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Il COVID-19 è terminato? Che ne dite di tale progetto del mio cortometraggio fra JOKER & THE KING OF COMEDY? E la vita ritornò furentemente, quanti incontri estasianti!
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Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

Lungo il tragitto della nostra vita, può capitare che incrociam(m)o persone che vollero descriverci in maniera mostruosa, dipingendoci a immagine e somiglianza delle loro malvagità.

Ammetto di essere forse troppo pepato in questo periodo e, certamente, qualche borghese coscienza sporca potrei turbare, sconvolgendone totalmente le certezze.
Ah, molte voci ancora circolano sul mio conto. Forse, messe in giro da una persona assai gelosa della mia inaspettata rinascita. Tale personaggio vile, nonostante io abbia quaranta primavere, ancora da bimbo immaturo va a dire che io sia solo, senza amici, spaesato nella pazzia più imbarazzante e incosciente!
Ah ah, quanto mi fa ridere tale deficiente!

Da quando smisi di frequentare, difatti, tale babbeo malfamato e infamante, sebbene ne passai delle belle, amoreggiai anche con donne bellissime.

Scrivendo una quantità industriale di libri, fra saggi monografici dedicati ad immensi cineasti, noir erotici dei più squisiti e avventurose storie semplicemente mirabolanti. Essendo io molto dotato, soprattutto di una fantasia senza limiti. Oserei dire, eh sì, sconfinata.

https://www.ibs.it/libri/autori/stefano-falotico
Qualche volta, sì, eccedo e dunque vado fermato e placato nel mio bollente spirito da uomo dannato. Ripeto, rinato.

Che grinta! E, con una giocosa espressione leggermente malinconica, forse da manicomio oppure da applauso a scena aperta ed encomio della folla in visibilio, scioccata da questa mia eclatante rinascenza scoppiettante, vi racconto quanto seguirà in tale scritto epico, spero memorabile.

Con una divertita espressione da Marcello Mastroianni de La dolce vita, stringo la mano a chi, in questi duri anni per me assai impervi e turbolenti, mi fu amico, ringraziando colei con cui attualmente, eh già, calorosamente amoreggio.

Con lei non ho nessuna “incertezza linguistica” e l’eloquio diventa fluidissimo...

Ma non mi pare la sede opportuna per parlarvene bene, diciamo in maniera più approfondita.

Possiedo una calda voce, comunque, da gola assai profonda.

Sono qui invece per mostrarvi quanto leggerete e vedrete.

 

 

Riproponendovi un cortometaggio accreditato anche qui su FilmTv.it.

 

Be’, che dire?

L’intera umanità si trovò spiazzata dinanzi all’impazzare imperante, imprevisto e terrorizzante del tremendo Coronavirus devastante. E forse impazzì in modo allarmante.

Rimanendo profondamente scioccata, estremamente turbata e nelle sue inalienabili libertà individuali assai minata e sconvolta.

Una situazione allarmante delle più tragicamente disarmanti. In merito, ancora i complottisti più irriducibili, eh sì, ipotizzano che, dietro tale lutto globale, siano celate ragioni governative d’oscura origine dittatoriale, atta a fermare lo spopolare troppo repentino del concetto stesso d’umana libertà mondiale.

Ora, non vogliamo sindacare a riguardo degli eventuali complotti dei vari apparati statali su scala planetaria ma vogliamo qui sdrammatizzare la triste, agghiacciante realtà che, purtroppo, per motivi di forza maggiore, vivemmo in maniera spaventevole, anzi, spaventosa. Segregate in quarantena, infatti, molte persone, violentemente lese nelle proprie intoccabili quotidianità a causa di ragioni assolutamente imponderabili, videro dinanzi a sé il vuoto più sconsolante, immalinconendosi oltremisura dirimpetto a un mondo sull’orlo dell’emotivo collasso più pazzesco. Venendo perfino disintegrate a livello prettamente economico. Aspetto comunque nient’affatto trascurabile.

Tempo fa, chi inserisce qui quest’articolo scrisse anche la bozza di una sceneggiatura, per certi versi, profetica.

Che qui, se voleste gentilmente leggerla, inseriremo integralmente. Non si “parla” del COVID-19 ma è un piccolo script in cui è facile ravvisare lungimiranti attinenze con la preoccupante realtà che, ahinoi, fummo costretti a vivere in modo straziante.

Uno scritto che, in qualche modo, possiamo associare a Joker e a uno dei suoi modelli ispiratori, il grande Re per una notte di Martin Scorsese.

Non v’è però nessun morbo virale né l’umanità, in questo racconto, precipitò in lockdown a causa di emergenze sanitarie di natura epidemiologica.

Giudicate voi...

