Ci sono molti aspetti riusciti, meglio, brillanti, in Severance, ma quello che mi ha folgorato in maniera particolare è stato la colonna sonora originale di Theodore Shapiro, classe 1971, che a quanto leggo è spesso compositore per i film diretti da Paul Feig e già collaboratore di Ben Stiller, qui produttore e creatore, in Zoolander 2 e I sogni segreti di Walter Mitty.
Mi sono bastate poche note per agganciare immediatamente il suono del pianoforte solitario a quello adorabile e così eloquente della colonna sonora de La conversazione. Le due melodie si somigliano moltissimo, al punto che non penso ci possa essere dubbio che si tratti di omaggio e citazione, da parte di Shapiro, nei confronti della colonna sonora scritta per Coppola da David Shire.
Il tema di Severance è assolutamente originale e ha quella perfezione delle melodie che ti si ficcano nel cervello senza pietà, quelle che non puoi non riproporre nella mente quando scorri le immagini che accompagnano, che sono nate per accompagnare.
Ha una struttura, una vita, un'evoluzione che credo dichiarano platealmente l'accostamento al film di Coppola. Come nel film, si trasforma nel corso degli episodi a seconda della situazione e del personaggio che sta accompagnando, esattamente come i temi delle colonne sonore più classiche, anzi dei musical, in cui i personaggi usano la "loro" versione del tema principale. Come nel film, la melodia principale ha delle frasi che raccontano gli elementi, le tappe di una storia e che parlano di azione, attesa, pericolo, mistero, sospensione. Come nel film, infine, l'accostamento più frequente è quello con le scene di solitudine del protagonista, soprattutto se visto dall'alto in contesti desolati, esattamente come spesso accade con Harry Caul.
Tutto questo non può non essere una scelta specifica, dal momento che il film e la serie hanno tanti temi in comune: la solitudine, la separazione tra vita lavorativa e vita privata, la responsabilità delle proprie scelte e delle conseguenze della propria attività, il confine tra l'urgenza di comportarsi come si sente giusto per sé e l'impossibilità di percepirsi del tutto indipendenti dall'ambiente e dal contesto.
La compresenza di livelli che faceva muovere il personaggio di Harry Caul era sempre sottolineata dalla musica e dal montaggio audio, l'elemento del suono (anche proprio banalmente per questioni di storia) era quello che guidava lo spettatore nella lettura degli strati e degli aspetti incrociati della vita del personaggio. Il pianoforte tornava sempre a dare una chiave di lettura delle azioni e delle scelte di Harry Caul, ogni volta con una versione leggermente diversa del tema principale. In Severance, il tema musicale sottolinea l'incastro tra i livelli, qui separati per definizione dall'atto chirurgico su cui si basa l'intera vicenda. Ma la musica incolla e attacca i passaggi e le sovrapposizioni. Non sono l'unica ad essermi accorta della somiglianza, in rete, ma non sono riuscita a trovare tracce ufficiali che possano confermare la mia teoria. Solo un caso?
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Lo stesso Shapiro "conferma": https://www.screentimes.net/article/theodore-shapiro-this-music-lived-with-the-show-from-the-beginning
Domanda: The main show theme is mainly paired back piano, which I know is an instrument that you played as a child and how you developed your love for music and what would eventually lead you to become a composer. Dis you find yourself drawn to the piano on this project because of its simplicity and the show’s theme of isolation?
Risposta: Well, first of all, it is true that it's nice to write for an instrument that you know how to play. I sort of know how to write for the oboe but having never played it, there's just a level that I'll never get to and a level of guesswork that I will always have to engage in. [Laughs]
In addition there was something about the starkness of the solo piano that really pushed us in a good direction. I think Ben [Stiller] who at other points in our collaborative career together has been drawn to sort of maximalist ideas - let's just throw the kitchen sink at it. He really embraced the idea of minimalism here and just sort of how spare can we make it and how simple.
I think that it absolutely does get to the isolation in the show. Certainly, Mark's isolation as an ‘Outie.’ I think it’s somehow or other, the simplicity of that sound and the spareness of it that reflects the mystery at the heart of the show. I think in some ways it hearkens back to scores like the great Coppola film ‘The Conversation.’ I think that the kind of alienation shown in that movie in particular - but also a lot of other films of the seventies get at - is definitely a reference point in my mind at least for the kind of alienation that exists in this show.
Aggiungo, autocitandomi, che quasi ogni (mezzo) personaggio, poi, ha un'ulteriore song "personale": Helly mette sul piatto “Shakey Jake” di Joe McPhee per il suo Defiant Jazz Party, Burt per il suo addio (al lavoro e al mondo) sceglie “Times of Your Life” nella versione di Paul Anka, Mark “sente” le note di “I’ll Be Seeing You” con la voce di Billie Holiday mentre ripensa alla defunta moglie, poi all’improvviso è di nuovo il 2001 perché ci sono gli I Monster con la loro versione remix e “In Blue” della cover della Gunter Kallmann Orchestra di “DayDream” della Wallace Collection, mentre alla fine ecco “Your Mind Is On Vacation” di Mose Allison e come bonus track un’Enter SandMan dei Metallica rivisitata con amore.
vedi, grazie! non l'avevo trovata questa, non so come mai. Sì, anche il tema delle canzoni personali fa parte comunque di un lavoro molto accurato tra suono e musica, pensa per esempio alla voce di sottofondo che sentono quando vanno nella break room e che pare non sia uguale per tutti: anche quella è una scelta di sceneggiatura che sfrutta il sonoro.
Sì, è un dispositivo non "comune" , ma cmq. ben "codificato" della narrazione cinematografica. Probabilmente nella break room vine sfruttato il fatto che ognuno ha un proprio... punto di rottura legato a qualche rimasuglio di subconscio, magari volutamente lasciatogli, così da poterlo "spezzare" più facilmente (potrebbe essere un'arma a doppio taglio, per la Lumen, e lo scopriremo nella 2a stagione, anche se il "crack" è già stato messo in atto alla fine di questa 1a, e grazie a un glitch del sistema e a the You You Are, il self-help del Raffaele Morelli buzzicone).
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