Parte domani 26 giugno, il Far East Film Festival, e termina il 4 luglio: un’edizione – la ventiduesima – che si sposta dallo spazio fisico per abbracciare con forza ed entusiasmo quello virtuale a causa delle conseguenze della nota, dannata pandemia.
“Face to face, Heart to heart”, il claim del Feff: si mira al cuore degli appassionati frequentatori che negli anni hanno di fatto costituito una comunità in grado di condividere un evento al alto tasso cinefilo, dai ritmi folli e dai rituali ancor più pazzeschi e coinvolgenti.
E dunque, lo spostamento sulla piattaforma di streaming on line (la base operativa sarà MYmovies), dopo quello temporale, rappresenta sia una necessaria forma di sopravvivenza che una sfida; altri festival in giro per il mondo l’hanno accettata, altri hanno abdicato sdegnosi toccando vette di farsa sempre più incredibili (ogni riferimento a Cannes è evidente), altri ancora tenteranno, giustamente, avendo più tempo a disposizione, l’avventura tradizionale (il tifo è tutto per Venezia).
Nel succulento programma ben 46 opere in anteprima (mondiale, europea, italiana), di cui 38 in concorso, provenienti da otto paesi asiatici: Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Giappone, Filippine, Indonesia e Malesia. L’intricata rete dei diritti rende indisponibili alcuni titoli per chi è fuori dal nostro Paese (qui l’elenco completo con le indicazioni sulle restrizioni territoriali).
Non solo film, giacché tra i contenuti collocati e fruibili ci saranno servizi di approfondimento, i saluti via cavo di attori-registri-produttori (quelli sempre simpatici sempre vestiti strani sempre o quasi brilli visti sul palco del Teatro Nuovo di Udine: che sagome!), e altri appuntamenti collaterali per chi vorrà gustarsi l’esperienza appieno.
Certo, si dirà, un festival su internet è un po’ triste; e lo è, chiaramente, però la svolta segna un grosso punto a favore: chi ne ha sempre letto, anche sulle pagine di questo sito, incuriosito e interessato e forse finanche un poco intimorito, e non ha potuto partecipare di persona ora potrà almeno gustare il ghiotto carrello di lavori asiatici. Si sa: l’appetito del cinefilo è insaziabile.
E poi è l’anno di Parasite trionfante agli Oscar (a proposito: come anteprima del Feff, questa sera al Visionario di Udine c’era la proiezione del celebrato film di Bong Joon-ho in versione bianco e nero) e della conseguente crescente attenzione verso le remote cinematografie dell’oriente.
Le modalità di accredito prevedono tre distinte fasce, dalle simpatiche denominazioni attinte dall’immaginario nipponico:
- Silver Ninja (Euro 9,90 – tutti i film e i contenuti speciali);
- Golden Samurai (Euro 49,00 – come sopra, più il catalogo del festival e 6 mesi di accesso gratis al Far East Film Online -piattaforma permanente dedicata ai film asiatici- e CG Entertainment);
- Platinum Shogun (Euro 100,00 – in aggiunta ci sono la t-shirt e la borsa del festival, prezzi fissati per accrediti del prossimo anno).
Per chi bada al sodo: sì, con 9,90 Euro ti puoi vedere tutti e 46 i film! (a parte 4 titoli fissati a orario prestabilito, gli altri saranno visibili per tutta la durata del festival)
Non male, no?
(su, abbandonate per una decina di giorni Netflix e Prime e Sky e curonate varie: non ve ne pentirete!)
Nota personale: ho avuto la fortuna e il piacere, enorme, di partecipare al Far East Film Festival nelle edizioni 19, 20 e 21, in compagnia di altri utenti di filmtv.it (come ho cercato anche di raccontare su queste pagine con dei resoconti di pancia e di cuore): mi mancherà, ovviamente, tutta l’esperienza fagocitante e spettacolare. Ma così è.
Intanto possiamo (ri)trovarci virtualmente.
[galleria di alcuni tra i film più attesi]
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