Chissà, presto questa stramba idea, apparentemente folle, potrebbe vedere la luce. Poiché fummo oscurati nella notte più buia ma la vita andrà sempre avanti, felice e contenta.

 

ULTIMA LUNA, un cortometraggio in fase di realizzazione.

 

Voce narrante...

Anno 2025.

L’umanità, dopo l’impazzimento collettivo dovuto a un uso smodato dei social network, per colpa del proliferare di troppi bulli che hanno scatenato irrisolvibili faide interminabili fra le persone, inducendo molta gente a ricoveri psichiatrici perché sganciata dalla realtà a causa dell’assiduo, insistito isolarsi in casa, è stata messa in quarantena. L’uso inappropriato e sconsiderato di Internet ha generato infatti troppi conflitti personali. E si è perciò tagliata la testa al toro, optando per una soluzione drastica e perentoria.

Per ordine del Presidente degli Stati Uniti, è stato proibito a ogni uomo, per un periodo limitato di cinque anni, di avere un PC in casa. Ogni persona del mondo è monitorata adesso, giorno e notte, da microcamere piazzate nei loro appartamenti dagli agenti governativi. Se qualcuno viene scoperto a stazionare all’interno della sua abitazione per una durata complessiva di più di tre ore al giorno, si procede telematicamente ad avvertire le forze dell’ordine. Che, senza battere ciglio, si recano a casa del furbacchione di turno e lo arrestano, seduta stante, condannandolo a una pena detentiva di trenta giorni netti in prigione con un processo per direttissima. Sì, è assai facile essere sbattuti al fresco, belli miei.

Da questo carcere durissimo, si può essere scarcerati soltanto se, nel mese suddetto, si mantiene una condotta morale integerrima oppure se la persona imprigionata dispone di un milione di dollari per poter essere scarcerata dietro lauta cauzione.

Quest’emendamento è stato ufficializzato il 23 Novembre del 2024 dietro plebiscito unanimitario dei maggiori governi mondiali.

Subito applicato e rigidamente osservato dalla popolazione del nostro pianeta.

Che, giocoforza, per evitare pesanti, massacranti incarcerazioni e vessazioni altamente punitive a livello economico, ha dovuto abdicarne nonostante le prime ma spaurite resistenze. Subito peraltro castrate e sedate, peraltro, con toste repressioni a base di manganelli e ovviamente veloci, violenti arresti inverecondi.

Oltre a questo severo, intransigente provvedimento, l’umanità ha subito un altro potente e inderogabile decreto.

La comicità è stata abolita in maniera assoluta e universale. Non solo la comicità pubblica degli stand-up comedian da cabaret, bensì ogni altra forma, pubblica e privata, di satira e ilarità è stata cancellata subdolamente. Privando ogni persona del benché minimo diritto di ridere. Se infatti qualcuno, anche involontariamente, scoppia a ridere, viene immediatamente individuato e spedito in manicomio. Per un periodo indeterminato nel quale è puntualmente osservato puntigliosamente. Soltanto a discrezione del personale medico e degli addetti ai controlli dell’ilarità ritenuta pericolosa, poiché considerata segno di traviante frivolezza, se tale persona internata, si dimostrerà rinsavita e, per il periodo in cui è stata rinchiusa, non riderà neppure per un secondo, verrà con molta cautela e dopo attente analisi dichiarata libera.

Nessuno può sfuggire a questo controllo, essendo state applicate delle spie trasmittenti nel tessuto epidermico di ogni uomo e donna, grazie a una microscopica incisione sottopelle collegata agli organi di stato preposti a quest’insindacabile sorveglianza speciale, un’agenzia dittatoriale istantaneamente allertata in caso di risa inconsuete e illegalmente, altissimamente proibite.

Questa è la vita del 2025 e non c’è niente, appunto, da ridere.

 

Scena 1 - Esterno notte

La città è buia.

Viene inquadrato un lungo viale alberato del centro.

Intravediamo di sfuggita alcune prostitute e qualche coppietta serissima che cammina mano nella mano. Ma hanno gli sguardi impietriti. Le coppiette si scambiano dei timidissimi baci. A stento sfiorano a vicenda le loro labbra. Come fossero intimidite dal lasciarsi andare al piacere. E temessero che, se ridessero dei loro piccoli, impercettibili godimenti, qualcosa di nefasto e cupo potrebbe accadere loro potentemente e irreparabilmente.

Vediamo anche la strada illuminata dai fari notturni e qualche macchina che, ad andatura molto lenta, percorre le vie.

Quindi, la macchina da presa lentamente, dalla strada si alza verso una finestra illuminata di un palazzo che affaccia sul viale.

E, con una zoomata, è come se volesse, spiante, entrare nell’appartamento di chi lo abita.

