N.B.: Questo post è stato scritto prima della visione in anteprima di Tenet, che quindi sarà citato ma non sarà pertinente con gli spunti di riflessione fatti.
C’era una volta un bambino.
Questo bambino amava molto il cinema e prendeva voti molto alti a scuola. Gli insegnanti gli davano tutti 8, 9 e 10.
Questo bambino era considerato strano dai suoi compagni di classe. In effetti lui si comportava spesso in modo molto strano e anomalo.
Il bambino portava sempre con sé un orologio rotto, che era indietro di 12 ore. Un bullo glielo aveva preso e l’aveva lanciato contro un muro, rompendolo. Ma invece di comprarne uno nuovo lui continuava a tenere quell’orologio rotto. Ogni volta che era a scuola e scoccavano le 11:00, lui prendeva un cuscino e si metteva a dormire perché credeva che fossero le 23:00. Faceva colazione alle 19:00 di sera e cenava alle 7:00 di mattina.
Tutti tentavano di far capire al bambino che il tempo non funzionava come quell’orologio rotto, ma lui continuava a comportarsi in quel modo.
Una mattina alle 5:00 (per lui di sera alle 17:00) i genitori lo mandarono dalla psicologa, affinché capisse come funzionava il tempo e si comprendesse quale fosse la ragione dietro al suo disturbo.
“Allora bambino, che ora è?”
“Il tempo è relativo alla vita dell’uomo signora psicologa. Tutti noi moriamo, ci riproduciamo e nasciamo. Non si può decidere il giusto in una realtà che opera nell’irrazionale. Tutti i nostri pensieri provenienti dall’Iperuranio altro non sono che riproduzioni sensoriali della realtà circostante. L’amore è in grado di distruggere l’Iperuranio in quanto opera nella dimensione dell’emozionale irreale convulso. L’uomo incontra Dio dietro ogni porta che la scienza riesce ad aprire. La sensazione estetica può diventare una scienza e l’originalità può essere coltivata come una disciplina. La linearità della vita è una linea curva che passa per antani con scappellamento a destra. Senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapia tapioco. Perché secondo l’articolo 12 posterdati per due anche un pochino antani in prefettura.”
“Tutto quello che dici non ha senso bambino. Ripartiamo dall’inizio.
Come ti chiami?”
“Il mio nome è Chris... Christopher Nolan”
Certi autori sono così amati e allo stesso tempo così odiati da generare discussioni infinite sulla validità del loro cinema. Christopher Nolan è a tutti gli effetti uno dei più amati registi del cinema contemporaneo.
Film come Memento e The Prestige gli hanno fatto ricevere ovazioni da parte della critica specializzata, la trilogia del Cavaliere Oscuro gli ha permesso di guadagnarsi l'ammirazione del pubblico generalista, Inception e Interstellar sono tra i più amati film di fantascienza dello scorso decennio, Dunkirk gli ha permesso di ricevere una nomination agli Oscar e Insomnia...
Insomnia no, nessuno se lo ricorda più quel film.
Ciò che mi ha sempre stupito è la reazione globale che si veniva a creare all'uscita di ogni film di questo rinomato regista. In particolare a sorprendere erano i pareri contrapposti degli estimatori e dei detrattori.
L'estimatore di Nolan ama del regista la sua capacità di fondere cinema d'intrattenimento e d'autore. I Film di Nolan sono complicati tanto quanto basta per piacere sia all'intellettuale amante del cinema polacco che allo spettatore casuale amante degli Avengers.
Film semplici, ma non troppo. Intellettuali, ma comprensibili. Commerciali, ma fino al punto giusto.
Invece i detrattori di Nolan criticano proprio la sua vena commerciale. Per loro Nolan altro non è che un venditore di fumo che inganna gli spettatori attraverso una vasta gamma di effetti speciali e trame arzigogolate. Un regista dotato si di talento visivo, ma che alla fine (sempre dal loro punto di vista, non di certo dal mio) non è tanto distante da uno Zack Snyder o da un JJ Abrams.
