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Nella newsletter della settimana scorsa Bruno/Database ha ripreso in mano i fili di questa nuova stagione cinematografica dopo il necessario stop di agosto. Uno stop più simbolico che reale visto che, come vi ha già detto lui, in verità il lavoro non si è mai fermato e anzi ce lo siamo un po’ complicato lanciando ai nastri di partenza una nuova cosa, sebbene piccola, quasi un divertimento, un esperimento per metterci alla prova su un territorio nuovo.

Ai margini di quell’articolo è nato un piccolo dibattito su un post pubblicato da Scapigliato che, riassunto in pochissime parole, mette in luce il concetto di sovraproduzione e sovraofferta di materiale audiovisivo nelle nostre vite di spettatori. La moltiplicazione dei luoghi dove si possono consumare film e serie tv, e consumare non è parola scelta a caso, non ha un impatto solo sulle nostre tasche. Se da un lato è vero che per stare dietro alla frammentazione dei cataloghi delle varie piattaforme ci troviamo a spendere diverse decine di euro al mese, dall’altro gli interessi di queste piattaforme a mantenerci spettatori attivi si traducono in una sovrabbondanza di materiale che non lascia scampo.

Anche considerando solo i tre principali attori del mercato streaming - ossia Netflix, Prime Video e Disney+ - ogni giorno ci piovono addosso: nuove serie televisive originali, nuove stagioni e nuovi episodi di serie tv originali, nuovi film originali, film non originali ma che entrano nelle piattaforme per rimpinguare i cataloghi, per diversificare e dare nutrimento e senso agli algoritmi, in sostanza per tenerci agganciati e darci la sensazione che non possiamo assolutamente NON avere Netflix, Prime Video, Disney+. Il tutto crea una girandola di roba "nuova" e comprensibilmente una sensazione di vertigine.

E così, alla fine di tutto questo, Scapigliato dice: ehi, sapete cosa? Avete scocciato. Uno: non ci provo neanche più a stare dietro a tutto. Due: se mi gira spengo la tv e faccio altro.

Severo ma giusto.

Ora faccio un passo di lato.
Ovviamente il mio punto di vista è diverso. Io in mezzo a questa roba ci lavoro e ci devo sguazzare, quindi di scelte radicali non ne posso fare. Però ho già scelto da tempo di non vedere TUTTO, semmai DI tutto. Senza barriere di genere, epoca, formato. Ovviamente per salvarmi, almeno parzialmente, dall’affaticamento, dalla noia e quindi anche dal rischio del non gioco più, me ne vado, cerco di tenere saldo il principio della selezione a monte. Ma anche così, visto che questo universo è in perenne espansione, la selezione a monte, per quanto possa essere durissima, non mi salva del tutto da un certo affaticamento.

In più, proprio nelle ultime settimane, il mio principio di selettività si è un po' infiacchito. Preso dal desiderio di scovare qualche perla ancora non molto vista (per darvela in pasto nel podcast di Pablo eh, non per uno sterile sfizio malato!) ho iniziato a vedere una serie di prodotti su Netflix e su Prime Video che altrimenti non avrei degnato di uno sguardo. E dopo un paio di settimane di questo premere play in maniera quasi indiscriminata, ma comunque senza mai scendere sotto al 90%, rispetto all’indice di suggerimento di Netflix, mi è venuta una certa stanchezza.

Ho iniziato vedendo (quasi) fino alla fine un film che mi aveva destato molti dubbi fin dalle prime scene per un uso sdolcinato della musica e per essersi macchiato del reato di avere raffigurato un personaggio fondamentale a colpi di accetta mal calibrati. Poi ho visto due episodi di una serie tv tedesca che in verità già nel primo episodio aveva mandato dei segnali inequivocabili alla mia sensibilità ma ho detto: ehi aspetta, niente pregiudizi.

Infine ho testato una serie coreana (magari scopro un nuovo Squid Game!) che era iniziata in un modo promettente e poi in soli venti minuti mi ha fatto arrabbiare. Vi racconto perché.

C’è un uomo che ha alcuni problemi di soldi e la moglie lo mette sotto pressione minacciando il divorzio. Gli viene una crisi di nervi in ufficio perché è stato mezzo fregato da un collega e ha perso altro denaro. Esce in macchina e per distrarsi si mette a guidare su una strada statale dove non passa nessuno. Si ferma e dopo un attimo viene tamponato, ma non fortissimo. Allora ovviamente dice “ehi ma che cazz…”, scende minaccioso, che già stava sul nervosetto, e si dirige verso la vettura che lo ha tamponato, apre la portiera e dentro… sono tutti morti.

