Ogni qualvolta si assista alla promozione di un nuovo film e si scorga la parola "remake", la stragrande maggioranza degli spettatori, cinefili inclusi, inizia ad alzare gli occhi al cielo, a sospirare rassegnatamente e a proferire l'espressione magica Ah, non ci sono più idee, il cinema è in crisi, i bei tempi sono passati!
La domanda che mi faccio è: perché? Perché tutto questo odio per il concetto stesso di "remake", cioè di rifacimento? Rifare un'opera del passato è prassi consolidata da sempre non solo nel cinema. Ed è un'operazione che, se animata da istanze artistiche, può rivelarsi molto difficile e meno scontata di quanto non si possa credere ad un'occhiata superficiale. La storia del cinema è ricca di esempi di questo tipo, a partire dagli albori assoluti: George Méliès (non proprio un cinico businessman della Disney del XXI secolo interessato solo all'aspetto commerciale) realizzò, nel 1896, il cortometraggio (1 minuto di durata) Partie de cartes, remake di La partita a carte (42 secondi di durata) dei fratelli Lumière del 1895.
La cosa (1982) di John Carpenter è un remake di La cosa da un altro mondo (1951) di Howard Hawks
La mosca (1986) di David Cronenberg è un remake di L'esperimento del dottor K. (1958) di Kurt Neumann
Scarface (1983) di Brian De Palma è un remake di Scarface - Lo sfregiato (1932) di Howard Hawks
Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone è un remake di La sfida del samurai (1961) di Akira Kurosawa che sarà, a sua volta, rifatto da Walter Hill con Ancora vivo - Last Man Standing (1996) con Bruce Willis
I dieci comandamenti (1956) di Cecil B. DeMille è un autoremake sonoro e a colori: DeMille aveva già fatto I dieci comandamenti nel 1923 (muto e, per gran parte, in B/N)
Ben-Hur (1959), capolavoro di William Wyler, è il secondo remake di Ben-Hur (1907), capolavoro del cinema muto, dopo la versione omonima del 1925, anch'essa capolavoro del cinema muto. Innegabile che la versione del 2016 sia orrenda
L'uomo che sapeva troppo (1956) di Alfred Hitchcock è un autoremake: Hitchcock aveva già fatto L'uomo che sapeva troppo durante il periodo britannico, nel 1934.
Angeli con la pistola (1961) di Frank Capra con Glenn Ford e Bette Davis è un autoremake: Capra aveva già raccontato la medesima storia in Signora per un giorno (1933)
Prima pagina (1974) di Billy Wilder è il secondo remake di The Front Page (1931) di Lewis Milestone di cui Howard Hawks aveva già fatto un remake chiamato La signora del venerdì (1941)
Nosferatu, il principe della notte (1979) di Werner Herzog è un remake di Nosferatu il vampiro (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau
L'esercito delle 12 scimmie (1995) di Terry Gilliam è un remake versione lungometraggio del cortometraggio La jetée (1962) di Chris Marker
Ore disperate (1990) di Michael Cimino con Mickey Rourke, Anthony Hopkins e Mimi Rogers è un remake di Ore disperate (1955) di William Wyler con Humphrey Bogart
Fantasmi da Marte (2001) di John Carpenter è una sorta di autoremake (un newquel in realtà): Carpenter aveva già fatto Distretto 13 - Le brigate della morte (1976) di cui nel 2005 Jean-François Richet realizzerà anche un pessimo rifacimento intitolato Assault on Precinct 13
Cape Fear - Il promontorio della paura (1991) di Martin Scorsese con Robert De Niro, Nick Nolte, Juliette Lewis e Jessica Lange è un remake basato sia sulla sceneggiatura (firmata James R. Webb) di Il promontorio della paura (1962) diretto da J. Lee Thompson sia sul romanzo Il promontorio della paura (1958, titolo originale: The Executioners) scritto da John MacDoanld
The Departed (2006) di Martin Scorsese è un remake del film cantonese Internal Affairs (2002) diretto da Andrew Lau e Alan Mank
True Lies (1994) di James Cameron con Arnold Schwarzenegger e Jamie Lee Curtis è un remake del film francese, inedito in Italia, La totale! (1991) di Claude Zidi
Psycho (1998) di Gus Van Sant è un buon remake dell'inarrivabile e leggendario capolavoro Psycho (1960) di Alfred Hitchcock. Tra l'altro, sempre nel 1998, uscì Delitto perfetto di Andrew Davis con Michael Douglas, Viggo Mortensen e Gwyneth Paltrow, orrendo remake del capolavoro Delitto perfetto (1954) sempre diretto da Alfred Hitchcock
Suspiria (2018) di Luca Guadagnino è un buon remake del leggendario Suspiria (1977) di Dario Argento
King Kong (2005) di Peter Jackson è il secondo remake di King Kong (1933) di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack che aveva già avuto un rifacimento omonimo nel 1976 diretto da John Guillermin prodotto da Dino De Laurentiis con Jeff Bridges e Jessica Lange
Il salario della paura (1977) di William Friedkin è un remake del capolavoro Vite vendute (1953, titolo originale: Le salaire de la peur) di Henri-Georges Clouzot
Tutti i battiti del mio cuore (2005) di Jacques Audiard è un remake di Rapsodia per un killer (1978) di James Toback con Harvey Keitel
Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco (2001) di Steven Soderbergh è un remake di Colpo grosso (1960) di Lewis Milestone con Frank Sinatra e Dean Martin
E' nata una stella (1937) di William A. Wellman ha avuto ben 3 remake: È nata una stella (1954) di George Cukor con Judy Garland (la miglior versione delle 4), E' nata una stella (1976) di Frank Pierson con Barbra Streisand e Kris Kristofferson e, infine, A Star is Born (2018) di Bradley Cooper con Lady Gaga e Bradley Cooper stesso
Insomma, un remake ha le stesse probabilità di un film "originale" di essere bello o brutto, bellissimo o bruttissimo, dimenticabile o indimenticabile, perfetto o imperfetto, brillante o sciatto, etc. etc. etc. etc.
Tra l'altro, sarebbe anche interessante discutere sul concetto di "originale" nel mondo dell'arte. Cosa significa davvero "originale" e dopo quanto tempo un film ritenuto "fresco, nuovo e innovativo" diviene un classico? La celebre scena delle bollicine di Taxi Driver (1976) che Scorsese riprende, come omaggio, da Fuggiasco (1947) di Carol Reed come va giudicata? Tarantino che "prende in prestito" scene da Vertigo (1958) o da 8½ (1963) in Pulp Fiction (1994) che tipo di operazione compie? David Lynch che, in Mulholland Drive (2001), di fatto riprende nuclei tematici già descritti in Viale del tramonto (1950), Vertigo (1958) e Persona (1966), inserendoli nell'atmosfera del suo Strade perdute (1997), come va giudicato? L'influenza della trilogia di Batman di Nolan (2005-2008-2012) su Skyfall (2012) come va considerata? Radio Days (1987) quanto è debitore di Amarcord (1973)? Fantozzi (romanzo del 1971 e film di Salce del 1975) quanto deve a L'appartamento (1960)? Prova a prendermi (2002) è un gemello diverso di Arancia meccanica (1971)? I ponti di Madison County (1995) è un figlio in tarda età di Breve incontro (1945)? I duellanti (1977) può essere compreso fino in fondo senza essere messo in confronto con Barry Lyndon (1975)? Joker (2019) è un cocktail di Taxi Driver (1976) e Re per una notte (1982)?
E mi limito ai riferimenti film-film perché, se dovessimo tirare in ballo anche le influenze letterarie e musicali, probabilmente faremmo notte. Quanto conta studiare Così parlò Zarathustra (1896) di Richard Strauss nell'analisi di 2001 - Odissea nello spazio (1968)? E quanto I Malavoglia (1° edizione: 1881) di Giovanni Verga hanno influenzato Luchino Visconti nel realizzare Rocco e i suoi fratelli (1960)?
Insomma, dopo millenni di storia dell'umanità, di cosa parliamo precisamente quando ci riferiamo al termine "originalità"? Perché detestare aprioristicamente un remake prima ancora di averlo visto? E siamo davvero sicuri che un film non remake, magari anche capolavoro, sia del tutto "originale"? L'ossessione per una non meglio precisata "originalità" ha effettivamente senso di esistere nella mente di noi spettatori?
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