Generalmente l'estimatore medio di Nolan considera Interstellar e Inception i suoi due migliori film in quanto sono quelli che rispecchiano di più il suo cinema, mentre i detrattori considerano il Nolan post-The Prestige un regista senza idee.
Detto tutto ciò, l'obiettivo di questo post è proprio quello di esplorare il cinema di Nolan in tutti i suoi pregi e difetti, in modo da capire cos'è che rende così divisivo questo talentuoso regista. Oggi mi sento buono, quindi cominciamo dai pregi.
~ I PREGI ~
Diciamolo subito. Nolan è uno che sa come muovere la macchina da presa. Non c'è mai un'inquadratura monotona all'interno dei suoi film, c'è sempre un elemento che riesce a catturare l'attenzione dello spettatore. Attraverso la macchina da presa Nolan tenta di stupire il pubblico e di farlo entrare in un mondo nuovo e sconosciuto. Pochi registi hanno la stessa capacità di attirare l'attenzione di un'intera sala con pochi semplici movimenti di macchina.
Basti pensare all'inizio di Memento dove attraverso una serie di immagini semplicissime il regista riesce a ingannare lo spettatore e a farlo subito incuriosire sul proseguimento della vicenda.
Nolan è prima di tutto un creatore di mondi. Il cosiddetto World-Building all'interno dei suoi film è sempre curato nel dettaglio e ciò riesce a farti immergere nel mondo creato dal regista.
Non si può negare poi che Nolan abbia portato avanti la tradizione di grandi registi come Spielberg e Cameron di riuscire a creare film d’autore per le masse. Il grande pubblico, abituato al conformismo del cinefumetto moderno e al vuoto cerebrale del blockbuster d’azione medio, ha bisogno di registi come Christopher Nolan. Quest’ultimo infatti mette sempre come obiettivo principale quello di far pensare il suo pubblico. Non vuole che gli spettatori guardino i suoi film per passare due ore di divertimento, solo per poi dimenticarsene il giorno dopo. Per comprendere un film di Nolan tu devi fare uno sforzo cognitivo di gran lunga maggior rispetto a molti film della Marvel e completamente opposto rispetto al film d’azione alla Fast & Furious. Questi film dove Vin Diesel guida una macchina da Punto A a Punto B, facendo esplodere tutto nel percorso, possono anche rilassare per qualche ora, ma poi appena finiscono vengono cancellati dalla propria mente ed è impossibile ricordarsi lo svolgimento della trama o qualunque sequenza cardine. Sono il cosiddetto “Cinema del McDonald”, ovvero film fatti per essere consumati velocemente e che poi spariscono nel momento in cui finiscono. Il cinema di Christopher Nolan non è quel tipo di spettacolo fine a se stesso. I suoi film sono delle giostre incredibili che ti rimangono dentro nel bene e nel male. I film di questo regista suscitano sempre una riflessione post-visione e lo spettatore ha sempre il compito di crearsi una propria visione personale dell’opera che ha appena visto.
Il miglior film di Nolan, The Prestige, non è solo un’opera che si interroga sull’animo umano, è proprio un capolavoro che mette alla base della storia come le nostre interazioni con il mondo in cui viviamo cambiano il nostro modo di essere. È un’opera che analizza la follia dell’ambizione umana e del conflitto tra rivali. Ci pone un quesito che ci fa capire fino a che punto l’uomo è disposto ad arrivare per raggiungere il proprio desiderio di rivalsa sul mondo che l’ha sempre messo in ginocchio. Tutto questo lo fa attraverso un’idea di intrattenimento che è puro cinema di Hitchcock. Perché nonostante il grande regista inglese non abbia mai trattato la fantascienza, è impossibile non notare come egli sia stato il grande precursore di tutti i registi d’intrattenimento che hanno portato avanti il cinema e portato alla nascita dei Blockbuster. Il cinema di Nolan si può definire Hitchcockiano in quanto mette davanti al guadagno due principali obiettivi: il pensiero dietro all’opera e l’intrattenimento cerebrale dello spettatore. Perché lo spettatore non capisce che l’unico intrattenimento in grado di scuoterlo e di farlo stare bene è quello che mette in moto i meccanismi del suo cervello, non quello che punta a spegnerli. La Trilogia del Cavaliere Oscuro ha molti alti (tutto Il Cavaliere Oscuro) e molti bassi (tutto il terzo film), ma nel complesso è una trilogia che non è solo composta da uomini in calzamaglia che si combattono tra loro. Pone quesiti, incertezze e dubbi che si insinuano nell’animo dello spettatore fino a devastarlo a livello emotivo.
Inoltre è innegabile che dietro al cinema Nolaniano ci sia una filosofia che ritorna sempre anche nelle opere peggiori del regista.
Prima di tutto dobbiamo citare il tempo. Dall’inizio molto ironico del post avete capito che Nolan è ossessionato dal concetto del tempo, che nella sua visione di cinema è ciò che guida lo spettatore e i protagonisti stessi nel corso della storia. Il montaggio cinematografico altro non è che la suddivisione temporale delle varie sequenze che compongono il film.
In The Following e Insomnia il tempo segue più la concezione che ha nel genere Thriller e quindi agisce come un macigno che opprime il protagonista, che si sente sempre bloccato dalla propria mancanza di tempo, il quale non porta altro che ostacoli e ulteriori problemi.
Nella Trilogia del Cavaliere Oscuro ritorna spesso il concetto dell’Ultimatum. L’essere umano ha una data di scadenza e quando essa termina, anche la stessa vita dell’uomo giunge alla sua fine.
In Inception i piani del sogno (altro tema cardine del cinema di Nolan) suddividono anche i piani del tempo, mostrando quindi come molto spesso la concezione lineare che l’uomo ha del tempo sia relativa alla realtà in cui vive.
In Memento il regista scombina la suddivisione temporale degli eventi per mostrare come il montaggio sia la base per la concezione della storia cinematografica e come basti poco per ribaltare l’idea che lo spettatore ha di un determinato personaggio o delle vicende a cui sta assistendo.
In The Prestige il tempo sta invece alla base dell’inspiegabile, che solo l’uomo ha la capacità di trasformare in scienza lineare. Nolan ci mostra come pochi secondi siano più determinanti rispetto all’intera vita dell’uomo, che alle volte dipende dallo svolgimento stesso di quei brevi momenti.
Nel suo ultimo capolavoro, Dunkirk, il regista ha reso fluida una narrazione caratterizzata da tre piani fisici e temporali completamente distanti, ribaltando la stessa concezione di linearità del cinema moderno.
In Interstellar il tempo divide un padre e una figlia già divisi dal vuoto dello spazio siderale, ponendo il rischio che essi non si rincontrino mai più. Poi però è il tempo stesso a riunirli, facendo si che l’amore e il ricordo vincano sulla distanza fisica e temporale.
Dal trailer del suo nuovo film, Tenet, possiamo vedere come Nolan continui ad essere ossessionato dagli stessi temi.
Il Tempo, il sogno, il pensiero e il ricordo. Come tutti i registi più importanti del cinema moderno, Nolan trae forza dalla compattezza del suo cinema. Ovvero dal fatto che la sua è una firma facilmente riconoscibile e molto apprezzabile.
Nolan ha il merito di aver preso molti giovani abituati a vedere Transformers e Power Rangers e di averli spostati verso la visione di opere più profonde e coinvolgenti. E chissà, quegli stessi giovani proprio grazie a Nolan potrebbero poi scoprire registi come Scorsese, Coppola e lo stesso Kubrick.
Ma il tempo della positività è finito e ora dobbiamo passare alla seconda parte del post, ovvero quella relativa le pecche del cinema di questo regista.
~ I DIFETTI ~
Odio usare il termine pretenzioso in quanto alle volte esso non è per forza considerabile un difetto. Dunkirk è in un certo senso un film pretenzioso, ma nel senso che ha grandi ambizioni e molto da dire. L’uso stesso del termine pretenzioso nei riguardi del cinema di Christopher Nolan può risultare essa stessa una presa di posizione pretenziosa e inutile.
Tuttavia dal mio punto di vista è innegabile come alle volte Nolan pecchi proprio a causa del suo volere far sembrare i suoi film più importanti di quello che realmente solo. Mi spiego meglio, nella trilogia del Cavaliere Oscuro ha voluto prendere il personaggio di Batman, da sempre protagonista di storie a fumetti cupi ma irreali, e inserirlo all’interno del nostro mondo. La Gotham City di Nolan non è quella chiesa gotica formata da cattedrali e cupi palazzi che Tim Burton ci aveva mostrato nei suoi Batman. È il nostro mondo. Nolan in realtà odia l’idea del cinefumetto, in quanto il cinema che lui vuole creare è una narrazione ancorata alla realtà e non al più pacchiano surrealismo dell’opera originale. E questo è il più grande problema di quella trilogia.
Nolan voleva creare dei veri e propri thriller ambientati nella nostra realtà, dimenticandosi che l’idea alla base dei suoi film era quella anormale di un uomo vestito da pipistrello che andava a sconfiggere il male. Nessuno ti impedisce di elevare questo concept per creare dei film più validi del cinefumetto medio, ma allo stesso tempo il più grande difetto della trilogia è questa presunzione di essere più alta a livello di contenuti di tutti gli altri film di supereroi. Quando nella realtà un film come Spiderman 2 di Sam Raimi è superiore al Cavaliere Oscuro di Nolan, perché è cosciente di stare trattando un tema bambinesco come quello del supereroe. Per questo il terzo film della trilogia è il peggiore. Perché un’opera che ha la presunzione di essere più matura e realistica rispetto a tutti gli altri film di supereroi, poi non può cadere nei classici cliché di quel tipo di cinema. Non si può assistere a un film dove il cattivo isola un’intera città nel corso di una giornata e farci credere per davvero che lo Stato non sappia nulla di quello che sta succedendo in quella città. Non puoi inserire un Bruce Wayne che con la schiena spezzata si cura nel giro di poche settimane e poi scala un’intera parete che nessuno è mai riuscito a scalare. E non mi puoi mettere un protagonista a piedi e senza un soldo bucato in mezzo al deserto che nella scena dopo è di nuovo a Gotham e ha tutti i gadget che gli avevano levato prima. Tutte queste ingenuità appesantiscono un’opera già pesante di suo.
Il secondo difetto del cinema di questo regista è che alle volte il suo volere creare trame complesse e dove succedono una miriade di eventi lo portano a far uscire film confusionari e senza senso.
Inception nel suo essere un discreto film d’intrattenimento adatto a tutte le età, è un film che si perde spesso in un bicchiere d’acqua solo per il gusto di complicare ulteriormente una sceneggiatura che altrimenti sarebbe stata lineare e per nulla confusa. Perché parliamoci chiaro: la trama di Inception è una barzelletta. Ci sono un gruppo di persone che entrano nei sogni di un tipo e devono trovare il modo per risolvere la loro missione e ritornare nella realtà. È semplicissima la trama di Inception, è solo narrata in modo talmente confusionario da sembrare più intelligente di quello che realmente è.
Inoltre Inception ha un difetto secondo me molto grande, ovvero il tanto discusso finale aperto. La cosa che mi da fastidio di questo finale è che non è aperto, è solo troncato. La trottola si fermerà? Non si fermerà? Non ha nessuna importanza e rovina la storia che Nolan aveva narrato fino a quel momento. È solo un’intuizione molto furba che ha portato il film ad essere molto più discusso, ma non ha la potenza cinematografica del finale aperto della Director’s Cut di Blade Runner. Con quel colpo di scena finale dell’origami dell’unicorno Ridley Scott annienta tutte le tue certezze, ribaltando completamente il messaggio del film. La trottola di Inception insinua invece un dubbio nello spettatore, ma è un dubbio inutile, in quanto non porta con sé alcuna riflessione poetica o filosofica.
La trottola si fermerà?
Non si fermerà?
Boh...
Il finale di Inception è purtroppo un finale che si può definire solamente confusionario, così come alle volte è abbastanza confuso il cinema di Christopher Nolan.
Nolan pecca poi in una cosa che in tanti gli hanno sempre rimproverato, ovvero l’esposizione. Nei film di Christopher Nolan ci sono delle sezioni create appositamente per spiegare la trama del film allo spettatore medio, che altrimenti non capirebbe nulla di quello che sta succedendo. Gli scienziati dei suoi film, che dovrebbero essere tutti quanti coscienti di quello che stanno facendo, arrivano a parlare come dei bambini delle elementari perché in questo modo lo spettatore che non ha conoscenze in ambito scientifico può capire quello che sta accadendo. In certi momenti si assiste pure a spiegazioni complete di scene che sono appena avvenute o che stanno avvenendo. Lo spettatore capisce quello che sta succedendo, ma Nolan lo spiega lo stesso perché tratta il suo pubblico come fossero infanti incapaci di capire un film. Nolan è in grado di narrare una storia attraverso le immagini. E allora che senso ha inserire infiniti monologhi che portano lo spettatore a capirci ancora meno e ad uscire dalla sala molto più confuso? Perché ha paura che al suo pubblico non piaccia il film e che lo abbandoni.
Il cinema di Christopher Nolan ha tanti piccoli difetti presenti in molte sue opere: la freddezza della recitazione degli attori (tranne quelli che lascia improvvisare come Ledger nel Cavaliere Oscuro), la tendenza a dare più importanza allo stupire lo spettatore che al creare trame coerenti, la voglia di spettacolarizzare qualunque cosa, la creazione di Climax finali totalmente inutili e che non aggiungono nulla, troppi passaggi di sceneggiatura dati per scontati, l’assenza di sesso e sangue per rendere il film godibile anche alle famiglie, i dialoghi forzati e spesso senza senso...
Ne potrei trovare anche altri, ma secondo me il difetto principale del cinema di Christopher Nolan è proprio il fatto che il regista spesso è sottoposto del suo fandom.
I capolavori di Nolan sono Memento, The Prestige e Dunkirk, ovvero i film che ha realizzato senza alcun intento di soddisfare il proprio fandom e che ha iniziato e portato a termine con l’idea di portare avanti il proprio modo di fare cinema.
Invece ogni volta che ha fatto qualcosa per tentare di accontentare la propria cerchia di ammiratori Nolan è sempre caduto nell’eccesso fine a se stesso e ha rischiato spesso di sembrare una copia sbiadita di se stesso. Molto spesso un elemento riconoscibile di un autore può essere un’aggiunta che dona un tocco più personale all’opera, ma se ribadita spesso con troppa insistenza può essere un comportamento fin troppo auto indulgente da parte del regista. Finché sono piccoli feticismi visivi, quali possono essere i piedi femminili di cui Quentin Tarantino è ossessionato, questi eccessi possono essere anche tollerati, ma quando diventano fonte di distrazione all’interno dell’opera e vengono inseriti solo per far piacere agli amanti di tal regista, costituiscono solo inserimenti inutili e fastidiosi.
L’artista deve creare l’opera, che può anche avere come obiettivo principale quello di soddisfare il pubblico, ma quest’ultimo non deve avere potere decisionale sulla realizzazione dell’opera. Il regista non deve lavorare avendo paura che se non soddisfa la sua cerchia di ammiratori i suoi film non incasseranno più i miliardi. Per questo, molto spesso, la cosa che più mi stucca del cinema di Nolan è questo pensare costantemente a trovare modi per compiacere il proprio pubblico di riferimento.
In Dunkirk ad esempio non c’è compiacimento e auto indulgenza, c’è l’esatto opposto, ovvero un registro drammatico che mostra la cruda e pura realtà della guerra. Non la idealizza per soddisfare gli amanti dei film d’azione e non nasconde la sofferenza dei suoi personaggi.
Tutti i difetti di cui abbiamo parlato non sono sempre negativi. In film come The Prestige e Memento magari sono presenti in piccola parte, ma la costruzione della narrazione è così perfetta che i difetti passano in secondo piano.
Nel Cavaliere Oscuro e in Following magari si può criticare qualche sequenza messa in scena non perfettamente, ma si parla comunque di film di alto livello.
In Inception gli eccessi di Nolan disturbano, ma l’opera può comunque essere seguita con molto piacere.
Invece a volte, purtroppo, i difetti del cinema di Nolan rovinano i suoi film, compresi quelli potenzialmente belli.
~ INTERSTELLAR ~
Come dissi la prima volta che lo vidi, Interstellar è un film di Steven Spielberg che vuole essere un film di Stanley Kubrick, ma che fallisce e finisce per essere un film di Zack Snyder.
Interstellar meritava il proprio spazio personale all’interno di questo post, perché è secondo me il simbolo di come i difetti di un regista possono portare al fallimento di un’opera che all’interno contiene tutti i suoi pregi.
Interstellar contiene tutto il cinema di Christopher Nolan. Usa il viaggio spaziale come scusa per narrare una storia d’amore tra un padre e una figlia divisi letteralmente e simbolicamente dal tempo e dallo spazio. Per rendere l’esperienza più immersiva e realistica possibile Nolan si è affidato alle vere teorie scientifiche di rinomati scienziati e ricercatori. Visivamente parlando abbiamo un’immagine bellissima come quella del buco nero, il Gargantua, che toglie il fiato allo spettatore.
E allora cos’è andato storto?
Tutto il resto.
Ci sono tantissime scene all’interno del film dove la scrittura raggiunge livelli di demenza troppo alti per essere tollerati. La scena con l’onda gigante ambientata nel pianeta sommerso dalle acque, oltre ad essere visivamente deludente, presenta anche una scrittura dei personaggi totalmente scellerata. Il personaggio di Anne Hathaway pur di raccogliere dati inutili (che tanto non le serviranno a nulla) mette a rischio la missione della squadra e si accorge solo all’ultimo momento di avere a poche decine di metri da lei un’onda grande quanto un palazzo, portando così alla morte di uno di loro, ovvero quello sacrificabile e messo lì solo per essere ucciso a metà film. La caratterizzazione dei personaggi è così, nessuno di loro ha profondità. L’unica cosa realmente profonda, ovvero i rapporti tra i vari personaggi, non viene mai approfondita.
Tutta la premessa che porta alla partenza del protagonista non ha alcun senso ed è sviluppata nel modo più forzato possibile.
Inoltre non si possono sentire all’interno di un film di fantascienza tutti quei monologhi interminabili sull’amore che salva l’universo. No, l’amore non è una scienza che collega lo spazio-tempo, è solo un sentimento che spinge l’essere umano ad andare avanti nella sua grigia esistenza. Non si possono inserire migliaia di incomprensibili dati scientifici e intrighi spazio-temporali solo per arrivare alla conclusione che “l’amore è bello”.
Non si può inoltre inserire un climax con un Matt Damon impazzito totalmente casuale e senza logica che serve solo a creare una tensione inutile all’interno del film. Già il fatto che il protagonista ha perso tutti gli anni della giovinezza dei propri figli dovrebbe creare una già sufficiente tensione e timore per la sorte dell’umanità, non serve inserire una sottotrama da film di fantascienza di Serie B solo per allungare ulteriormente il brodo e far divertire i bambini in sala.
Ma la cosa che più di tutte mi fa provare odio verso il fallimento di questo film è che ogni volta che guardandolo ero sul punto di emozionarmi, Nolan inseriva un elemento che mi faceva provare fastidio.
Immaginatevi la scena.
