Lo hanno detto. Finalmente. Hanno rivelato il numero che Hollywood Reporter ha addirittura dichiarato potrebbe essere il game-changer: il punto di svolta. Forse è un po’ troppo, forse è presto e forse vanno tenute da conto le condizioni particolari e favorevoli, ma il dato mancava e averlo apre scenari e ragionamenti. Stiamo parlando dell’incasso ottenuto dallo streaming di Black Widow, che è uscito nelle sale americane il 9 luglio scorso (da noi il 7) in contemporanea con l’uscita online su Disney+, ma - notate bene - nella sezione VIP e quindi con un prezzo aggiuntivo di 30 dollari (oltre all’abbonamento).

Black Widow (2021): Scarlett Johansson, Florence Pugh
Ora tenetevi forte: nel weekend di apertura, nelle sole sale americane, Black Widow ha incassato 80 milioni di dollari. In streaming, nello stesso periodo (ma in questo caso in tutti i Paesi raggiunti dalla piattaforma), ha fatto suoi altri 60 milioni dollari.
Se agli incassi americani del weekend di esordio aggiungiamo quelli worldwide (compresa anche l’Italia dove il titolo ha superato 2.5 milioni di euro nella prima settimana), che ammontano a 78 milioni di dollari, abbiamo un totale di 158 milioni. Sommando anche gli incassi dello streaming si arriva a 218 milioni. L’uscita in streaming è pari quindi, per il solo primo weekend, a circa il 27% degli incassi totali (ma rappresenta una quota ben maggior dei profitti, visto che il guadagno ottenuto dallo streaming su piattaforma proprietaria non viene diviso con le sale, come il resto degli incassi).
La divulgazione di questo dato è una novità importante. Sin qui mai nessuna piattaforma di streaming aveva dichiarato il valore degli incassi di un’uscita di questo rilievo e in molti (noi compresi) si sono chiesti cosa li frenasse. Sicuramente pochi titoli fin qui hanno mostrato cifre interessanti e i motivi sono vari: in primis perché i film usciti in PVOD (Premium Video on Demand, quindi pagando un biglietto virtuale) non sono stati molti e hanno un storia tutto sommato recente. Infatti più spesso i film - anche quelli usciti in streaming causa pandemia - sono andati a ingrossare i cataloghi SVOD (Subscription Video on Demand, cioè film visibili pagando un abbonamento) e comprendere quanto abbiano fruttato le loro visualizzazioni è molto più complicato, se non impossibile.
Ovviamente la motivazione di Disney è in qualche modo pubblicitaria: il numero è grosso, vistoso. Vuol dire che 2 dei 103 milioni che in tutto il mondo già pagano un abbonamento a Disney+ hanno deciso di tirare fuori altri 30 dollari per vedere Black Widow. Non è poco. E può contribuire a dare una spinta: così come vantare la posizione di un film al botteghino serve per chiamare altro pubblico, dichiarare un successo può spingere altri spettatori a fare coda. Se è piaciuto un motivo ci sarà, si pensa.
La Disney ha fatto sapere che procederà così anche in futuro e d’ora in poi il conteggio finale sull’incasso dovrà essere integrato con il dato dello streaming (cosa che il sito Boxofficemojo, che registra e divulga gli incassi, non ha ancora fatto e che dovrebbe in futuro abituarsi a fare).
La psicologia e il marketing hanno qui una loro parte vitale. Ma il numero infine rivelato ci dice anche un’altra cosa: che - pandemia o no - il pubblico mondiale ha “svoltato” e che l’opzione di vedere a casa e a pagamento ciò che prima si vedeva al cinema è valida e possibile, anche quando la visione al cinema è disponibile. Non solo: si tratta anche di un’opzione redditizia per chi produce. Il mercato sta cambiando o è cambiato già, piaccia o no. E non stiamo parlando solo dello streaming, badate bene: stiamo parlando di tutto il cinema che finora è andato in sala, approdando allo streaming solo a fine ciclo.
Naturalmente Disney si è anche affrettata a dire che a partire dall’autunno si tornerà alle uscite in sala tradizionali, ma se i dati sono questi la domanda è “ma chi glielo fa fare?”. La loro sembra più una rassicurazione del momento ai gestori delle sale che non una verità scolpita nel bronzo. Chiaramente il modello funziona, anche se non è applicabile a tutti i titoli: vale solo per blockbusters che hanno già un traino sicuro e un pubblico consolidato. Ma il futuro è disegnato e la prossima battaglia dei grandi studios sarà per l'ulteriore restrizione (o l’abolizione, come in questo caso) delle finestre temporali che separano l’uscita nelle sale da quella in streaming.
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Ma non si diceva "verità scolpita nella pietra"? Ti sei portato un paio di migliaio di anni avanti? :-)
Comunque io mai mi sognerei di pagare 30 (extra) dollari per vedere un film in TV/PC!
ho mescolato effettivamente con aere perennius.
Manco io. Ma non ho tre figli: in quel caso chissà.
Commentavo questo pezzo di news con mia moglie, la quale ha una sua spiegazione del fenomeno (al di la del contingente covid, chiaro) e cioè che il genitore moderno ha possibilità economiche ma non tempo da dedicare ai propri pargoli. Al cinema i bimbi non ce li puoi mandare da soli, mentre a casa paghi quei 30 dollari e si resta a casa, 2 ore coi cuccioli appiccicati al video (o fuori dalle palle...) da investire in qualcosa che probabilmnete renderà ben piu di 30 dollari. Il problema è che andare al cinema tutti insieme è un momento importante di comunione, soprattutto per il bambino, a prescindere dal titolo scelto. Io i film visti in sala coi miei da bambino me li ricordo, quelli visti a casa no. E la ragione non è certo che quelli che passavano in tv non erano prime visioni. Tutto ciò andrà perduto, ed è un peccato. Spero quindi vivamente che a emergenza covid conclusasi (quando... se...) quel 27 diventi uno 0.27...
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