i più smanettoni tra voi potrebbero conoscere perché il loro prodotto di punta, per molti anni, è stato un software che fa una scansione dei nostri computer (o hard disk esterni) alla ricerca di file video (non chiediamoci come ci siano finiti questi file video nei nostri hard disk, ok?) e, dopo che li ha trovati, li organizza e li rende navigabili in un modo visivo. Prendendo i dati dei film (immagini, cast, credits) da una serie di fonti più o meno aperte, come iMDB o TVDB, riordina la nostra collezione rendendola esteticamente bellina e navigabile.

Più recentemente, un paio di anni fa, Plex ha fatto il salto nella distribuzione, stringendo accordi con i detentori dei diritti e adesso ha un catalogo che presenta una scelta sterminata composta da circa 7500 film. Tutti visibili gratuitamente e, sebbene sulla carta il modello sia appunto basato sulla pubblicità da mostrare agli utenti, io ho visto i primi dieci minuti di almeno sei o sette film e mi sono beccato solo uno spot.

Qualche esempio? Eccoli.

Munich di Spielberg, qualità ottima, lingua originale sottotitoli in spagnolo (deve essere perché sono in Spagna)

Piccoli affari sporchi di Stephen Frears, qualità ottima, audio in 5 lingue tra cui italiano e sub in 4 lingue tra cui italiano.

Il segreto dell’isola di Roan, uno degli ultimi Pablo, di John Sayles, qualità ottima, solo in inglese con sub inglese.

Una stranissima copia di Quattro mosche di velluto grigio, in inglese.

Ascensore per il patibolo di Louis Malle, copia buona, edizione francese senza sub.

E un numero spropositato di classici con copie mediamente buone tra i quali ho subito notato l’edizione Criterion di Repulsion di Roman Polanski, al quale dedico la copertina.

Infine se per caso siete appassionati di B-movie anche molto recenti lì avrete parecchie soddisfazioni.

Ovviamente anche Plex, come tutti gli altri cataloghi gratuiti (da Chili a Rakuten a PlutoTv), è un luogo adatto a cercatori di pepite in mezzo ad un oceano di film medi o sconosciuti, ma il mercato dello streaming gratis sostenuto dalla pubblicità è un segmento che ha ancora molto da dire. È probabile che nei prossimi anni sia oggetto dell’interesse di molti operatori che potrebbero iniziare ad aprire una crepa nei tassi di crescita e nei piani di sviluppo dello streaming in abbonamento. Cosa che potrebbe facilmente riflettersi in canali più verticali pensati con l'obiettivo di catturare gli interessi di chi inizierà a tagliare qualche abbonamento mensile. Ad esempio… io?

Cercatori di pepite, vecchie volpi di YouTube, indefessi difensori del buon vecchio palinsesto, scettici, dotti, medici e sapienti, per un confronto mi trovate qui sotto.

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