
Blonde (2022): Ana de Armas
È stata la prima volta che ho tentato l'esperienza della Mostra di Venezia. In quanto studente di cinema, avrei potuto farlo già molte altre volte (in quanto agevolato nella concessione dell'accredito), ma non avendo una famiglia ricca alle spalle avevo sempre procrastinato, tenendo la cosa come sogno nel cassetto. Tuttavia, alla fine un po' di gruzzolo (tra avanzi di borsa di studio, mance dei nonni e risparmi personali) sono riuscito a raggranellarlo. E questa esperienza si è rivelata la più bella della mia vita (per ora), da cinefilo ma anche in generale.

Bones & All (2021): Timothée Chalamet, Taylor Russell
L'elemento che ha giocato a mio favore per abbattere i costi, evitandomi la spesa di un appartamento, è stata la vicinanza geografica: grazie alla fortuna di abitare non molto distante da Venezia, ho potuto raggiungere ogni giorno la Mostra nell'arco di due ore e mezza circa, fra bicicletta (per arrivare alla stazione), treno, vaporetto e infine autobus (o passeggiata, a seconda della giornata), con un ordine inverso di questi mezzi per il ritorno. L'alzataccia quotidiana alle cinque (per giungere in tempo alla prima proiezione mattutina, quella delle otto) è stata certamente faticosa (così come la sequela di mezzi di trasporto alla Un biglietto in due), ma mi ha anche permesso di assistere a bellezze rarissime come l'alba sulle acque della laguna col suo arancione accecante. Pur essendoci già stato molte altre volte, il fascino di Venezia è puntualmente devastante: anche l'ennesimo tragitto in vaporetto finisce per aprirsi ad emozioni inaspettate (fra le quali, in effetti, un leggero mal di mare, almeno all'inizio).

Rumore bianco (2022): Adam Driver
Anche i luoghi della Mostra, per chi non li ha mai assaporati dal vivo, sono un incanto visivo stupefacente. Parlo sia dell'esterno (il look del Palazzo del Cinema, il rosso squillante delle sale Giardino e Corinto, il lungomare Marconi coi manifesti dei film), che dell'interno (il fasto delle sale Darsena, Grande e Casinò). Infatti il primo giorno è stato come approdare in paradiso, con anche la musica italiana di Radio Italia a rallegrare la festa, sparata adorabilmente a tutto volume sul viale della Mostra. È pur vero che al quarto/quinto giorno lo spettacolo è sfumato nella routine, come tutte le cose che diventano seriali. Ma è stato sufficiente ripensarci a mente fredda, a distanza di qualche giorno dalla fine del "carrozzone", per rendermi conto nuovamente dell'eccezionalità di cui sono stato partecipe, nonché della febbrile magia che mi ha pervaso sottopelle nell'arco di quei giorni (e del senso di vuoto malinconico che ne ha preso il posto una volta che il tutto si è concluso).

Gli orsi non esistono (2022): Jafar Panahi
Ciò che probabilmente avrò nel cuore per molto tempo è soprattutto la sensazione impagabile di sentire la pulsazione di una sala cinematografica. L'intero Palabiennale in lacrime di fronte a The Whale (con tanto di soffioni di naso collettivi quando poi le luci si sono riaccese); le sghignazzate (anche becere) durante la proiezione de Gli spiriti dell'isola; l'applauso sul nome di Ana de Armas nei titoli di coda di Blonde; la folla gremita in sala Darsena non certo per vedere Ti mangio il cuore ma per accogliere Elodie; ma anche la gente (parecchia) che ha levato le tende scazzata nel mezzo di Padre Pio in sala Perla (io in effetti ho resistito a fatica dalla tentazione): so bene che chi la Mostra la vive ogni anno non fa più molto caso a queste cose, ma vi invito a riflettere sul fatto che si tratta di eventi straordinari. E il motivo è molto semplice: le sale del Paese reale, quelle che proiettano i film ogni giorno, sono tutto fuorché piene. E spesso chiudono. A Venezia ogni film è come il Natale, ma non (solo) perché sia in anteprima: perché è vissuto come esperienza cinematografica a tutto tondo.

Gli spiriti dell'isola - The Banshees of Inisherin (2022): Colin Farrell, Barry Keoghan
Sul piano alimentare, i giorni di Venezia sono stati ovviamente convulsi: ho tirato avanti tra brioche e caffè a colazione, panini & paninozzi rapidi al pranzo (o a volte insalate di mare o capresi, giusto per variare quando avevo più tempo), talora un gelatino a merenda e pizza la sera (o a volte la pasta, se riuscivo a tornare a un orario decente per cenare a casa). Ovvio che mentre ci sei dentro è un regime alimentare godereccio che fa piacere. Ma chi è delicato di stomaco come il sottoscritto capirà bene come non fosse escluso qualche accenno di stitichezza, poi risoltosi con un ritorno (balsamico, devo dire) agli yogurt con il bifidus.

The Whale (2022): Brendan Fraser
E il tanto vituperato sistema di prenotazione? Si potrebbe dire che Vivaticket è stato il Boxol 2.0, ma perlomeno quest'anno è stata evitata la crudeltà fantozziana di costringere gli accreditati a prenotare nel bel mezzo delle proiezioni o in momenti tragici della giornata: l'ora X di apertura delle sessioni è stata sempre le sette di mattina. Ma il crash era comunque assicurato, a causa del sovraccarico di ingressi online che mandava in tilt la piattaforma e metteva tutti in attesa. La coda virtuale è diventata il nuovo incubo di tutti i frequentatori della Mostra. Per non parlare della scomparsa di certi titoli (i più grossi) dalla lista delle scelte; titoli che poi riapparivano nel pomeriggio come se nulla fosse stato, quando ormai la maggior parte degli accreditati si era messo il cuore in pace, col risultato di lasciare parecchie proiezioni con posti vuoti più o meno numerosi. Anche perché, finita la pietosa "abbuffata" delle sette, è evidente che molti si rendevano conto di aver prenotato un numero esorbitante di proiezioni per la giornata e le disdicevano.

Pearl (2022): Mia Goth
A me, in effetti, dopo una certa ansia che mi aveva assalito alla prima sessione, è bastata la furbizia di monitorare costantemente (ma senza alcuna ossessione, per non vivere il tutto con nervosismo) la disponibilità di posti e in questo modo sono riuscito a vedere tutto quello che volevo. Ma proprio tutto! Tuttavia mi rendo conto che non è assolutamente fattibile (soprattutto per chi è più vecchio del sottoscritto) passare la giornata intera a maneggiare il cellulare per accaparrarsi un diritto che già dovrebbe avere (in quanto accreditato). Ad esempio, mi pare aberrante che le proiezioni con pubblico e accreditati abbiano dato la precedenza al pubblico: logicamente, i posti rimasti agli accreditati erano sempre una manciata e andavano esauriti in un battito di ciglia.

Siccità (2021): scena
Diciamo che, essendo la mia prima volta, non posso operare alcun confronto fra la coda fisica e quella virtuale. C'è chi dice che è meglio la virtuale perché almeno non rischi di fare quella fisica senza poi entrare nemmeno alla proiezione; c'è chi dice che è meglio la fisica perché almeno chiacchieri di persona con qualcuno e ti innervosisci di meno. Quello che posso dire io è che puoi benissimo chiacchierare anche se hai prenotato online, perché la coda la fai ugualmente (e in sala c'è comunque il vicino di posto con cui scambiare due parole al volo). Sempre, ovviamente, che tu riesca a prenotare.

The Son (2022): Hugh Jackman
Ma un problema insospettabile (e forse, attenzione, persino più funesto di Vivaticket!) è stato quello dell'aria condizionata assassina: in almeno tre occasioni, il Palabiennale si è infatti trasformato in una sorta di tundra artica, adatta a far pascolare i caribù ma non certo a vedere film. In particolare, durante la proiezione di Athena, il mio corpo (e quello della signora che mi sedeva appena accanto) è entrato in uno stato di ibernazione semi-comatosa dovuta alla fatale posizione del bocchettone dell'aria, giusto a fianco della fila. Ogni supplica alla maschera è stata vana. Mi è toccato avvolgermi in una giacca che avevo nello zaino, chiudendomi la testa nel cappuccio e mettendomi la FFP2 soltanto per coprirmi la faccia a mo' di sciarpa. E il colpo di grazia è stata l'esorbitante escursione termica (attorno, presumo, ai 15 gradi) tra il dentro e il fuori: è stato come passare da una cella frigorifera al deserto sahariano. Anche questa, a suo modo, è stata un'esperienza capace di segnare nel profondo.

