Prima di iscrivermi, nel 2015, a Film Tv, non avevo visto (salvo spezzoni in tv) alcun film di Amedeo Nazzari. Da allora, soprattutto per merito di YouTube, cerco di colmare questa lacuna e per ora penso di essere all'incirca ad un terzo delle pellicole cui ha partecipato, quasi sempre da protagonista (almeno fin verso la fine degli anni '50). Non sono poche: 92, secondo Wikipedia.
Prima o poi penso che sarò in grado di presentarvi una serie di playlist che, parlando un po' di ciascuno di essi, possa dar modo di ripercorrere tutta la sua vita artistica.
Questo "Ginevra degli Almieri" ha naturalmente, ritengo, un'importanza particolare essendo il suo film d'esordio e penso meriti più attenzione di quanta ne abbia avuta sinora. Ma c'è un problema: è sicuramente non facile (non credo però impossibile) reperirlo per una visione. Io non sono riuscito a trovarlo, ma l'ho cercato solo in rete.
Proporvi come "recensione" (di un film non visto?) quel poco che ne ho raccolto non mi sembra il caso. Lo faccio con un Post, soprattutto nella speranza che qualcuno tra chi mi leggerà abbia la possibilità di recensirlo davvero, arricchendo così la scheda del nostro sito, sinora intonsa.
Saluti da cherubino,
6 ottobre 2010
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L'ESORDIO di Amedeo Nazzari:
Nel 1935 è notato da Elsa Merlini che, colpita dalla sua prestanza fisica, insiste per averlo coprotagonista nel film che sta per girare, Ginevra degli Almieri , diretto da Guido Brignone .
La pellicola non avrà il successo sperato e Nazzari penserà di tornare al teatro (vi recitava come professionista dal 1927, avendo iniziato ventenne con la compagnia di Dillo Lombardi e poi con altre più importanti: Annibale Ninchi, Memo Benassi, Marta Abba).
UNA LOCANDINA d'epoca (che potrebbe essere inserita nella scheda di Film Tv):
Un'altra successiva (nella quale ad Amedeo vien dato maggior risalto rispetto ad Elsa)
Da Wikipedia:
TRAMA
La famiglia di Ginevra degli Almieri ha combinato un matrimonio d'interesse ma la giovane Ginevra si rifiuta strenuamente fino a cadere in catalessi tanto da essere sepolta viva (da cui il titolo spagnolo "Sepultada en vida").
Una volta svegliata torna a casa ma la famiglia crede di avere a che fare con uno spettro e cercano di cacciarla. Verrà accolta solo dal giovane pittore squattrinato da sempre innamorato di lei che la porterà all'altare.
NOTE
• Gli autori del soggetto (Ivo Perilli e Luigi Bonelli) dichiararono di aver preso ispirazione da una vecchia leggenda fiorentina.
La storia si svolge sul finire del XIV secolo, periodo in cui la città di Firenze è reduce dalla peste nera.
La storia di Ginevra ha sempre goduto di una certa popolarità fra il popolo, dove però il suo nome si è diffuso e affermato in una forma errata, cioè "degli Almieri" anziché "degli Amieri", venendo quindi tramandato in tal modo.
.... è stata ripresa molto presto in un poemetto in versi scritto da tal Agostino Velletti, vissuto nel XV secolo, che ebbe subito molto successo, ed era ancora ben diffusa secoli dopo. Da tale poemetto sono poi state ricavate numerose altre opere, come un dramma (non pervenutoci) a cui assistette Cosimo de'Medici a Palazzo Vecchio nel 1546. Svariate altre opere si susseguono poi intorno al XIX secolo (.... il 19 aprile del 1815 fu presentata alla Scala di Milano un'opera semi-seria dallo stesso titolo, con musica di Farinelli e libretto di Giuseppe Maria Foppa) ....per arrivare infine nel 1935 al film diretto da Guido Brignone.
• Un dubbio interessante: "Davanti al vescovo, Ginevra chiede che venga sciolto il matrimonio, poiché il marito l'ha data per morta e seppellita e l'ha scacciata quando lei ha poi bussato alla sua porta: la richiesta viene accolta e Ginevra e Antonio possono così sposarsi". Gli autori che dubitano della storicità della vicenda si basano sul carattere insolito e innovativo della decisione presa dal vescovo che invece, secondo i sostenitori, pur essendo molto inconsueta non è sufficiente a decretare l'infondatezza dell'intera storia.