Jonathan Pryce, Kim Greist

Brazil (1985): Jonathan Pryce, Kim Greist

 

Scena 2 - Interno notte

Stanza da letto. Vediamo una coppia che fa l’amore convulsamente. In modo molto energico e passionale.

Mentre i due amanti amoreggiano, in sottofondo udiamo un’interferenza radiofonica con una voce spettrale che imponente, sebbene il suono sia intervallato da poderosi rumori di fondo improvvisi, come dei lampi tonanti nell’etere, pronuncia queste parole...

Ieri sera, la polizia ha fatto piazza pulita di un campo nomade cittadino perché, in gran segreto, fu allestito, sotto i tendoni, uno spettacolo comico di dubbio gusto.

Tutti i presenti ricevettero forti manganellate, costringendo, per via della loro vana resistenza subito sedata, le forze dell’ordine a intervenire duramente con fiera intransigenza severa.

Ripetiamo, non vogliamo intimidire nessuno, il governo fu chiarissimo in merito. Non si può sgarrare. Chiunque rida o accenni soltanto a un sorriso, eh sì, sarà presto catturato e sbattuto in quarantena.

Ridere è giusto, tutti noi ridiamo ma bisogna ridere come sappiamo...

Non è un’intimidazione, bensì un avvertimento per la vostra salute. Conservate le vostre libertà, non rovinatevi la vita facendo di testa vostra.
Non è una minaccia, la vita va presa così.

Buona giornata.

 

Quindi, inquadrati dall’alto, finito l’amplesso, i due sono sdraiati e si abbracciano.

Lui scosta lentamente il braccio di lei dal suo petto, si gira verso il comodino e, dal comò, sfila un pacchetto di sigarette Camel. Infilandosela in bocca.

Quindi, mentre vediamo i due amanti parlare e scambiarsi ancora dolci effusioni ma non riusciamo a sentire le loro parole perché, intanto, i loro scambi verbali sono asciugati da una lieve musica classica di sottofondo, essi cominciano a ridere, divertiti.

Così, la scena va avanti per circa trenta secondi. Al che, la musica s’interrompe e udiamo un grosso frastuono. Comprendiamo che la loro porta di casa è stata sfondata.

E ora vediamo entrare in scena, nella loro camera da letto, degli uomini in divisa. Che hanno fatto violentemente irruzione nell’appartamento di questi due affiatati amanti.

Gli uomini si scagliano contro i due poveretti. Gli amanti cercano disperatamente e affannosamente di giustificarsi ma vengono robustamente imbavagliati e, mezzi nudi, trascinati fuori di casa, ammanettati.

 

 

Scena3 - Interno giorno

Vediamo un uomo che si sta sbarbando davanti allo specchio. Quindi, finito di radersi, si sciacqua velocemente il viso. Esce dal bagno e comincia a vestirsi. Indossando dei mocassini, pantaloni di velluto e una sgargiante giacca con un papillon vistosamente rosso.

Intanto scorgiamo alcuni oggetti dell’arredamento della casa. In particolare alcune buffe statuette. Soprattutto quella di un clown.

Finito che ha di vestirsi, esce dalla sua camera, cammina lungo il corridoio del suo appartamento, si guarda allo specchio, stavolta quello dell’ingresso, senza dire una sola parola, sfodera un sorriso smagliante e ammiccante, sardonico e un po’ strafottente, quindi afferra le chiavi della macchina, apre la porta di casa, la chiude e scende le scale.

 

Scena 4 - Esterno giorno

È sera. E in alto, all’orizzonte, brilla un rosato tramonto incandescente.

Mentre l’uomo è ora alla guida della sua macchina e canticchia, assai spensierato, un motivetto orecchiabile che passa in autoradio.

Scorgiamo i caseggiati della città, abbastanza deserta e desolata.

Dopo un breve tragitto, l’uomo ferma la macchina e sosta in un piccolo parcheggio. Spegne il motore e si dirige a passi felpati verso una costruzione diroccata e fatiscente. È una casa abbandonata. Ma è illuminata dall’interno da quello che, invece dall’esterno, pare un grosso falò. L’uomo infatti entra infatti nella casa abbandonata e vediamo, assiepati dinanzi a un fuocherello, degli uomini con vesti stracciate come fossero dei barboni.

- Oh, sei in ritardo. Ma ti aspettavamo. Accomodati, Rupert. Anzi, visto che siamo già in ritardo, inizia pure il tuo show. Qui non può vederci e sentirci nessuno. Forza, amico, facci ridere - dice uno di loro.

 

L’uomo si colloca al centro della casa, davanti al falò, e le altre persone, in religioso silenzio, prima lo ascoltano e poi cominciano a ridere sguaiatamente di fronte alla sua esibizione.

