Oggi ricorre il 50° compleanno di Christopher Nolan, autore importante nel cinema hollywoodiano contemporaneo grazie a film di vario genere ritenuti, alcuni più altri meno, dei Cult.
Come è successo negli ultimi mesi anche con altri registi, anche qui la pubblicazione di una "lista" con tutti i suoi Film approfonditi in testi di media lunghezza viene rimandata a data da destinarsi, soprattutto per via di un'altra "retrospettiva" a cui sto dando priorità assoluta, e infatti la mia "maratona" di visioni è sostanzialmente iniziata soltanto oggi con la (prima) visione di "Following", esordio al Lungometraggio per il cineasta inglese. In questo post però proverò a proporre alcuni cenni brevi sulla sua Poetica, anticipando che mi mancano ancora da vedere il remake di "Insomnia" e "Dunkirk", oltre ovviamente all'ultimissimo e ancora inedito "Tenet".
Innanzitutto parto dicendo che Nolan non è tra i miei Autori preferiti. Anzi fino ad un paio di annetti stavo ridimensionando con una certa insistenza la sua Poetica a causa di mie riconsiderazioni (tra cui diverse per motivi "politici") della sua nota trilogia del Cavaliere Oscuro: da ragazzino adoravo "The Dark Knight" e il Joker di Heath Ledger ma col tempo non ho potuto non notare come il carisma del Personaggio non fosse proprio una celebrazione dell'Anarchismo "violento" prestandosi, per contro, a letture superficiali di questa ideologia.
La scoperta assai tardiva di "Memento" però mi ha portato a riguardare con occhi più attenti e benevoli la Poetica di questo regista, soprattutto per il sostanziale rifiuto di una logica manichea nella costruzione dei personaggi.
Ora come ora, ritengo Christopher Nolan un autore autentico con uno Stile accattivante e riconoscibile. Non è, come dicevo prima, tra i miei preferiti perché comunque il suo Cinema è solo in parte "affine" alla mia sensibilità cinematografica. Inoltre ritengo la sua filmografia alquanto altalenante nella "qualità", con Opere straordinarie se non addirittura Capolavori a cui si contrappongono titoli non brutti (a parte forse "The Dark Knight Rises" per me la "sufficienza", come si suol dire, è sempre superata con un buono scarto) ma zoppicanti. Questi film "minori", da me identificati (escludendo il primo e il terzo Batman) con "Interstellar" e per certi versi "Inception" (che però gradisco molto), mi danno l'impressione di tradire una ricerca, da parte di Nolan, di un'autorialità che lo porta ad esibire un approccio artificioso alla materia trattata, spiegando fin troppo le logiche dei mondi narrati cadendo nella verbosità e nella seriosità, riducendo i suoi tipici intrighi narrativi a una sorta di gioco cervellotico macchinoso.
Nelle sue Opere migliori invece, e in particolare in "Memento", "The Prestige" e aggiungerei anche "Following", la non linearità del montaggio e delle narrazioni rivela una naturalezza e una spontaneità grazie al quale il "gioco del puzzle", lungi da rincorrere l'individuo spettatore assaltandolo con spiegoni vari, viene stimolato istintivamente portando a riflettere non su nerdate (come la trottola o le teorie scientifiche di "Interstellar") ma sui misteri della nostra umanità e personalità.
La "Dark Knight Trilogy" è invece un discorso a parte, perché la non linearità, seppure presente in alcuni momenti, non è insistita e palese come nelle altre opere del cineasta, ma anche perché, inserendosi nel filone dei cinecomic, il discorso parte da materiale e (credo) produzioni preesistenti e non da Nolan. Comunque, l'influenza che la trilogia, e soprattutto "The Dark Knight", ha avuto nel cinema supereroistico è innegabile, ma l'approccio autoriale al genere esisteva già da tempo senza dover esibire serietà e pretese di realismo (più volte disattese tra l'altro): "Batman Returns" di Tim Burton, per restare sul vigilante di Gotham, è a parer mio un esempio di cinefumetto autoriale molto più genuino dei film di Nolan. Detto ciò, comunque, ci troviamo di fronte ad una buona trilogia, discretamente avviata con "Batman Begins" (che forse cade quando il pipistrelluomo entra in azione, mentre le origini erano più interessanti per me), molto ben proseguita col più volte nominato "The Dark Knight" (grazie alla scelta saggia di concentrarsi molto sul Joker del compianto Ledger e sui dubbi che instilla in Bruce Wayne) e chiusa un po' grossolanamente con "The Dark Knight Rises" (tra buchi narrativi e riduzione, credo involontaria, dell'ambiguità politica del predecessore in favore di un'ideologia più allineata col superomismo).
Chiudendo, Christopher Nolan è un autore per me un po' sopravvalutato ma non per questo poco interessante poiché, nonostante la difettosità dei suoi lavori più traballanti e/o "nerdosi" (mai però brutti), la grandiosità e l'intelligenza delle sue Opere migliori basta a rendere stimolante e affascinante la sua Poetica, che infatti intendo approfondire a 360°, colmando le mie lacune tra i suoi lungometraggi e aspettando con attenzione l'uscita di "Tenet" (al cinema o, alla peggio, in home video).
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