( https://it.wikipedia.org/wiki/Ginevra_degli_Amieri )
• La critica dell'epoca:
Enrico Roma nelle pagine di Cinema Illustrazione del 1º gennaio 1936 «Ginevra degli Almieri è personaggio da farsa. La sua avventura quasi d'oltretomba si prestava per un film buffonesco, per una caricatura del dramma storico. L'impresa è in gran parte riuscita. Le situazioni d'infallibile effetto che l'argomento presentava, l'assieme degli interpreti tra i quali primeggia Elsa Merlini, una messinscena decorosa, hanno offerto al regista quanto di meglio si potesse desiderare. La sua Ginevra è divertente, gustosa. Forse si poteva sfruttare meglio lo spavento dei fiorentini dinanzi a colei che credono lo spettro della ragazza uccisa dall'epidemia, ricavandone altri elementi di comicità. Ma non si può chiedere troppo»
Possiamo vedere il film in rete?
No, da YouTube quel che ho trovato è soltanto un minuto (breve dialogo tra Elsa ed Amedeo):
https://www.youtube.com/watch?v=fWExyEy-xis
INTERPRETI E PERSONAGGI | |
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ELSA MERLINI:
Aveva 33 anni (sei di più di Nazzari) all'epoca del film essendo nata a Trieste (allora austro-ungarica) nel 1903.
(non c'è alcuna parentela con Marisa Merlini, romana, nata nel 1923).
Debuttò sul palcoscenico teatrale a diciassette anni con Annibale Ninchi.
Nel 1930 entrò nella Compagnia Niccodemi e negli anni successivi si affermò come attrice dal repertorio brillante e comico lavorando al fianco di Sergio Tofano e Luigi Cimara sino al 1933.
In questo periodo inizia anche la sua attività di cantante, incidendo molti 78 giri e duettando anche con Vittorio de Sica (ad esempio in Non ti conosco più, canzone tratta dal film omonimo).
Lavorò anche al cinema, protagonista di molti film del cosiddetto filone dei telefoni bianchi e che la vide recitare in titoli come La segretaria privata (1931) di Goffredo Alessandrini e La dama bianca (1938) di Mario Mattoli.
Attrice versatile e prolifica, lavorò nel teatro di rivista con De Sica, passando poi al repertorio goldoniano fino a tornare, soprattutto negli anni cinquanta, alla sua verve comica che l'aveva accompagnata negli anni del debutto.
Frequenti le partecipazioni alla prosa radiofonica EIAR e Rai.
Al termine del secondo conflitto, superato il trauma della tragica morte di Cialente♠, era tornata attivamente al teatro recitando a fianco di Cesco Baseggio, Renzo Ricci ed Eva Magni, Alberto Lupo (in un'indimenticabile edizione de Il mago della pioggia del 1957), Paolo Carlini, Sandro Ruffini, Armando Migliari e Ivo Garrani.
Sul finire degli anni cinquanta approdò in televisione, in sceneggiati come Orgoglio e pregiudizio (1957), Le anime morte (1963), Il mulino del Po (1963) e I promessi sposi (1967), mentre nel 1968 lavorò in radio nella rubrica La maga Merlini.
Aveva abbandonato il cinema nel 1958 (dopo Gambe d'oro, conTotò). Riapparve sullo schermo 18 anni dopo partecipando a Le cinque stagioni, di Gianni Amico, sceneggiato televisivo Rai in 4 puntate ambientato in una casa di riposo.
Dello stesso anno 1976 va ricordata la sua interpretaione teatrale di Mela, di Dacia Maraini.
Morì a Roma tre anni dopo, aveva 79 anni.
È ancora intonsa (priva di locandina, di trama, di fotografie).♥
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♥ (...non più (già da oggi 8.10.20: grazie Spaggy!). Riporto qui la trama ora presente (che giustamente non rivela il finale:
"Firenze, 1400. La giovane Ginevra degli Almieri, appartenente a un'ottima casata, dopo aver sposato l'uomo impostole dal padre, viene colta da una grave depressione e cade in catalessi. Creduta morta, Ginevra viene messa viva nel sepolcro. In una notte di pioggia, la ragazza si sveglia e riesce a fuggire dalla tomba. Giunta a casa sua, viene creduta uno spettro dal padre e dal marito che quindi, tra mille scongiuri, la mandano via. Ginevra trova allora ospitalità presso un umile pittore, che però viene presto accusato di trafugamento di cadavere dalle autorità."
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Nessuna recensione (neppure commenti brevi).
Un solo voto (6/10) dal "pubblico". Nessun Top User (critica).
Pochissimo visto, se ne deduce. D'altra parte sembra proprio assai difficoltoso riuscire a reperirlo oggi.
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Post scriptum del 2.1.2021:
"Il sepolcro di Ginevra è stato aperto e del suo corpo non c'è più traccia. Siamo a Firenze, fine XIV secolo, l'evento diventerà leggenda. Nel 1936 Guido Brignone realizza un film che ho visto grazie a Leo Maltin e YouTube il 31.12.20. Pellicola mal ridotta ma ne è valsa la piena: gradevolissima. Ottima Elsa Merlini, bell'esordio per il bel Nazzari."
(commento breve odierno di cherubino, ****)
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