Athena (2021): scena
In totale, ho visto trenta film (al ritmo di circa tre al giorno). Agli habitué della Mostra sembreranno certamente pochi, ma ho preferito non esagerare per godermi anche la città e il Lido. Non volevo che il tutto diventasse stressante. E sono contento di quello che ho visto. Sì, anche delle ciofeche. Le quali, viste in sala, acquisiscono un senso di ciofeca ancora più sedimentato. Se poi le vedi anche a distanza ravvicinata (come mi è successo, purtroppo, per Bardo, tra contorcimenti sulla poltroncina e torcicollo di ritorno), l'esperienza dell'orrore acuisce per osmosi anche quella del piacere. Purtroppo non ho visto né il Leone d'Oro né quello d'Argento, ma tutto sommato è un male minore (almeno, però, non li stronco senza averli visti: Gianni Canova, che cosa mi combini!).

Bardo, False Chronicle of Handful of Truths (2022): Daniel Gimenez Cacho
Inoltre, mi sono concesso anche il divertimento di stendere un diario giornaliero su Instagram e Facebook in forma di stories. Ho recensito brevemente tutti i film, commentando ciò che stavo vivendo in diretta (anche con foto e meme). La cosa è stata molto apprezzata tra chi mi seguiva e questo mi ha fatto piacere. Ho poi pubblicato il tutto anche su YouTube (se vi va di vederlo, ve lo metto in fondo al post).

Love Life (2022): scena
In sintesi: la mia Venezia 79 è stata un vortice fustigante ma meraviglioso, con la bellezza genuina e avventata che solo le cose fatte per la prima volta possono avere.
Al termine di questo racconto, vi lascio la classificona di tutte le mie visioni veneziane e vi ringrazio per la lettura! :-)
1. The Whale, Darren Aronofsky (Concorso) – Voto: 9
2. Bones and All, Luca Guadagnino (Concorso) – Voto: 8
3. Il signore delle formiche, Gianni Amelio (Concorso) – Voto: 8
4. Gli orsi non esistono, Jafar Panahi (Concorso) – Voto: 8
5. Blonde, Andrew Dominik (Concorso) – Voto: 8
6. Gli spiriti dell'isola, Martin McDonagh (Concorso) – Voto: 8
7. The Son, Florian Zeller (Concorso) – Voto: 8
8. Princess, Roberto De Paolis (Orizzonti, apertura) – Voto: 8
9. Rumore bianco, Noah Baumbach (Concorso, apertura) – Voto: 7
10. Siccità, Paolo Virzì (Fuori concorso) – Voto: 7
11. Athena, Romain Gavras (Concorso) – Voto: 7
12. Pearl, Ti West (Fuori concorso) – Voto: 7
13. L'immensità, Emanuele Crialese (Concorso) – Voto: 7
14. La voglia matta, Luciano Salce (Venezia Classici) – Voto: 7
15. Dreamin' Wild, Bill Pohlad (Fuori concorso) – Voto: 7
16. The Listener, Steve Buscemi (Giornate degli autori, chiusura) – Voto: 7
17. Love Life, Koji Fukada (Concorso) – Voto: 7
18. Master Gardener, Paul Schrader (Fuori concorso) – Voto: 6
19. Les Miens, Roschdy Zem (Concorso) – Voto: 6
20. Living, Oliver Hermanus (Fuori concorso) – Voto: 6
21. Dead for a Dollar, Walter Hill (Fuori concorso) – Voto: 6
22. Beyond the Wall, Vahid Jalilvand (Concorso) – Voto: 6
23. The Happiest Man in the World, Teona Strugar Mitevska (Orizzonti) – Voto: 6
24. Tár, Todd Field (Concorso) – Voto: 5
25. Don't Worry Darling, Olivia Wilde (Fuori concorso) – Voto: 5
26. Chiara, Susanna Nicchiarelli (Concorso) – Voto: 5
27. Notte fantasma, Fulvio Risuleo (Orizzonti Extra) – Voto: 5
28. Ti mangio il cuore, Pippo Mezzapesa (Orizzonti) – Voto: 5
29. Bardo, Alejandro González Iñárritu (Concorso) – Voto: 4
30. Padre Pio, Abel Ferrara (Giornate degli autori) – Voto: 3
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Ultimi commenti Segui questa conversazione
Ciao Simone, la prima volta non si scorda mai e ti auguro di poter ripetere questa esperienza molte volte in futuro.
Mi hai fatto ricordare tante cose che ho vissuto al Lido, tra l'aria condizionata che da salvifica può diventare molesta, i pasti al volo, le corse, il tempo che vola, le sensazioni che si vivono durante l'evento e quelle che fermentano alla fine.
E sul sistema di prenotazione, che incubo deve essere stato, è incredibile che si creino problemi del genere (un anno ok, due può succedere, al terzo anche basta).
Infine, avrei la curiosità di sapere cosa ha combinato Canova, non so se si può dire.
;-)
Ciao Daniele! Mi fa piacere che questo post abbia risvegliato delle sensazioni sopite. Per me è stato proprio come vivere un sogno. E quando vivi un sogno anche le cose brutte diventano belle: alla fine è stato così persino per il sistema di prenotazione, che è diventato subito un meme nonché un argomento di conversazione con qualche altro avventore.
Canova è un gigante, ma a volte si lascia scappare qualche sparata, diciamo, da "boomer". Questa volta ha detto di essere enormemente deluso dal Leone d'Oro assegnato alla Poitras (dicendo che è un Leone senza ali), ma senza aver nemmeno visto il film, essendo arrivato al Lido soltanto a metà Mostra. Nulla di che, diciamo che anche io sono rimasto molto male per il fatto che "The Whale" e Brendan Fraser siano rimasti a bocca asciutta, ma prima di esprimermi in merito mi riserverò di vedere il film che è stato premiato.
Grazie mille per il tuo commento! :-)
Temevo di peggio per Canova.
:D
A me è capitato più volte di vedere un giornalista popolare ronfare per tutto il film e subito dopo la proiezione scrivere di tutto e di più!
-_-'
Su "The whale" anche io ho tifato, seppur da remoto.
Brendan Fraser mi ha commosso già solo con la sua presenza al Lido e per quanto letto da chi lo ha visto, rientra già nella lista ristretta dei film che attendo con ansia.
"The Whale" è un film che è in grado davvero di muovere emozioni profonde e di scavare nel cuore di chi lo guarda. Spero che a ridosso degli Oscar se ne parli come merita, anche per Fraser che ne ha davvero passate tante e che nel film è straordinario.
Ciao Simone, noto con piacere che le tue emozioni non scaturiscono esclusivamente dalla visione del film. Alla Mostra può essere stupefacente anche un drink in terrazza od un poster davanti all'Excelsior. Io ad esempio adoro rivedere il mare perciò dopo che la famiglia si è sistemata in appartamento risalgo il lungomare con gioia per prendere l'accredito. Mi guardo il mare e mi sento a casa.
Mi unisco a Daniele nell'augurarti molte altre presenze al Lido.
PS: io mi mettevo golfino, kway e foulard in sala!!!!
Anch'io, di tanto in tanto, ho fatto una passeggiata sulla spiaggia per rilassarmi. Esattamente come tu dici, a Venezia tutto diventa magico. Anche se in effetti il gelo artico me lo sarei evitato volentieri ahah!
Lettura davvero piacevole, in cui ho ritrovato alcune delle sensazioni che mi attraversano sempre nelle esperienze festivaliere (pur minori, eh).
A proposito del famigerato sistema di prenotazione (peraltro difeso malamente da Barbera, bontà sua): ma è così difficile copiare da Cannes?
Un saluto.
Ciao Gregorio e grazie mille per avermi "agganciato" anche su Instagram! Assolutamente d'accordo sul sistema di prenotazione, è evidente che il problema è soltanto italiano (e anche se tenessimo fede alle parole di Barbera basterebbe dotarsi di qualche server in più per evitare i crash per sovraccarico: possibile che né Boxol né Vivaticket ci abbiano pensato?). Sì in effetti questo articolo l'ho scritto proprio di getto: avevo ancora tutte queste sensazioni addosso e volevo fermarle su carta prima che scappassero... Ricambio il saluto! :-)
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