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Cannes 2021: Dario Argento protagonista di Vortex - Intervista
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Sarà presentato oggi al 74mo Festival di Cannes, fuori concorso, Vortex, il nuovo lavoro di Gaspar Noé, un film su una coppia di ottantenni che comincia a fare i conti con il passare del tempo e la demenza che incombe. Meno provocativo, meno provocatorio e meno violento dei film a cui il regista ci ha abituati, Vortex è dedicato dal regista alla madre e in generale a tutti coloro che ci hanno protetto durante l'infanzia e che con il passare del tempo vanno incontro a un deterioramento delle loro facoltà mentali, un'esperienza purtroppo molto comune. Protagonista del film, a fianco di Françoise Lebrun e di Alex Lutz (nei panni della moglie e del figlio), è il nostro Dario Argento, intervistato per l'occasione.

 

Questa è la prima volta che recita da protagonista in un film.

Sono stato il narratore di molti dei miei film, tra cui SuspiriaOpera e Tenebre, e si possono vedere le mie mani che accoltellano le donne in Giallo/Argento. Gaspar Noé è uno dei miei più grandi amici, ci conosciamo da più di vent'anni. Mi ha pregato, mi ha detto di aver scritto Vortex per me e tutti coloro che ho intorno mi hanno consigliato di accettare. Anche se, quando Gaspar è venuto a Roma per incontrarmi e abbiamo guardato il suo Love alle 10 del mattino, devo ammettere che avevo grossi dubbi. Alla fine, è stata mia figlia Asia a convincermi. E così, a 80 anni, ho accettato di recitare la mia prima parte da protagonista, e in francese. Ci ho messo tutta la mia buona volontà, tutta la mia forza, tutto il mio essere nel farlo.

Cosa ha pensato della sceneggiatura?

Non c'era una sceneggiatura vera e propria ma una quindicina di pagine. Con i miei due compagni di scena, abbiamo improvvisato l'intero film. Gaspar ci parlava di una situazione e noi improvvisavamo per periodi di tempo più o meno lunghi. Ma non è stato complicato. Credo che sarebbe stato più difficile per me con un vero copione, con dialoghi da seguire, dal momento che faccio fatica con il francese. Ho dovuto cercare ispirazione nel profondo di me stesso, dei miei sentimenti.

La sua esperienza di regista l'ha aiutata?

Certo. Ho diretto attori per anni, sono stato al loro fianco. E me ne sono ricordato. Per Vortex, spesso tutto è stato molto tecnico a causa delle due camere usate dal regista e dello split screen, dei molti ciak (anche se anch'io giro i miei film con due camere). Da attore, non ci pensi. Pensi solo alle tue scene, a ciò che hai da dire, ma non alle camere. Gaspar ha girato lui stesso, era dietro a una delle camere. Era presente e ha parlato molto con gli attori. Ma è stato faticoso. Abbiamo girato le stesse scene molte volte di seguito ma non ricordavo ciò che improvvisavo e quindi facevo qualcos'altro. Le sessioni di improvvisazione era qualche volta molto lunghe. Ricordo in particolare la mia conversazione al telefono con il mio amico, il critico Jean-Baptiste Thoret, durata ben 31 minuti!

E in più interpreta un critico cinematografico.

Ho iniziato la mia carriera come critico. Prima di scrivere la sceneggiatura di C'era una volta il West per Sergio Leone e diventare regista, sono stato un critico cinematografico, in particolare per il quotidiano Paese Sera. Per Vortex, Gaspar mi ha chiesto quale fosse la professione del mio personaggio e io ho pensato al critico cinematografico.

Una parola sui suoi compagni di set, Françoise Lebrun e Alex Lutz.

Françoise è un'attrice molto interessante e Alex è un improvvisatore nato, molto dotato. Mi ha aiutato molto con le mie improvvisazioni.

Ha appena cominciato a girare il suo nuovo film, Occhiali neri, alla fine di giugno, a dieci anni di distanza dal suo ultimo impegno da regista. Come si sente?

Sono un po' irrequieto, non riesco a dormire in questi giorni (ride). Si tratta di un giallo, ovvio, con mia figlia Asia.

Cosa le resterà di Vortex?

Per Gaspar è un film molto intimo, una storia personale che lo tocca. Potrebbe essere il film più importante che ha diretto. Sono molto felice di questa esperienza, molto entuasiasta, ma non reciterò mai più: Vortex rimarrà un'esperienza unica e sola.

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