Ha vinto Titane, il film (coproduzione belga francese) più furbo e calcolato dell'affollato Concorso (ben 24 film, tra opere già previste per l'edizione 2020 poi saltata per Covid, e quelli aggiunti quest'anno). Ma era il film di una donna e dunque era bene che vincesse; mischiava a casaccio tematiche che oggi stanno molto a cuore (la ricerca di una propria identità, sessuale ma non solo, il riscatto della donna che finalmente domina e che risponde alla violenza con molta più truculenza di quanto sembra ricevere), in un thrilleraccio pretenzioso frutto di calcoli studiatissimi e scaltri che tentano di riciclare tematiche alla Cronenberg (si è parlato di Crash, ma al confronto c'è solo da provare imbarazzo): no, non mi convincerete a riconsiderare quello che, a tutti gli effetti, è stato il film-bluff del festival.... almeno secondo il mio irrilevante e completamente opinabile parere.
Non è stato invero un Concorso memorabile, surclassato, come quasi sempre è avvenuto in passato, da sezioni più oneste e lungimiranti (la Quinzaine su tutte come sempre!) che non si accaparrano titoli a scatola chiusa né tantomeno autori ormai prenotati, ma scelgono in base alla qualità artistica del prodotto.
Risultato: quasi una decina di film, alcuni di autori anche celebri e altrove notevoli, che mi sono apparsi insufficienti, inadeguati, spenti o poco ispirati.
D'altro canto non sono mancate le eccellenze, le conferme di autori a mio avviso unici (la triade Weerasetakul/Noè/Hong Sang-so ha fatto faville e mi ha dato emozioni uniche!).
Eccovi un sunto del mio "tragitto cinefilo", considerato per sezione e in ordine cronologico di visione per ognuna di esse.
Alcune delle recensioni sono già disponibili cliccando sui titoli evidenziati, Altre seguiranno, compatibilmente con un ritorno inevitabile alla vita di tutti i giorni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta