Gon, the Little Fox, Takeshi Yashiro, JFF Plus 2021
In Giappone l'animazione indipendente nonostante mille difficolta continua imperterrita a perseguire una propria visione all'insegna di una vena poetica raffinata ed esclusiva, un po' come l'opera di Takeshi Yashiro che seguendo, -concettualmente- le orme di Tomoyasu Murata, Hideto Nakata o Naoyuki Tsuji, abbraccia il mondo dell'animazione a passo uno.
Gon, the Little Fox è un corto tanto poetico quanto malinconico e già l'inizio è davvero potente: al calar del sole un ragazzino ansimante, ripreso con una carrellata laterale da destra verso sinistra si appresta a sparare, sotto consiglio spassionato del padre, ed uccidere una giovane volpe. Inizio che in qualche modo anticipa il funesto finale.
Takeshi Yashiro con estrema raffinatezza e sensibilità realizza una piccola perla destinata ai più piccoli ma non per questo propone un approccio edulcorato, anzi al contrario non ha paura a rappresentare la morte oppure sottolineae quanto siano dannosi e pericolosi sentimenti quali l'odio e la diffidenza.
Altamente poetico il finale con camera fissa all'interno di un fienile atta ad osservare l'esterno del locale, locale invaso da una luce accecante il tutto unito da un fuori campo sonoro devastante e tragico seguito poi da un movimento estensivo sul co-protagonista in lacrime (movimento estensivo che si eleva ad inquadratura a piombo schiacciando ed opprimendo il ragazzo).
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