Cinema e teatro chiusi fino al 30 aprile. L’ultima doccia gelata è appena arrivata da parte del governo Draghi, che continua per ragioni di salute a tenere gli spettatori lontani dall’arte. Con la Pasqua alle porte, non si può non pensare a una vera e propria passione per gli esercenti, per le sale, per gli artisti e per i tecnici. Non la pensa diversamente il maestro Michele Placido, chiamato a mettere in scena la Passione di Cristo per conto della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara di cui è presidente dallo scorso febbraio: “Non ho messo in scena Cristo. Non si può mettere in scena Cristo. Ho messo in scena un pazzo che si crede Cristo. Un Cristo quasi caravaggesco, uno degli ultimi, che si nasconde fra gli anfratti di un teatro ormai chiuso, polveroso e dimenticato. E risorge per vivere, ha voglia di vivere ha voglia di andare in croce. Chiede al Padre Eterno di non farlo soffrire troppo, andrà in giro per questo teatro nascondendosi, rivelandosi, spiando e guardando il suo Golgota. Oggi il teatro chiuso è il Golgota”.
Le parole sono state pronunciate per presentare Passio Christi, un progetto che, coniugando cinema, teatro e poesia, sarà visibile on line gratuitamente da questa sera, 2 aprile, alle 21.00 fino al 5 aprile. Chiunque volesse vederlo non dovrà far altro che cliccare sul video in apertura.
Ma cos’è esattamente Passio Christi? Tra cinema e arte teatrale, Passio Christi riprende anche alcune poesie di Mario Luzi scritte per la Via Crucis al Colosseo nel 1999. Nasce da un’idea di Michele Placido, reduce dal set del suo attesissimo L’ombra del Caravaggio, su testi, oltre che di Luzi, anche di Dario Fo e Salmi biblici a cura di Moni Ovadia. Il lavoro artistico è stato girato in questi giorni, a Ferrara, con il direttore Ovadia, insieme a un cast e a uno staff che parla molto ferrarese: tre ragazzi della scuola d’Arte cinematografica Florestano Vancini (Gianluca Ferroni, Marco Sansoni e Filippo Romanelli, il primo attore in scena, gli altri in regìa), Amira Ech Cherrate, allieva del Centro Preformazione Attoriale di Ferrara, il Coro dell’Accademia dello Spirito Santo diretto da Francesco Pinamonti, Antonio Aiello dell’orchestra Città di Ferrara. Anche alcuni tecnici del teatro sono stati scelti da Placido per interpretare alcune parti, mentre riprese, montaggio e postproduzione sono di Civetta Movie. Il ‘Cristo’ sarà l’attore Vito Lopriore, con le interpreti femminili Daniela Scarlatti e Sara Alzetta. Nella creazione video e regìa - a fianco di Placido – c’è anche Toni Trupia, noto per Itaker ed Ero Malerba, che anticipa: “La passione è credere ancora nella possibilità di restare umani, nonostante tutto quello che sta succedendo in questo mondo. Passio Christi - spiega Trupia - è la passione del creare, è dare un senso a un’idea rispondendo agli stimoli di una città magnifica come Ferrara. Ed è anche l’entusiasmo di Michele Placido e di tutto il gruppo di lavoro coi quali ho condiviso, nonostante tutte le tensioni che viviamo, un momento di gioia”.
“È stata una grande avventura”, dichiara Placido. “Noi ci siamo molto appassionati, abbiamo cercato di dare tanti significati che sono nell'opera di Luzi che, con le sue parole, ci ha suggerito le inquadrature, i soggetti, i personaggi, la loro collocazione. Abbiamo usato gli spazi del teatro, vuoti, senza spettatori, desolanti, e abbiamo filmato in esterni, in Castello e in altri luoghi della città, anche alle 5 di mattina”.
“Passio Christi è la Passione di Gesù che si incarna uomo, diventa uomo e soffre come uomo. Un mistero straordinario - spiega ancora Placido parlando del film teatrale - E soprattutto i versi di Mario Luzi ci hanno donato, durante questa esperienza, delle emozioni straordinarie. La Passione è un momento buio dell'umanità. Siamo tutti in croce. Abbiamo avuto un compito difficile, anche quello di far parlare di cosa soffre il teatro, in questo momento un posto così straordinario che ha una storia antichissima”.
Al progetto Passio Christi - dapprima pensato come una processione teatrale all’alba, poi tramutato in film per via della zona rossa - ha fin da subito preso parte anche il direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia, che sottolinea: “La Passione di Cristo, così raccontata, si riverbera su altre passioni, anche quelle dei semplici uomini. Anche Gesù prova ciò che prova l’uomo, che la sua memoria e la sua vicenda, che è nel cuore della cristianità, irradi e riverberi il proprio senso sugli ultimi di questa terra, sui perseguitati, sui diseredati, sui brutalizzati di ogni tempo”.
In un mondo in cui si tende a ‘divinizzare’ l’umano, in Passio Christi si umanizza il divino” spiega l’attore Vito Lopriore, che come lui stesso dice è “stato convocato (da Placido, ndr) per interpretare il ruolo del Cristo iconografico”. “La Passione di Cristo è universale, lo è il dolore così come lo è l’amore” aggiunge Sara Alzetta, che nel film interpreta le parole di Maria alla Crocedi Dario Fo e Franca Rame. “Mi sono ritrovata completamente in questa difficoltà nell’uomo di credere, facendo incarnare questo pensiero da Gesù - spiega Daniela Scarlatti - Partecipare a questo progetto mi ha molto arricchito”. Suo, nel film, è loStabat Mater, nella traduzione in dialetto trentino.
Per chi volesse approfondire, trova qui un lungo video backstage.
Buona Pasqua al cinema.
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