Espandi menu
cerca
I colori della passione
di laulilla ultimo aggiornamento
post
creato il

L'autore

laulilla

laulilla

Iscritto dal 21 febbraio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 100
  • Post 15
  • Recensioni 723
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

 

 

 È visibile – V.O.S. – in streaming, sulla piattaforma della Cineteca di Milano, il film THE MILL & THE CROSS – in italiano I Colori della passione – nel quale il regista polacco Lech Majewski ricostruisce il momento storico in cui nacque il celebre dipinto di Pieter Bruegel il vecchio, che porta il titolo Salita al Calvario (1564).

Il pittore, mentre rappresenta le torture e le violenze inflitte a Cristo dai suoi carnefici, allude metaforicamente alla condizione della sua terra di Fiandra, i cui abitanti, ribellandosi all’occupazione spagnola e al tentativo di imporre il cattolicesimo con la forza, vennero violentemente sottoposti a feroci massacri.

Majewski ci introduce dapprima nella vita quotidiana di un villaggio delle Fiandre alla fine del XVI secolo mettendoci davanti agli occhi le occupazioni degli uomini che ci vivono, le frequenti maternità delle donne, i giochi dispettosi dei bambini, le stanze buie anche in pieno giorno in cui le famiglie convivono promiscuamente con gli animali domestici. La bellissima e nettissima fotografia, che accompagna la ricostruzione storica scrupolosa e attenta, mette in luce molto spesso la perfezione dell’ingranaggio del mulino, che sorge in posizione dominante su tutto il villaggio.
Questo mulino scandisce il tempo; il mugnaio che ne mette in moto il meccanismo, e che lo può fermare a suo piacimento, assume nel corso del film un significato simbolico sempre più chiaro: è Dio che determina, secondo i suoi disegni, le vicende umane, come intuisce lo stesso Bruegel, che non a caso lo colloca in cima a un’altissima roccia, sulla sinistra del dipinto, a dominare la scena di orrore e di dolore che si svolge sotto i suoi occhi, ma lontano da essa. In primo piano, invece, una selva di uomini e donne, oppressi e oppressori, in coerenza con la visione che l’artista aveva della pittura e che costituisce, secondo Majewski, una peculiarità della pittura bruegeliana: far sì che l’occhio del fruitore dell’arte colga soprattutto, a una prima lettura, i particolari che lo coinvolgono di più, anche se sono i meno importanti, perché sono parte del vivere quotidiano. Si snoda, allora, davanti ai nostri occhi il processo di ideazione e di realizzazione del quadro, nel quale l’artista, come Dio, è riuscito a fermare il tempo, per mostrarci i particolari di quel vero calvario che ha contrassegnato un periodo molto buio della storia delle Fiandre e dell’Europa.

La riproduzione di Salita al calvario che segue, di pubblico dominio, è tratta da una pagina di Wikipedia

che ce ne mostra alcuni particolari fortemente ingranditi

 

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati