VENEZIA 77 - UN FESTIVAL IN MASCHERA

UNA FESTA CINEFILA "IN MASCHERA" CHE NON È UN CARNEVALE, MA ANZI CONFERMA CHE UN RITORNO IN SALA È POSSIBILE, UTILE, NECESSARIO PER RICOMINCIARE AD ABITUARSI A VIVERE COME PRIMA, O QUASI.

È finita anche quest'anno. Perché, contrariamente a quanto poteva apparire, la Mostra è innanzitutto partita, ha vissuto il suo corso, particolare, unico, ma tutto perplessità, defezioni di nomi grido, preoccupazioni disparate, quest'ultime più che comprensibili considerata la situazione di semi emergenza in cui continuiamo a trovarci.

È stato un festival di pochi, improntato sul rispetto delle regole: uso obbligatorio e sorvegliato di mascherine lungo tutto il corso della proiezione e anche all'esterno, entro la zona rossa interessata dalla manifestazione.

Accorgimenti, timori e precauzioni che hanno creato defezioni, e condotto il numero degli irriducibili cinefili come me - quelli da 6 film al giorno per intenderci - a restare mascherati dal mattino alle 8 a mezzanotte inoltrara, ritrovandosi a notte fonda con la base delle orecchie segnata da solchi infiammati dall'uso spasmodico dello strumento di protezione; poi liquidi disinfettanti ovunque, ed un posto assegnato isolato ed alternato tra le file, assolutamente non cedibile o modificabile, in modo da poter ricostruire eventuali ipotetici contagi, in caso di situazioni di pandemia in corso. Insomma un festival organizzato col cervello, all'insegna del monitoraggio e della rintracciabilità, ma anche un festival che, non per questo, ha scoraggiato gli irriducibili cinefili di sempre, che hanno dimostrato, con la loro presenza regolata e paziente, che un festival può essere compatibile ed opportuno anche in un periodo difficile e controverso come risulta essere quello di questo presente tormentato e sotto assedio, guardingo e dubbioso, in cui il timore di una nuova esplosione di contagi rimane sempre forte ed in agguato.

Onore al merito a tutto l'imponente staff festivaliero, che ha saputo gestire la macchina organizzativa con grande professionalità e consumato mestiere, offrendo al pubblico condizioni di sicurezza e monitoraggio encomiabili, doverose, ma non proprio completamente scontate.

Soprattutto in questo senso, la Venezia "mascherata" edizione (straordinaria) 2020, suo malgrado, ha molto da insegnare a tutti i festival collaterali e concorrenti, che certamente, pur riconoscendolo o meno, sicuramente studieranno l'ottimale organizzazione veneziana, facendone tesoro ed esperienza.

Noi spettatori di ogni categoria, abbiamo imparato a familiarizzare anche con quel "mostro" (così è stato addirittura ed ironicamente ribattezzato) conosciuto col nome di Boxol, ovvero l'inizialmente controverso e sin diabolico sistema digitale di prenotazione dei posti e biglietti, che ha esordito non proprio brillantemente, conquistandosi tuttavia poco per volta la fiducia di noi utenti al punto da arrivare a desiderarlo anche per le edizioni avvenire, soprattutto per la grande opportunità che esso offre di evitare code devastanti e demotivanti, e creando ordine e sicurezza nell'accesso ad ogni sala, garantendo le condizioni di ingresso sicuro che gli altri anni parevano impossibili.

Grazie anche alla prenotazione digitale di Boxol, ho avuto l'opportunità di visionare, salvo errori di conto, 66 lungometraggi (più una manciata di cortometraggi tra Settimana della Critica e Giornate degli Autori) concentrati in 11 giorni e mezzo di fitte programmazioni, seguendo il consueto percorso esagitato, a volte passibile di modifiche repentine, Boxol permettendo.

L'edizione numero 77, apparentemente sottotono e certamente carente di quei titoli acchiappa pubblico, glamour ed all star che da anni vedevano Venezia come festival "à la mode" ed anticipatore di molti tra i titoli protagonisti della corsa all'Oscar, ha invece riservato, almeno secondo il mio gusto personale, molteplici occasioni per approcciarsi ad opere ed autori unici, rari, di paesi talvolta inconsueti e sconosciuti, permettendoci finalmente di ritrovarci davanti ad un grande schermo ad ammirarli, seppur adeguatamente separati e mascherati, per tornare a provare nuove, spesso entusiasmanti emozioni cinefile.

Le stesse che ho tentato di raccontarvi o farvi recepire nei titoli che troverete qui sotto, che raggruppano la tappa del mio viaggio festivaliero veneziano, elecati secondo una suddivisione innanzi tutto per sezioni, cui seguono i vari elenchi in ordine decrescente di personale mio relativo apprezzamento.

Cliccando su ogni titolo, potrete accedere alle relative recensioni, secondo un lavoro "working in progress" che mi occuperà ancora qualche nottata di lavoro per poter essere completato.

Grazie infine agli altri compagni di viaggio, ufficiali e non, a tutti gli altri amici incontrati in loco, al sostegno prezioso dell'amico Spaggy che anche quest'anno ci ha seguito via rete, ma non meno compiutamente di quando era dei nostri, coordinandoci con quel tocco di professionalità che sicuramente manca a noi appassionati, coadiuvando e raccogliendo i nostri scritti, e sostenendoci in questo nostro convulso, entusiasmante viaggio cinefilo e festivaliero.

Ecco i film: