Sono più che certo che fin'ora questo 2020 verrà ricordato a lungo per le sue nefandezze e spiacevoli tragedie e, tra le altre cose, rimarrà nella storia per essere stato l'anno in cui il maestro Ennio Morricone ci ha lasciati per sempre. Il post che sto scrivendo è davvero molto sentito e mi trovo in difficoltà nel tentare di ricordare ed esprimere tutta la commozione e l'ammirazione che da sempre ho nutrito nei confronti di questo artista straordinario. Quindi chiedo fin da subito perdono se le mie parole vi sembreranno tediose e fin troppo eccessive, se il mio “essere di parte” in questo caso potrà far risultare il post stra colmo di paroloni giganteschi e sublimi apprezzamenti ad un uomo che considero una delle personalità più illustri del panorama artistico mondiale degli ultimi 60 anni. Non mi soffermerò quindi su vita, morte e miracoli del maestro romano (informazioni superflue che possiamo reperire senza troppi indugi su wikipedia o un qualsiasi quotidiano), mi dedicherò invece ad un piccolo grande sfogo personale raccontandovi quello che per me ha significato la musica di Ennio Morricone dentro e fuori dal cinema.
Sono circa le 09.00 di mattina del 6 luglio 2020, sono al lavoro in mezzo ai computer preparando le ultime scartoffie per gli esami di qualifica dei miei studenti. Un mio collega, parlando ad alta voce, ci informa affranto della morte di Ennio Morricone. Lì per lì la notizia non mi stupisce più di tanto, aveva quasi 92 anni e si sa, un uomo di quell'età, volente o nolente, rischia di andarsene da un momento all'altro. Dopo qualche secondo di smarrimento fisso Michele e gli chiedo se intendeva quell'Ennio Morricone, quello del cinema, delle colonne sonore e degli spaghetti western (e non solo). Ci rimango male, apro il pc e mi metto a leggere la notizia da ogni quotidiano online possibile. Corriere della sera, Eco di Bergamo, La Repubblica, The Times, El País, La Vanguardia, The Guardian e via discorrendo. Le notizie, alla fine della fiera, sono sempre quelle. Ennio Morricone è morto all'alba del 6 luglio a causa di una complicazione a seguito di un infortunio. Quel giorno purtroppo è arrivato. Dico questo perché negli ultimi anni era maturata in me la consapevolezza che Morricone, ormai molto anziano, si apprestava a vivere quel periodo della vita in cui, proprio a causa della sua età avanzata, avrebbe potuto lasciarci da un momento all'altro anche a causa di una piccola complicazione come appunto è stato. La sera in cui vinse l'Oscar per 'The Hateful Eight' di Tarantino aveva quasi 88 anni, era già molto vecchio e mentre vedevo il maestro parlare dentro di me pensavo: “Stanno morendo tutti ora, chi per cause naturali e chi per malattie varie. Morricone è ancora sveglio e lucido ma quanto potrà andare avanti, è molto anziano”. Dentro di me, quindi, era come se fosse scattato un conto alla rovescia e ogni giorno che passava era un giorno regalato.
La morte di Morricone non mi ha colto di sorpresa intendiamoci. Un uomo che muore a quell'età per cause naturali può ritenersi (nei limiti del possibile) fortunato. Morricone è stato un grande artista, ha cambiato e innovato il modo di comporre per il cinema, ha vissuto una vita (per quanto mi è dato sapere) felice e piena di soddisfazioni. Non è di certo una persona per la quale ci si dispiace ecco. Quello che colpisce è ben altro, è il fatto che un gigante come lui se ne sia andato e che con lui sia morto un pezzo di storia del cinema e della musica. Siamo abituati a vedere le persone famose e i nostri idoli come immortali, persone che sopravvivono alle angherie del tempo e alle tragedie che solitamente colpiscono noi comuni mortali. Eppure nella giornata di oggi ho pensato molto, ho riflettuto sull'importanza che Morricone ha rivestito nella cultura popolare degli ultimi 50 anni.
Ero solo un bambino quando mio padre mi fece vedere per la prima volta i film che compongono la trilogia del dollaro. Senza nemmeno capire veramente cosa stessi vedendo mi appassionai a quei film e a quelle musiche. Dopo la centesima visione de 'Per qualche dollaro in più', mio padre cominciò a spiegarmi chi fosse l'attore protagonista, il nome del regista e chi componeva le musiche di quei film. Sono molto attaccato a quei 3 film, specialmente per il valore affettivo che rappresentano. Da piccolo ero davvero convinto che i duelli tra pistoleri nel far west durassero minuti interminabili e fossero accompagnati da quelle musiche stupende. Da adolescente scopri gli altri 3 grandi film di Leone, la trilogia del tempo. Mi appassionai soprattutto a 'C'era una volta in America' tanto che divenne il mio film preferito di sempre. Ancora una volta Morricone riuscì a toccarmi il cuore con quelle melodie estremamente malinconiche che accompagnano la solitaria vita di De Niro/Noodles. Poi arrivò internet in casa e ogni momento era buono per ascoltare il buon Ennio su Youtube e perdersi tra le note di una sua composizione immaginando di trovarmi chissà dove e chissà in quale epoca. Lo faccio ancora oggi. Molte volte apro Youtube e mi riguardo la scena di un duello o l'arrivo della Cardinale nella famosa città in cui si svolge 'C'era una volta il West'. Lo so è da folli ma io vivo di queste cose. Sono un grande appassionato di musica, suono la chitarra da circa 20 anni e Morricone è uno dei miei più grandi idoli musicali (e non) assieme a Jimmy Page dei Led Zeppelin, Dave Grohl dei Foo Fighters (e Nirvana!!!) e Noel Gallagher ex Oasis.
Oltre alla musica sono sempre stato fiero del fatto che Morricone fosse italiano e fosse amato e apprezzato in tutto il mondo da chiunque. Sapere che grandi nomi del cinema come Tarantino, o grandi della musica come i Metallica adorano Morricone mi riempie il cuore di gioia. È un motivo di vanto e mi diverte pensare che “Morricone è un grande e piace in tutto il mondo, ed è anche italiano!!”.
Ennio Morricone è stato il più grande compositore di colonne sonore cinematografiche di sempre. Non me ne vogliano gli estimatori del grande John Williams ma il maestro romano era di un altro livello. Williams è troppo americano, Morricone è universale. Con lui ho pianto e ho sorriso di gioia, mi ha fatto appassionare ancora di più al cinema e ho compreso come la musica sia il mezzo di comunicazione più potente e bello che ci sia. Le musiche di Morricone sono eterne, funzionano sempre dentro e fuori dai film. Parlano da sole una lingua magica che non serve conoscere per emozionarsi e apprezzarla. I film senza le sue musiche rimangono pur sempre ottime sequenze di cinema ma prive di anima e magia. Provate solo a pensare alla sequenza del triello ne 'Il Buono, il brutto e il cattivo' senza musica. Sarebbe solo una splendida sequenza di un film western con un eccellente montaggio e una fotografia sublime ma ci annoierebbe subito. Le due cose ovviamente vanno di pari passo, non potrebbero esistere le une senza le altre. La musica però arriva laddove il cinema non può. Eppure a Morricone non gli avrei dato due lire. Un uomo semplice e riservato, dotato di profonda umiltà e ligio al dovere. Guardandolo non si penserebbe mai ad un grande artista, ad un grande musicista capace di creare musiche così potenti e struggenti.
Oggi se ne va un grande musicista che ha lasciato un'eredità musicale e culturale smisurata. È diventato anche difficile parlarne, dire quello che penso evitando ripetizioni ed eccessi di euforia. Penso che ora mi guarderò uno dei film da lui musicati in tv, forse uno degli spaghetti western di Leone, tanto per cambiare. Voglio perdermi tra le note delle sue melodie e piangere tutta la notte per le magnifiche sensazioni che la sua musica mi suscita. Mi addormenterò sul divano, o sul letto, dopo essermi chiesto per l'ennesima volta COME un semplice uomo come Ennio Morricone sia stato in grado di comporre musiche talmente potenti da toccare l'animo umano in questo modo. Era un genio.
CIAO ENNIO
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