La 93ma edizione della Notte degli Oscar passerà alla storia per essere la più insolita di sempre. Il CoVid ha costretto l'Academy a rivedere date e luoghi della cerimonia con una formula che, qualora funzioni dal punto di vista degli ascolti televisivi, potrebbe essere la giusta risposta al calo di interesse che la cerimonia ha registrato negli anni passati.
Non possiamo non parlare dell'Italia: niente da fare per il trucco, le acconciature e i costumi di Pinocchio, battuti da Ma Rainey's Black Bottom, titolo che si appropria di due statuette ingiuste per dei compartimenti tecnici al limite dello sciatto. Delusa poi ogni speranza legata a Laura Pausini e alla sua Io sì da La vita davanti a sé. Un'ennesima débacle di cui sarebbe opportuno indagare origine e motivazione, magari destituendo tutta la commissione che si occupa di designare il titolo italiano per la cerimonia: da anni, i componenti non azzeccano un titolo che sia uno ed è diventato francamente inammissibile. Così come, puntualmente, fanno mancare il giusto sostegno a coloro che in maniera indipendente riesce ad agguantare una candidatura.
Colli e Pegoretti collegati da Roma.
Nessun titolo ha stravinto. In molti di quelli entrati come favoriti hanno fallito la loro missione, a cominciare da Mank, candidato inutilmente a 10 premi. Nomadland è il più premiato con 3 statuette.
Mank 2
Soul 2
Minari 1
Soul 1
Il mio amico in fondo al mare 1
Tenet 1
Diario della serata
02:00: Dopo la lunga diretta dal red carpet con annesse le esibizioni delle cinque canzoni candidate (per la prima volta, le canzoni non vengono eseguite durante il corso della serata), la cerimonia ha inizio con una sigla con tanto di titoli di testa al pari di un film: Regina King si appropria del palco dell'Union Station, caratterizzato da una scenografia à la golden era che ricorda tanto un club privato degli anni Trenta. Il primo pensiero è dedicato alle vittime del CoVid e al movimento Black Matter: "Sono madre di un figlio nero e so con quali paure si deve convivere". Il primo atto è dedicato alla sceneggiatura, originale e non. Una donna promettente regala l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale a Emerald Fennell, che condivide il premio con il cast artistico e tecnico del film e con la famiglia, marito e figlio in primis (la regista e attrice era incinta al settimo mese al momento delle riprese). The Father vince un po' a sorpresa la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale: Florian Zeller, in collegamento, ricorda di aver scritto la storia solo ed esclusivamente per il protagonista Anthony Hopkins.
02:20: Laura Dern, vincitrice dell'Oscar 2020 come miglior attrice non protagonista, ricorda quando da bambina è andata con la mamma al cinema a vedere La strada di Federico Fellini, di cui ricorda l'interpretazione di Giulietta Masina: deve a lei il suo desiderio di divenire attrice. Il richiamo all'opera del maestro italiano serve a lanciare il premio al miglior film internazionale: La strada è stato infatti il primo film straniero a essere premiato nella categoria. Un altro giro di Thomas Vinterberg si aggiudica come da previsione la statuetta: il regista ricorda come lasciar andare il controllo aiuti ad andare avanti nella vita. Ringraziamenti alla troupe: "Siete riusciti a salvare me e il film". Toccante il momento in cui Vinterberg ricorda l'incidente automobilistico che gli ha portato via la figlia poco dopo l'inizio delle riprese: il film è un omaggio a lei. L'Oscar è, ovviamente, a lei dedicato. Un altro giro dovrebbe arrivare in sala il prossimo 20 maggio per Medusa.
Sempre Dern presenta il premio al miglior attore non protagonista. Ha la meglio Daniel Kaluuya in Judas and the Black Messiah. "Grazie Dio", sono le sue prime parole, "non sarei qui senza la tua protezione. E grazie mamma, per averci creduto e per avermi dato tutto quello che si poteva dare". "C'è molto lavoro da fare per tutti noi", ha aggiunto ricordando il movimento per i diritti dei neri.
02:40: Don Cheadle presenta la categoria trucco e acconciatura, dove l'Italia è rappresentata dal lavoro di Dalia Colli e Francesco Pegoretti per Pinocchio. Vince, però, immeritatamente diciamolo, Ma Rainey's Black Bottom: ringraziamenti per gli antenari neri che hanno fatto da apripista nelle categorie tecniche da parte dei tre vincitori. Segue il premio per i migliori costumi: si spera con Massimo Cantini Parrini per Pinocchio ma anche questa volta ha la meglio Ma Rainey's Black Bottom. Anche qui ci sarebbe molto da discutere, ha vinto il politicamente corrotto dal momento che se c'è una cosa in cui il film targato Netflix non eccelle sono proprio i costumi (per dirla con le parole di Gianni Canova, ce n'è uno solo dall'inizio alla fine).
