La cosiddetta “screwball comedy”, sottogenere della commedia romantica contaminata con la commedia comica (“slapstick”), ebbe il battesimo nel 1934 con due film, Accadde una notte di Frank Capra e Ventesimo secolo di Howard Hawks (il dizionario Hazon riporta che screwball vuol dire tiro ad effetto nel gergo del baseball o anche, figurativamente, svitato, eccentrico, mezzo matto). La sua struttura narrativa è basata, di norma, sull’incontro perlopiù casuale, fra un uomo e una donna di ambiente borghese che si attraggono ma che sono connotati da una netta differenza di carattere e di attitudini, il che dà luogo a battibecchi e vivaci dialoghi con batture pungenti; dopo l’incontro avviene spesso una separazione (per cause volontarie o esterne) e quindi una ricongiunzione finale (alcune volte un cosiddetto “ri-matrimonio”).
Il canovaccio dell’intreccio è arricchito da gag e situazioni paradossali che non tengono in gran conto la verosimiglianza ma hanno soprattutto l’intento di suscitare ilarità nel pubblico, distogliendolo dalla realtà: si era allora alle prese con le conseguenze della grande depressione del 1929 che avevano prostrato gli Stati Uniti (e non solo) e il pubblico sentiva il bisogno di uno svago che consentisse di alleviare le difficoltà e le sofferenze che stava subendo.

Ventesimo secolo - Carole Lombard, Lionel Barrymore, Walter Connolly

Accadde una notte - Claudette Colbert, Clak Gable
Per ricercare le cause che diedero vita e determinarono le caratteristiche della screwball comedy, va tenuto presente che allora era il periodo della massima affermazione dello “studio system”, governato dalla case di produzione, le 5 majors (MGM, Paramount, Fox, Warner Bros, RKO) e le 3 minors ( Columbia, Universal, United Artists), per le quali la produzione cinematografica era un’impresa industriale standardizzata e i film dovevano essere un prodotto facile da vendere e perciò agevolmente riconoscibile dal pubblico: diretta conseguenza era la classificazione dei film in categorie ben definite ciascuna con le sue caratteristiche specifiche, i ben noti “generi” (commedia, dramma, western, avventura, guerra, gangster, ecc.). Parallelamente era imperante anche lo “star system” per il quale i “divi” (o “star”) con la loro presenza imperniata su “tipi” ben noti e individuabili (il personaggio prevaleva sull’attore), rafforzava la riconoscibilità e l’appartenenza ad un genere ben definito del film che si andava a vedere.
Combinata con il forte desiderio di evasione del pubblico, il sistema industriale degli studios portò alla nascita della commedia buffonesca e istrionica: a me sembra sia stata una sorta di rivisitazione in abiti moderni della commedia dell’arte rinascimentale con la quale condivideva le stesse caratteristiche di buffoneria, di facile riconoscibilità dell’intreccio (cioè il “canovaccio”, più volte ripetuto con poche variazioni) e la forte tipizzazione delle maschere che lo interpretavano.

L'orribile verità - Cary Grant, Irene Dunne, Ralph Bellamy
È da tener presente, inoltre, che proprio nel 1934 fu adottato dalle case cinematografiche il codice di autocensura Hays (con una marcata impronta sessuofobica) che limitò molto il potenziale trasgressivo e salace della screwball comedy: forse si potrebbe anche argomentare che questa fosse una delle forme con cui si cercava di mantenere la maggioranza della popolazione nel limbo del conformismo benpensante, ma questa è un’altra storia.
Il genere ebbe la sua massima fioritura fra gli anni Trenta e Quaranta: la seconda guerra mondiale, con il suo carico di orrori e sofferenze, ne segnò l’irreversibile declino, anche se non scomparve del tutto. All’apice della sua fortuna, fra i registi che più contribuirono suo successo si possono ricordare, oltre agli iniziatori Frank Capra (È arrivata la felicità, L’eterna illusione, e per molti aspetti anche la commedia nera Arsenico e vecchi merletti) e l’eclettico Howard Hawks (Susanna!, La signora del venerdì, Colpo di fulmine, Ero uno sposo di guerra), anche Ernest Lubitsch (Vogliamo vivere), George Cukor (Incantesimo, Scandalo a Filadelfia), Leo Mc Carey (L’orribile verità), Preston Sturges (Lady Eva).

Susanna! - Cary Grant, Mary Robson

Scandalo a Filadelfia - James Stewart, Cary Grant, Katharine Hepburn
Nel dopoguerra furono ancora girati film ascrivibili a questo genere, come Il magnifico scherzo di Hawks o la rivisitazione cinefila Ma papà ti manda sola? di Peter Bogdanovich: in realtà molte commedie degli anni Cinquanta e Sessanta anche se non sono “screwball” in senso stretto ne hanno ereditato alcuni elementi (come il ritmo serrato, situazioni strambe o assurde, vivaci scambi di batture, travestimenti e scambi di persona, ecc.). In particolare, le commedie del grande Billy Wilder, ne sono debitrici: A qualcuno piace caldo, Baciami stupido, Uno due tre e, soprattutto, a suggello della sua lunga carriera Prima pagina (terza rivisitazione dopo quelle di Milestone e Hawks della celebre commedia di Hecht – Mac Arhur) e Buddy Buddy.

