
“Ho scritto molte cose, con e insieme a John. So che questo è un compito che preferirebbe non avessi dovuto assumermi”. Poi, la sua voce divenne profonda e vivace, come succede a Danny quando è serio. “Sebbene abbia avuto una strettissima relazione collaborativa, fianco a fianco, con John, quella vicinanza non ha mai intaccato il fatto che, dal momento che lo conobbi, anche dopo tutti i trascorsi lavorativi, sono rimasto il suo più grande fan. Era un brillante performer, scrittore, stratega, esperto commerciale, e cosa più importante di tutte” - la voce di Danny si addolcì ancora di più - “era l’unico uomo con cui potessi ballare”.
“Era un grande- a livello mondiale- emissario dell’umorismo americano. John era un patriota, un residente della società più aperta e liberale del modo, e ne ha tratto pieno vantaggio. In alcuni casi, una vera grandezza autorizza una vera indulgenza; sia essa data come ricompensa, come terapia o come asilo. Perché, per quanto John avesse lavorato duro, doveva esserci un brivido illecito aggiunto, per dar significato ai suoi sforzi. John era un nottambulo, vero, ma non era una persona immorale. Era un uomo buono, un uomo gentile, un uomo caloroso, un uomo focoso. Stiamo parlando qui di un brav’uomo e – Danny si avvicinò ancora di più al microfono- di un ragazzaccio”.
Danny fece ancora una pausa, guardando brevemente i suoi appunti. “John venne a trovarmi in Canda, un’estate. Era naturalmente autorizzato ad attraversare il confine canadese senza alcun documento di identificazione. Portava raramente la carta d’identità. Non ne aveva bisogno. Prima di tutto, ci si poteva fidare di lui, la sua stretta di mano era una garanzia, ed era il tipo di persona a cui non potevi dire di no. Tutte le porte del continente erano spalancate per John. Poteva entrare nelle case di persone completamente estranee – l’ho visto accadere e ho sentito raccontare alcune storie in proposito – andare in cucina, aprire il frigorifero, mentre i fortunati padroni di casa osservavano, sorpresi e deliziati. Una volta gli dissi, e gli piacque molto, che lui era l’Ospite d’America. E non aveva ancora esaurito i suoi benvenuto”. Danny parlò brevemente di come John detestasse fare l’ape, un personaggio che fu costretto comunque a fare diverse volte al Saturday Night Live: “il primo numero di blues che eseguimmo fu una canzone chiamata King Bee. Sebben John odiasse fare l’ape, in quelle circostanze non ci fece caso, dato che poteva essere King Bee.
“L’ultima estate al Vineyard”, proseguì Danny, “John era felice come non l’avevo mai visto. Uscimmo, una mattina, con la sua jeep e io suonai un pezzo strumentale dei Ventures sul mangianastri. Mi chiese il titolo. Glielo dissi. Rise, risi anch’o e ci promettemmo che lo avremmo imposto alla gente in chiesa nei rispettivi funerali. Chiunque dei due fosse morto prima”. Danny si chinò e prese un mangianastri dalla sua borsa. Lo mise vicino al microfono, alzò il volume al massimo e tenne fede alla sua promessa. “Quindi, ecco qui, per il Re delle Api, una piccola conclusione a opera dei Ventures, intitolata 2.000 Pound Bee”.
Judith Belushi Pisano
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