Ovvero: Il Festival di Venezia 79 ...per tacer del gatto.
No, diciamolo subito.
Il gran regista filippino Brillante Mendoza non ha partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia - edizione 79, che si è conclusa da circa una decina di giorni con la vittoria del film documentario di Laura Poitras intitolato All the beauty and the bloodshed.
"Brillante (Mendoza) Smithee" è il mio nuovo gatto di quattro mesi scarsi, preso in affidamento non a caso il primo giorno del mio rientro dal festival (ovvero domenica 11 settembre) da una associazione che si cura di gatti randagi e bestiole in cerca di casa, che nel frattempo ha cercato di renderlo più domestico possibile, senza peraltro ottenere grandiosi effetti concreti.
Per averlo come nuovo felino di casa, ho anche dovuto sostenere addirittura una sorta di esame attitudinale e di "coerenza abitativa" affinché tutto potesse tradursi in un affidamento del gattino coerente alle sue necessità.
Si tratta del mio terzo gatto, che fa seguito alla dolorosa dipartita dell'amato Ruperto (il cui nome fa riferimento al noto personaggio di Jerry Lewis in alcune sue divertenti commedie anni '50/'60), e che andrà a vivere con Tallulah (il cui nome è un piuttosto evidente omaggio alla nota diva del cinema muto Tallulah Bankhead).
Ho messo al centro di questo tardivo post veneziano il nuovo arrivato Brillante (mai fino ad ora un mio gatto ha avuto un così sfacciato, forse sin impertinente riferimento cinefilo), perché è per causa (o merito) sua se non ho potuto ultimare prima un resoconto compiuto su questa nuova, bella esperienza cinefila e festivaliera in Laguna.
Impegnato, come sono ancor oggi, a tentare di addomesticare un animaletto tenero ed impaurito che si fa ancora guidare da un istinto prudente e sospettoso che non lo rende ancora particolarmente predisposto a condividere il suo futuro con un essere umano, provo a stendere un post tardivo che riassuma schematicamente le tappe festivaliere prescelte.
Quanto al bel Brillante, certo mi occorrerà molta pazienza, presenza costante, nei limiti del tempo che posso trascorrere a casa con un lavoro non proprio a portata di domicilio, ed un'opera rieducativa al quale non sono certo stato abituato, né nei confronti di Ruperto, né tantomeno riguardo a quella matta rossa e un po' sclerata di Tallulah.
Tornando invece in tema, ovvero in zona Festival, e ai post ad esso dedicati, esaurienti e puntuali, oltre che godibili, si sono rivelati i resoconti veneziani che hanno testimoniato la presenza in loco di alcuni tra gli amici e colleghi di FilmTv-blog presenti al Lido (cito EightAndHalf, obyone, IlGranCinematografo, alla sua prima, entusiastica esperienza al festival); ognuno concentrato a raccontare, con la piacevole prosa che lo caratterizza, impressioni, curiosità, emozioni e delusioni, cronache e colore di questa full immersion cinematografica e cinefila incastonata entro uno scorcio più unico che raro.
Pertanto, in questa tardiva sede, mi sembra ormai superfluo soffermarsi su notizie su fatti e misfatti già noti, tipo la nuovamente controversa piattaforma di prenotazione Vivaticket (che ci ha fatto quasi rimpiangere il famigerato Boxol dei due anni precedenti), o la difficoltà a riservare posti in sala, smisuratamente riservati per un pubblico pagante disertore e latitante col risultato di ritrovare interi lati di sale parzialmente vuote a fronte di titoli di largo interesse cinefilo da parte degli accreditati delle varie tipologie.
La Giuria ha fatto le sue scelte, personalmente condivisibili solo in parte, anche se, tra i film prescelti, nessuno rientra tra quelli che ho mal digerito o sopportato.