Mentre il tizio pensa a cosa deve fare, gli cade l’occhio sul sedile posteriore dove riposa placidamente una valigia nella quale si intravede una quantità esagerata di soldi. Ok, si sono già viste cose molte cose belle con questo escamotage narrativo ma mi dico "va bene stiamoci dentro e vediamo cosa succede". Il tizio inizia ad arraffare i soldi come se non ci fosse un domani, nel mentre arriva una macchina sulla statale deserta ma lui ha la freddezza di stare fermissimo davanti alla macchina dei morti tenendo la portiera semi chiusa così che non si veda la carneficina interna e in effetti la macchina passa lentamente e se ne va. A quel punto prende la valigia coi sord', sale in macchina e sgomma via. Ok.

Dopo un po’ di chilometri si ferma in una strada senza nessuno e viene inquadrato da vicino che inizia a pensare. Cosa c’è da pensare? Scappa, nascondi i soldi e torna a casa. Invece no, lui pensa. Scende dalla macchina e vede una bicicletta abbandonata vicino a un cassonetto. Ommadonna, ma che cacchio fai adesso? Mica… No… E invece sì, lascia la macchina sguarnita con tutti quei soldi prende la bici e si mette a pedalare come un forsennato tornando indietro. Inizia a piovere che dio la manda. E lui torna sul luogo del delitto, in bicicletta.
Cartellino giallo.

Si ferma di fianco alla macchina che è ancora lì con tutti i morti dentro. E a questo punto lui fa la cosa più assurda e insensata: si mette a spostare i cadaveri sul sedile di dietro e nel bagagliaio (mai sentito parlare di impronte digitali?), si mette alla guida e parte a tutta birra. No va beh. Ma dai. Ma dove vai adesso? Ovviamente dopo tre minuti c’è un posto di blocco. Ma sai cosa? Te lo meriti. Ed è inutile che adesso vai nel panico.
Cartellino giallo.

Ma attenzione, perché ci sarebbe ancora una possibilità: la macchina davanti alla sua, anch’essa in attesa del controllo, improvvisamente parte a razzo e sfonda il posto di blocco. I poliziotti ovviamente si allarmano, salgono in macchina e sono intenzionati a inseguirla e quindi, amico, stai avendo un clamoroso colpo di culo, ora stai fermo e vedrai che si sistema tutto, la polizia inseguirà la macchina e tu tra un paio di minuti farai una quieta inversione a U e ti toglierai di mezzo.

Invece questo deficiente parte a razzo anche lui, fa una inversione a U facendo stridere le gomme così i poliziotti rimasti invece di dedicarsi a inseguire la macchina che ha sfondato il blocco si mettono a inseguire lui.
Questo è troppo: cartellino rosso.

Perché questo vuol dire solo cercare disperatamente di tenere viva la suspense a discapito della credibilità di una storia. Mi offendo e spengo. Spengo e penso. Prendo una bicicletta e torno indietro?

No! Penso che non si può vedere tutto con lo stesso approccio privo di pregiudizi. Bisogna avere fiducia nella propria sensibilità, qualunque essa sia. Quindi le cose che non convincono si mollano. Fa parte della carta dei diritti dello spettatore. In più, visto che abbiamo la fortuna di frequentare questa community dove succedono tante cose belle e dove ogni giorno vengono offerte decine e decine di voti e recensioni sugli oggetti più disparati, io ho deciso che per scegliere i film e le serie da raccontare su Pablo mi preoccuperò meno dell’originalità della scelta, occuperò meno risorse per scovare la perla nascosta e seguirò di più i voti della community e degli utenti che seguo per scegliere cosa vedere e cosa raccontarvi.

E a chi dice che in fondo mi sono già un po’ tradito usando migliaia di battute per raccontare una serie che non consiglio a nessuno, dico: è vero, avete assolutamente ragione, ma mi è servito per consolidare un sentimento prima ancora di un ragionamento. E comunque, almeno, vi ho fatto sorridere? Perché anche quello per me a volte è importante: sorridere e prendersi un po' meno sul serio.

Infatti, piccolo indizio, è proprio da questo sentimento che mi sono fatto guidare nella scelta di questa settimana su Pablo.

E comunque non c’è niente di male a mettere il televisore in stand-by per un po’. Anzi no - cosa dico? - dovete spegnerla la tv, mica potete ignorare il piano di risparmio energetico del ministro Cingolani...

Chi, nonostante tutto, vuole sapere il titolo della serie tv coreana col tizio che non ne fa una giusta (nella foto di apertura) o dire la sua sullo stand-by, può accomodarsi qui sotto nell'accogliente box commenti. A proposito, poi me ne vado davvero, ci hanno segnalato che a volte il sistema per commentare non funziona ma noi non riusciamo a replicare il bug. Se vi succede scriveteci a staff@film.tv.it, grazie mille!

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