02:55: Arriva il momento dell'Oscar alla miglior regia. Il premio è come da tradizione introdotto dal regista premiato l'anno precedente, Bong Joon Ho: "Se dovessi spiegare a un ragazzino di strada cos'è la regia in 20 secondi cosa diresti?", questa è la domanda che ha posto ai cinque colleghi candidati. Chloé Zhao, cresciuta in Cina e seconda donna a vincere un Oscar per la regia (la prima è stata Kathryn Bigelow), impugna senza sorpresa la statuetta per Nomadland, un viaggio folle che si fa una volta sola nella vita. Nei ringraziamenti, ricorda un gioco che faceva da bambina in tre fasi: le persone alla nascita sono profondamente buone è il succo di un discorso dedicato alla bontà che la fa andare avanti.
03:10: Si va avanti con il premio al miglior suono assegnato da Riz Ahmed, in uno strano cortocircuito, a Sound of Metal: nei ringraziamenti, si ricorda per la seconda volta Federico Fellini, che asseriva come quello che resta di un film sia la vitalità che lascia dentro. Si premia anche il miglior cortometraggio: Two Distant Strangers di Travon Free e Martin Desmond Roe, con un discorso che, elencando il numero delle persone, soprattutto nere, uccise dalle forze di polizia in un anno negli Stati Uniti (il cui nome è impresso anche nei tuxedo dei registi), invita a non essere indifferenti.
03:20: Il premio Oscar Reese Whiterspoon è chiamata a presentare l'animazione. Si parte con la statuetta al cortometraggio animato Se succede qualcosa, vi voglio bene di Will McCormack e Michael Govier: ennesima dedica politica, questa volta alle vittime da arma da fuoco. Il miglior lungometraggio animato è invece Soul. Lettera d'amore nei confronti del jazz, il titolo di casa Disney ha saltato la sala per approdare direttamente su Disney+ facendo scoppiare ai tempi una pretestuosa polemica. Ringraziano gli insegnanti di musica e di arte per rendere il mondo un posto migliore i due registi Pete Docter, al suo terzo Oscar, e Dana Murray.
03:35: Marlee Matlin, premio Oscar, assegna i premi al miglior documentario. La prima parentesi è dedicata al doc corto: vince Colette di Anthony Giacchino e Alice Doyard con protagonista Colette Marin-Catherine e la sua esperienza nella Francia occupata dai nazisti. Il premio (il primo per un titolo prodotto da Facebook) è dedicato alle donne che si tengono per mano e lottano per la giustizia. La seconda parentesi è invece riservata ai doc lunghi: vince Il mio amico in fondo al mare di Pippa Ehrlich, James Reed e Craig Foster, incentrato su... un polpo! Al team di polipi che ha preso parte alle riprese va una parte dei ringraziamenti.
03:50: Steven Yeun, ricordando la prima volta in cui nel 1991 è andato al cinema con la madre a vedere Terminator 2, assegna i riconoscimenti ai migliori effetti speciali: vince Tenet grazie al lavoro di Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher. Brad Pitt, premio Oscar 2020, premia la miglior attrice non protagonista: vince meritatamente Yuh-Jung Youn per Minari, in arrivo sia in sala per Academy Two sia su Sky Cinema, ma rimane il rammarico di vedere ancora una volta a mani vuote la grande Glenn Close. L'attrice sudcoreana, la prima asiatica a vincere un Oscar in 63 anni, è felice di conoscere Pitt (curiosamente, è il produttore della pellicola), si presenta scherzando su come in giro per il mondo storpiano il suo nome e si dichiara incredula per impugnare l'Oscar durante una cerimonia che di solito vede in televisione dall'altra parte del mondo. "Ho vinto io perché ho avuto più fortuna di voi", dice alle "avversarie" in tono scherzoso mentre la statuetta è dedicata ai figli, motivo per cui è "uscita di casa per andare a lavorare".
04:00: Halle Berry, premio Oscar, introduce l'Oscar alla miglior scenografia. Mank vince il primo Oscar della serata (è candidato a dieci statuette) grazie al contributo di Donald Graham Burt e Jan Pascale: i ringraziamenti di rito sono per David Fincher mentre Pascale ricorda la moglie Louise, portando un tocco queer sul palco. Si assegna anche la statuetta alla miglior fotografia: Mank segna la doppietta grazie a Erik Messerschmidt.
04:15: Harrison Ford, finora solo candidato e mai premiato dall'Academy, legge alcune note di disappunto legate alla produzione di uno dei suoi più memorabili film, Blade Runner. Il tutto serve a introdurre l'Oscar al miglior montaggio: Sound of Metal vince la seconda statuetta della serata grazie al danese Mikkel E.G. Nielsen, che ringrazia il suo Paese per continuare a investire nella formazione e nelle scuole di cinema e la comunità sorda per averlo accolto e ispirato. L'Oscar Viola Davis ricorda l'impegno civile e politico del collega attore e regista Tyler Perry, noto soprattutto per i suoi film comici. A lui va il Premio Umanitario per il lavoro svolto con la sua Perry Foundation, determinante nel sostenere le persone colpite da CoVid-19.