Matthew McConaughey è appena entrato nel tesseratto. Migliaia di linee temporali sono connesse all’interno di esso. Da queste immagini il protagonista vede la stanza di sua figlia in diversi momenti della sua vita. Capisce che è stato lui a mandare il messaggio che lo ha condotto nella base della Nasa e che lui è il fantasma che ha sempre tenuto compagnia alla figlia attraverso la sua libreria. Vedendo queste immagini della figlia crescere il protagonista capisce che può mandarle un messaggio contenente la formula per salvare l’umanità. E tutti si capisce grazie alle immagini create dal regista. In quel momento però arriva il robot simpatico e chiede al protagonista qual’è il suo piano. Parte allora un monologo interminabile dove McConaughey spiega al robot tutto quello che lo spettatore aveva già capito da solo ed aggiunge cose che lui non dovrebbe neanche sapere come il fatto che il tesseratto e il passaggio per i pianeti abitabili stati creati dagli umani del futuro (?) che a detta sua non sanno cosa siano i sentimenti perché l’amore è un concetto che va oltre il tempo e lo spazio, è più forte di qualsiasi concetto scientifico e bla bla bla...
Nolan ha pensato a come rendere quella scena più chiara possibile al pubblico quando l’unica cosa che andava fatta era far chiudere quella fogna a Matthew McConaughey e far parlare le immagini. Vi immaginate che bello se alla fine di 2001: Odissea nello Spazio il bambino dello spazio si fosse girato verso il pubblico e avesse iniziato un monologo in cui diceva:
“Ok, per chi non avesse capito, il protagonista avendo distrutto Hal 9000 e avendo rinunciato alle tentazioni della tecnologia ora è finalmente giunto al momento in cui può ascendere al suo stato superiore e di totale conoscenza delle potenzialità dell’universo e di tutta questa roba qua. Giunto alla sua morte si è quindi trasformato in questo super bebè, che è in verità il superuomo di Nietzsche e quindi il punto massimo raggiunto dall’evoluzione umana. Per chi non l’avesse capito, anche la scimmia all’inizio del film era una metafora dell’evoluzione.
So che non era molto chiaro, quindi ho sentito il bisogno di spiegarvelo.
Buona notte a tutti”
Sarebbe stato alquanto ridicolo, no?
Così come è ridicolo che in quello che doveva essere il momento più importante del film, ovvero l’incontro finale tra la figlia e il padre che sognano di rincontrarsi da decenni, Nolan invece di terminare il film con delicatezza inizia un ulteriore monologo mieloso in cui la figlia parla della bellezza di avere una casa, della scoperta, dell’amore e di tante altre cose che si potevano capire benissimo senza che il regista ci facesse la morale finale.
E io quindi non sono riuscito a emozionarmi proprio perché i difetti del cinema di Nolan mi hanno fatto pesare tutta la durata del film. Il regista voleva creare un film d’autore che parlasse di temi come il viaggio, il tempo e l’amore, ma allo stesso tempo voleva accontentare un tipo di pubblico a cui di questi temi non importava nulla.
Vi consiglio molto calorosamente il film High Life di Claire Denis, perché tratta anche alcuni dei temi di Interstellar e secondo me li tratta nel modo in cui Nolan avrebbe dovuto farlo nella sua opera.
Tirando le somme, Christopher Nolan è quindi uno dei migliori registi degli anni 2000 e un vero e proprio genio del cinema moderno.
Il suo cinema ha ispirato molti giovani amanti della Settima Arte e ha insegnato a molti registi come fare cinema d’intrattenimento decoroso e con una propria filosofia intelligente e mai banale.
Ma i problemi del suo cinema sono sempre quelli e cade sempre nei tranelli da lui stesso creati.
Io provo profondo rispetto per questo regista, perché anche quando sbaglia riesce a creare delle opere interessanti e che mi suscitano riflessioni che inizialmente non avrei pensato potessero creare. Probabilmente Tenet mi deluderà, ma solo perché dai trailer sembra più vicino al Nolan confusionario di Inception e Interstellar che a quello complesso di The Prestige e Dunkirk.
Speriamo che un giorno Nolan trovi una dimensione cinematografica in cui si trova a suo agio e che ci regali un altro capolavoro, perché di sicuro ne ha le capacità.
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