Rupert prende su parola.

- Non vi è niente da ridere. Ed è questo che fa ridere, che farsa! - proclama Rupert e la gente scoppia a ridere.

Vediamo l’uomo gesticolare animosamente e la gente continua a ridere sguaiata, a man bassa, applaudendo fortemente con le mani. Ma non udiamo le sue battute, il tutto viene filmato “mute”.

Prima che ci sia una lentissima dissolvenza sul primissimo piano del protagonista col suo sorrisone da clown stampato in faccia.

Dunque, lentamente viene or inquadrata la statuina del clown nella casa di Rupert. Al buio, al centro di un villaggio in miniatura, col suo volto amaramente ridente in bella vista a simboleggiare la fine di ogni sogno d’allegria e libertà.

 

Scena 5 - Esterno notte

È scesa la notte e in alto, nel firmamento, splende la luna piena.

È finito lo spettacolo di Rupert. E ora vediamo Rupert bere birra assieme a tutti gli altri. Che cantano appassionatamente, a squarciagola, in preda alla sbronza collettiva.

E barcollano, reggendosi l’un l’altro per non cascare a terra, ubriachi fradici.

C’è un gran chiasso e a questo punto la polizia si mobilita. Incominciamo a vedere, sullo sfondo, delle sirene lampeggianti.

La gente, allertata, viene colta dal panico. Alcuni scappano a gambe levate. Prima un piccolo gruppo, poi pian piano tutti si dileguano e spariscono nel buio, fuggendo via.

Rimane solo Rupert.

Tre poliziotti, armati sin ai denti, si scaraventano contro di lui e lo picchiano col manganello.

Intanto, rimbomba ed echeggia all’improvviso una voce imperiosa che pare provenire dal cielo.

Una voce durissima che esorta al gaudio e recita:

Il Presidente ha messo fine alla quarantena. Dopo una settimana da lui trascorsa coi maggiori capi di Stato di tutti i paesi del mondo, si è convenuto che il proibizionismo è finito. E ora l’umanità può tornare a ridere felicemente. E può riprendere postazione dietro i propri pc. Navigando spensierata su Internet. Buona vita a tutti!

Al che, i poliziotti smettono di accanirsi su Rupert. E si allontanano.

Lasciando Rupert in fin di vita, dissanguato in mezzo alle macerie della casa abbandonata.

Rupert singhiozza flebilmente, emette vari gemiti sospirati di dolore, quindi si accascia completamente, smettendo del tutto di respirare.

Probabilmente è morto. Anzi, sicuramente...

Ora la macchina da presa, dopo essersi posata in maniera ravvicinata sul suo volto massacrato, si alza e lentamente inquadra la luna.

Mentre dei fuochi artificiali dardeggiano, illuminando la notte.

Udiamo alzarsi la musica. Una musica radiosa, allegra, che trasmette felicità e joie de vivre.

Roddy Piper

Essi vivono (1988): Roddy Piper

 

Scena 6 - Interno e poi esterno notte

Vediamo adesso i due amanti prima detenuti che vengono scarcerati dai secondini. Hanno i volti ricoperti di ferite, dovute al pestaggio subito durante il loro arresto.

Con faccia sconsolata, tenendosi per mano, si allontanano dalla prigione e camminano lungo una strada isolata. Abbagliata da qualche faro sparuto.

Dunque, durante il tragitto, rinvengono il cadavere a terra del comico.

- Assomiglia a Rupert, il famoso cabarettista - dice lui.

- No, non è lui. È un povero scemo. Hanno fatto bene a dargliele. Chissà che voleva combinare questo lestofante. Se la sarà andata a cercare - replica lei, divertita e compiaciuta.

 

Mentre continuano a camminare, la macchina da presa si alza nuovamente in volo e si ferma sul firmamento stellato.

Posandosi lentamente e dolcemente sulla luna piena.

I cui crateri paiono ridere beffardi come quelli di Viaggio nella Luna di Georges Méliès.

 

Vi piace?

Comunque, basta con Marrakecjh Express e il Cinema per nostalgici rimbambiti.

Sì, ancora succede che io viva in notti al NEO(n) delle nostre avventure.

Sono amico anche di Davide Stanzione, ottimo recensore di Cinema di Best Movie.

Mentre io scrivo per Daruma e Ciao Cinema.

Ho anche un canale YouTube.

Purtroppo, mi piacerebbe dare ragione ai miei detrattori.
Malgrado molti pugni presi, sono ancora molto bello e forte come Rocky Balboa.

Sia il primo che l’ultimo sono grandi film.

Sì.

 

 

di Stefano Falotico

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