Gabriele Brancatelli è un nome sconosciuto tranne a quelli della sua piccola cerchia di amici e famigliari. Non cercava pubblicità, visibilità, prebende.
Amava il cinema, come molti di noi, e adesso è morto.
Direte, succede. Certo, ma non succede sempre di avere una videoteca di …10.000? forse più, titoli, forse non li hanno mai contati, una videoteca a disposizione di tutti in una piccola città delle Marche che non ha neppure un cinema, dove ce n’era uno hanno fatto residence, e le discoteche vanno alla grande.
Il ricordo che segue non l’ho scritto io, ma bisognava scriverlo, che il suo nome sconosciuto vada ad ingrossare la schiera di tanti sconosciuti che sarebbe stato bello conoscere.
Solo per dire grazie.
ZéRO de CONDUITE
Il Cinema è in debito
Lo è con Gabriele Brancatelli, che lo ha amato dedicandogli tutta la vita, senza esserne corrisposto: il Cinema si è fatto pagare, selezionare, catalogare, vendere, affittare, ovviamente guardare. Niente più di questo, e Gabriele, senza troppo darlo a vedere ne era dispiaciuto e deluso: perchè di questa sua passione aveva fatto un lavoro, la sua videoteca “Night and Day” al centro di San Benedetto era sempre la più fornita di film, attuali e d’antan, appena usciti o introvabili e rari.
Anche quando il Cinema cominciava a decadere a colpi di mode e di tecnologia, di televisioni, di devianze commerciali e di mattanze di sale cinematografiche, il Gàbri restava incrollabile punto di riferimento.
Si era fatto i “suoi” personali cataloghi con i Registri Buffetti, il “suo” archivio con le putrelle di ferro di Malavolta, aveva le sue collezioni, le sue rarità. Di Cinema sapeva tutto, era lui l’enciclopedia, altro che internet. Aveva tutto in testa.
E sapeva raccontartelo, il Cinema: quel mondo in gran parte perduto di grandi registi, attori, poeti, teatranti, artisti, comparse, montatori, fotografi… quasi te li recitava uno ad uno. Con quel suo resistente slang morbidamente milanese ma simpatico, senza picchi di volume, con quel sorriso a volte preoccupato, con quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così…
E anche con quei guizzi di cabaret, l’altra sua antica passione.
A Milàn, infatti, se da bambino quasi di nascosto s’era nutrito nel cinemetto sotto casa di traballanti pellicole in bianco e nero o a colori slavati, da ragazzo era entrato per caso nell’orbita del cabaret primordiale delle taverne dei Navigli, o al Giambellino, e poi al “Derby”.
Conobbe bene quel mondo, e lo frequentò: i Cochi-e-Renato, i Gaber, i Boldi e Teocoli, gli Andreasi, i Lauzi, gli Jannacci, i Patruno, gli Svampa… la Milano degli anni ’70/’80, Barbera e Champagne…
Ancora fino all’altro ieri gli capitava di nominarli, questi personaggi, di cui tirava fuori le intimità, le anime, le debolezze, le passioni; Gabriele poteva essere uno di loro, ma la vita gira come le pare, e gli ha “lasciato” il Cinema.
Che non si è comportato bene, non l’ha aiutato nei momenti bui, non gli è stato amico.
Come quelli di noi che, adoperandosi per salvare il suo immenso patrimonio di cassette e DVD che per disgrazia sarebbe finito nella cassaforte di uno spietato creditore, durante la sottoscrizione pubblica durata mesi non hanno mai parlato di chi quel tesoro l’aveva creato, e nei comunicati Gabriele Brancatelli è divenuto semplicemente "un privato".
Dicono il suo nome solo adesso che è morto.
E non basta: il ricordo istituzionale “dimentica”, in mezzo ai retorici svolazzi, di averne avvilito per anni la straordinaria competenza e la leale professionalità riducendolo a noleggiar cassette e dvd in due inadeguate anguste stanzette della Biblioteca Comunale, pomposamente definite “Mediateca Comunale”, con quel materiale prezioso e raro ammucchiato alla meno peggio.
E con la faccia contrita non trascura di ricordare che oggi “la collezione di Gabriele, un tesoro di oltre 10.000 titoli è proprietà dell’Associazione Blow up”.
“Zéro de conduite”, appunto.
Pier Giorgio Camaioni
www.paoladigiuseppe.it
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