Prima pagina - Walter Matthau, Jack Lemmon, Susan Sarandon
Molti dei migliori interpreti dell’epoca hanno contribuito al successo di pubblico e di critica come, ad esempio, Clark Gable, James Stewart, Claudette Colbert, Carole Lombard, Gary Cooper, Rosalind Russell, Katharine Hepburn, Irene Dunne fra i più noti, oltre ad una schiera di validi caratteristi. Su tutti, però, svetta Cary Grant, la vera icona della commedia, buffonesca o sofisticata che sia, per la sua classe sopraffina e il carisma scenico che gli permetteva di essere efficace e di suscitare divertita simpatia senza mai cadere di tono.
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Adattissima a questo genere di commedie era anche, direi, Lucille Ball, oggi poco ricordata. Capace anche di interpretare film esplicitamente comici, una rarità al femminile.
Grazie dell'informazione. I nomi che ho citato sono solo a titolo esemplificativo, quindi soggetti ad aggiunte e rettifiche.
Mi piace questo genere cinematografico. In lockdown ne ho visto qualcuno. Oltre a quelli già segnalati mi sono piaciuti "La via dell'impossibile" di Norman McLeod, "La ragazza della Quinta Strada" di Gregory La Cava e "Il Signore e la Signora Smith" di Alfred Hitchcock. Spero di recuperare qualche titolo da te citato.
Grazie dell'interesse. Secondo me, tuttavia, molte delle commedie di quegli anni non sono invecchiate benissimo, ma mostrano il peso degli anni.
Qualche film ha perso parte del suo fascino considerata l'epoca in cui vediamo queste pellicole. Tuttavia per il fatto stesso di appartenere ad un passato molto lontano questi lavori sono il prezioso documento di un'epoca complessa segnata da avvenimenti di tale portata da influenzare almeno un decennio di cinema.
Secondo me, è un genere che non ha affatto perso freschezza. Per me, che pure ne ho viste pochissime, sono la quintessenza del film "leggero" e la risposta a chi mi dice "Quando voglio spegnere il cervello, guardo i cinepanettoni/commedie popolari italiane degli ultimi 25 anni". Ecco, io quando sono stanco e non voglio essere 'troppo' attento alla visione, metto su una bella screwball comedy. Un anno fa ho visto, su PrimeVideo, "Susanna" di Howard Hawks che hai anche citato e mi sono divertito un mondo. Nella loro apparente semplicità, nascondono una complessità tematica e di messa in scena davvero notevole e sono, probabilmente, il retaggio del cinema muto - in termini di recitazione, fisicità attoriale e regia - che sia durato di più nella storia del cinema. Film come "Susanna" o "Quando la moglie è in vacanza" di Billy Wilder - autentico capolavoro che, pur non essendo propriamente screwball, ne contiene numerosi elementi - permettono di spegnere il cervello e, clamorosamente, imparare ugualmente tantissimo divertendosi al contempo
Non tutte le sere si può vedere il Barry Lyndon di turno ma non per questo bisogna abbandonarsi a Natale a New York: è in queste occasioni che le commedie del cinema classico tornino meravigliosamente utili
Ovviamente non vi è paragone possibile con i cinepanettoni!!! Però citare "Susanna" è fin troppo facile. Ancora oggi è considerato (e a ragion veduta!) uno dei capolavori del cinema (non della screwball comedy). Tra le tante, però, alcune commedie pazzerelle sono effettivamente di minor impatto per i canoni del 2021. In genere concordo comunque con te @Alvy perché alla fine se un film è buono lo rimane a prescindere dal tipo a cui appartiene. Anche la s.c. annovera nei suoi ranghi perle capaci di far parlare ancora di sè e divertire lo spettatore moderno nonostante il tempo passato.
Forse è grave, lo posso dire? A me Susanna non è piaciuto mica tanto (***)...
Quando mi riferisco alla "stagionatura"ho presente soprattutto a certe gag un po' troppo esagerate per suscitare l'ilarità del pubblico. Ritengo che la loro forza e il loro appeal ancora attuale risiedano soprattutto nella recitazione e nella regia capace di rendere il ritmo fluido senza far mai scemare l'interesse dello spettatore: la cosiddetta "regia invisibile, che non ricorre a particolari artifici ma è estremamente funzionale.
Caro Cherubino lo puoi dire benissimo, anche se trovo Susanna! molto divertente, come film gli preferisco La signora del venerdì
Ho lì da vedere Ventesimo Secolo. Lo inseguivo da anni. Alla fine l'ho trovato alla Feltrinelli. Che io sappia esiste solo la versione sottotitolata: ce la farò a stare a dietro all'overlapping dialogue di Hawks? Lo spero. Bella pagina questa, complimenti. Solo un paio di considerazioni. Ho sempre pensato che l'Hays Code abbia avuto come effetto proprio quello di far puntare gli Studios sulle commedie, lasciando perdere ad esempio i gangster movie che nei primi 30's stavano spopolando. A quel punto, poi, spettava ai registi più brillanti inserire allusioni sessuali (o comunque trasgressive) cifrate nelle maglie di trame apparentemente inappuntabili. Altra cosa: ma un film come Scandalo a Filadelfia non è Sophisticated Comedy, più che screwball?
Ti ringrazio per l'interessante commento. Quantoa Scandalo a Filadelfia potresti aver ragione: sono diversi anni che non lo vedo e il mio ricordo è un po' vago.
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