04:30: Sul palco c'è Zendaya: è il turno della statuetta alla miglior colonna sonora: secondo Oscar per Soul grazie alle musiche di Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste. "Dio ci ha dato 12 note: ogni contributo è un dono divino", dichiara Baptiste che parla anche a nome dei colleghi. Tocca poi alla canzone: ogni speranza italiana affidata alla voce di Laura Pausini (in uno splendido abito nero Valentino Haute Couture) viene delusa dal premio a Fight For You da Judas and the Black Messiah. Ineccepibile sì ma...
04:50: Angela Bassett presenta il momento in memoriam, dedicato agli artisti che ci hanno lasciato tra il 2020 e il 2021, anche per il CoVid e per i reati d'odio. Tra i ricordati, per sempre nei nostri cuori, vi sono Max Von Sydow, Joel Schumacher, Olivia De Havilland, Michael Apted, Bernard Tavernier, Christopher Plummer, Hal Holbrook, Kelly Preston, Irffan Khan, Kim Ki.Duk, Ennio Morricone, Lynn Shelton, Alan Parker, Alberto Grimaldi, Brian Sweenehy, Diana Rigg, Michel Piccoli, Giuseppe Rotunno, Sean Connery e Chadwick Boseman.
05:00: Curiosamente, si procede con il miglior film dell'anno, categoria solitamente premiata per ultima. Tocca all'iconica Rita Moreno, premio Oscar per West Side Story di cui durante il corso della serata è stato presentato il trailer del remake firmato da Steven Spielberg, introdurre i candidati. La statuetta va a Nomadland, già Leone d'Oro allo scorso Festival di Venezia. Ritirano il premio i produttori Frances McDormand, Peter Spears, Mollye Asher, Dan Janvey e Chloé Zhao: il grazie va a tutte le mani e a tutti i cuori che si sono messi insieme per fare il film e atutta la comunità nomade che ha insegnato il potere della resilienza, della forza e della speranza. McDormand invita a vedere il film al cinema, nello schermo più grande possibile. Dal 29 aprile nelle sale che riapriranno (e dal 30 su Disney+).
05:10: Arriva in conclusione il turno degli attori protagonisti. Renee Zellweger premia la migliore attrice dedicando pensieri e parole alle prove di ognuna delle colleghe. Vince l'ineguagliabile Frances McDormand per Nomadland: Non me l'hanno chiesto ma avrei detto ci vuole un karaoke. Non ho parole, la mia voce è la mia spada e sappiamo che il nostro lavoro è la nostra spada. Grazie di averlo riconosciuto", sibillina questa volta l'attrice al suo terzo Oscar da protagonista. Joaquin Phoenix onora invece il miglior attore: è Anthony Hopkins per The Father, prossimamente in sala per Bim. La statuetta, la seconda per Hopkins, viene ricevuta dall'Academy a suo nome: l'attore - il più anziano a ricevere un Oscar con i suoi 83 anni - è assente. Dispiace per la mancata assegnazione postuma a Boseman e la chiusura surreale della cerimonia, senza alcun discorso di ringraziamento da parte dell'interessato: la sensazione è che nessuno era pronto al verdetto
I PREMI
ATTORE PROTAGONISTA
Anthony Hopkins in The Father
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ATTORE NON PROTAGONISTA
Daniel Kaluuya in Judas and the Black Messiah
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ATTRICE PROTAGONISTA
Frances McDormand in Nomadland
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ATTRICE NON PROTAGONISTA
Yuh-Jung Youn in Minari
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FILM ANIMATO
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FOTOGRAFIA
Mank (Erik Messerschmidt)
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COSTUMI
Ma Rainey's Black Bottom (Ann Roth)
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REGIA
Nomadland (Chloé Zhao)
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DOCUMENTARIO
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MONTAGGIO
Sound of Metal (Mikkel E.G. Nielsen)
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FILM INTERNAZIONALE
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TRUCCO E PARRUCCO
Ma Rainey's Black Bottom (Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson)
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COLONNA SONORA
Soul (Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste).
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CANZONE
"Fight For You" da Judas and the Black Messiah
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FILM
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SCENOGRAFIA
Mank (Donald Graham Burt e Jan Pascale)
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SUONO
Sound of Metal (Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michellee Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh)
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EFFETTI SPECIALI VISIVI
Tenet (Andrew Jackson)
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SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
The Father (Christopher Hampston e Florian Zeller)
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SCENEGGIATURA ORIGINALE
Una donna promettente (Emerald Fennell)
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