Sessione estiva 2004. Arriva il momento dell'esame di cinema italiano con Ofrìo Calderòn. L'esame è su Michelangelo Antonioni, un regista di cui mi sono piaciuti alcuni film, tipo Zabriskie Point e Blow Up. L'esame è però sul primo Antonioni. Ci sono tre film che dobbiamo vedere: Cronaca di un amore, Il grido e L'avventura. Alle grandi lezioni di Calderòn mi faccio due coglioni come due cocomeri, quindi nella maggior parte delle volte sfanculo dopo una mezzoretta perché sentirlo parlare mi è davvero insopportabile. Comunque decido di prepararmi correttamente per l'esame e vado in videoteca a guardarmi i film. La videoteca del mio dipartimento è un luogo di rara bruttezza. Praticamente è una stanza di quattro metri per due con varie postazioni video. Ogni postazione video è dotata di televisore, videoregistratore, sedia e cuffie. Praticamente stai attaccato allo schermo per via del fatto che il filo delle cuffie è troppo corto. E in questa posizione fantastica ti godi i tuoi film. Per l' Avventura tutto a posto, anche se mi faccio due palle enormi e alla fine vado avanti veloce perché il film non lo reggo più o forse sono solo di cattivo umore. I problemi nascono per gli altri due film. Il giorno che mi devo vedere Cronaca di un amore inizia l'allucinazione indotta dall'università. E' un tipo di droga allucinogena interessante l’università. Ti fa sballare di brutto solo che il trip è quasi sempre negativo, quindi non ve la consiglio. Insomma arrivo al dipartimento che piove in una maniera da arca di Noè. Salgo in videoteca, mi faccio dare il film e entro nella stanzetta. Su un televisore c'è una bacinella, visto che c'è un buco sul tetto e che la pioggia gocciola dentro la stanza. Mi viene il dubbio che sia una cosa pericolosa vedere il film in queste condizioni. Si sa che acqua e elettricità non sono proprio ottime amiche (o forse si?). Però nessuno mi dice niente. Mi siedo piuttosto lontano dal televisore con la bacinella sopra (con il filo delle cuffie tirato al massimo) e mi guardo quest'altra rottura di cazzo. Poi esco e me ne vado. Il giorno dopo ritorno per vedere Il grido. La giornata è stupenda, c'è un sole che spaccherebbe il culo alle pietre, se solo le pietre avessero un culo. Solito percorso e chiedo la videocassetta che devo vedere. La tipa mi dice che la videoteca è chiusa. Le dico se sta scherzando, mi dice di no, che c'è il pericolo di cortocircuiti. Gli dico che la pioggia c' era ieri, non oggi. Lei mi dice che la videoteca è chiusa e basta e che il film non lo posso vedere. Avete capito il trip? Ci sono alterazioni temporali (in tutti i sensi) che mi sfuggono. Cioè ieri che era pericoloso mi hanno fatto vedere il film tranquillamente. Oggi che è tuto normale, vedere un film diventa pericoloso. E' un trip, non c'è niente da fare e io non riesco a uscirne fuori. Ritorno a casa e fra tre giorni ho l'esame e Il grido non l'ho visto. Mi faccio dare gli appunti da un’amica e mi preparo così qualcosa da dire, sperando che il professore mi faccia domande sui film che ho visto. Ho due probabilità su tre che l’esame mi vada bene. Certo come no.
Sessione estiva 2004. Esame di storia del cinema italiano. Mi siedo davanti ad Ofrìo Calderòn. Prima di giungere da lui una sua assistente mi aveva fatto un paio di domande da idioti a cui avevo risposto in maniera idiota. Aveva segnato un ventotto+ su un foglietto e mi aveva detto sottovoce che se gli dicevo bene a OC il film che mi chiedeva era fatta. Il trenta sarebbe stato mio.
Sono davanti ad OC sperando che non mi chieda Il grido così avrò il mio bel trenta.
OC rimane un paio di minuti in silenzio.
Poi fa - “Il grido!"
L'oracolo ha parlato.
Nella mia mente il vuoto. Prima di rendermi conto della mia solita sfiga, le madonne prendono il loro posto sugli spalti del mio cervello, iniziando a cantare, comincio a dire qualcosa, ma è difficile parlare di un film che non hai mai visto. Vedo la mano del professore che cancella il più dietro al ventotto. Poi parliamo un altro paio di minuti, non so nemmeno di che cosa e l' esame è finito. Prendo il mio voto che è un buon voto, sentendomi però triste e me ne vado. Il trip continua.
da I dolori del giovane Chinaski (2004)
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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Aneddoto molto divertente :-)
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