58 film visionati sono tanti, forse troppi. Forse numericamente un po' meno di quanto raggiunto lo scorso anno, ma va pur tenuto conto che tra questi rientrano due serie da quasi sei ore ciascuno (il folgorante Nicolas Winding Refn e il godibile Lars Von Trier), un film da oltre quattro ore di durata (il meraviglioso e misterioso Trenque Lauquen, anche personale colpo di fulmine) ed un Lav Diaz al suo massimo stato di ispirazione, con un film lungo "solo" tre ore abbondanti: When the waves are gone si è rivelato il film più bello ed emozionante di tutto il festival, naturalmente secondo il giudizio strettamente personale di chi scrive.
Peccato averlo relegato nella categoria, illustre certo, ma non ben identificata, dei film Fuori Concorso.
Purtroppo, e per la prima volta, sono stato costretto a disertare completamente la Settimana della Critica, e certo recuperare i film di questa sezione sarà una missione dura, anche frequentando regolarmente le sale francesi, notoriamente piuttosto aperte al cinema e alle cinefilie di tutte le provenienze.
D'altro canto, ogni festival, inevitabilmente, si sviluppa secondo criteri e scelte personali, frutto di compromessi inevitabili, pur se talvolta sofferti, lungo un percorso che diviene ogni volta una corsa contro il tempo, ostacolata dalle più disparate vicissitudini, e da piccoli grandi contrattempi che riescono talvolta ad impedirne la perfetta realizzazione.
Ecco il film, elencati in ordine di preferenza e suddivisi per sezioni, in testa alle quali ne ho posto una di personale creazione, dedicata ai miei "colpi di fulmine", ovvero i film per i quali sono stato davvero soddisfatto e realizzato nel partecipare a questa nuova edizione festivaliera veneziana.
Per i film recensiti, molti ma non ancora tutti, sarà possibile accedere alla singola recensione, cliccando sul titolo.
FESTIVAL DI VENEZIA 79:
*Colpi di fulmine fino ad oggi:
-When the waves are gone (10)
-Un couple (9)
-Dead for a dollar (8)
-Il signore delle formiche (8)
-Love life (8)
-The Kiev Trial (8)
-Trenque Lauquen (8)
*Pre-apertura:
*Concorso:
-Un couple, di Frederick Wiseman, 9/10
-Love Life, di Koji Fukada, 8/10
-The banshees of Inisherin, di Martin McDonaugh, 7/10
-Saint Omer, di Alice Diop, 7/10
-All the beauty and the bloodshed, di Laura Poitras, 7/10
-Bardo, di Alejandro G. Inarritu, 6,5/10
-Argentina, 1985, di Santiago Mitre, 6,5/10
-I figli degli altri, di Rebecca Zlotowski, 5/10
-Chiara, di Susanna Nicchiarelli, 4/10
-Les miens, di Roschdy Zem, 4/10
-The son, di Florian Zeller, 4/10
-Blonde, di Andrew Dominik, 4/10
*Fuori Concorso:
-When the waves are gone, di Lav Diaz, 10/10
-The Kiev Trial, di Sergei Loznitsa, 8/10
-The Kingdom Exodus, di Lars von Trier, 7/10
-Pearl, di Ti West, 7/10
-Dremin' wild, di Bill Pohlad, 6/10
-In viaggio, di Gianfranco Rosi, 6/10
-Don't worry darling, di Olivia Wilde, 4/10
Film di chiusura:
*Orizzonti:
-A man, di Kei Ishikawa, 7/10
-Autobiography, di Makbul Mubarak, 6/10
-World war III, di Houman Seyedi, 6/10
-Victim, di Michal Blasko, 6/10
-Bread and salt, di Damian Kovur, 4/10
-Luxembourg, Luxembourg, di Antonio Lukich, 4/10
*Orizzonti Extra:
-Amanda, di Carolina Cavalli, 6/10
-Hanging gardens, di Ahmed Yassin Al Daradji, 6/10
*Giornate degli Autori:
-The damned don't cry, di Fyzal Boulifa, 7/10
-Stonewalling, di Huang Ji e Ryuji Otsuka, 6/10
-Blue Jean di Georgia Oakley, 6/10
*Settimana della Critica:
*Classici restaurati:
-Una gallina nel vento, di Yasujiro Ozu, 8/10
- Il profondo desiderio degli dei, Shohei Imamura, 8/10
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