Anno 2020.
Sì, il SARS-CoV-2, la pandemia, il lockdown, le mascherine, le autocertificazioni, il lievito che non c'è, gli andrà-tutto-bene e i restate-a-casa.
Sappiamo tutto. Vediamo tutto. Viviamo tutto.
In tempo reale; un eterno presente che amplifica quell’angoscioso, persistente senso di indeterminatezza che obnubila memorie e sospende ricordi (quando è cominciata? E venti giorni fa com’era, cosa facevamo, cosa si diceva? Era così grave, così pesante, così …?) immergendoci negli abissi di un divenire dalle tinte fosche, cangianti, impenetrabili e indecifrabili.
Come dare voce a queste sensazioni tormentose, a questi sentimenti interrotti che albergano in ciascuno di noi?
I talk-show e i meme, i freddi, funerei dati e le testimonianze più o meno vere più o meno sincere, le dirette social (coi vip morti di fama in prima fila) e i programmi registrati prima, le comunicazioni della Protezione Civile e i DPCM, i “professionisti dell’informazione” (ahahahaha!) e gli infornatori di quotidiane sciocchezze galattiche: il ventaglio è vasto, così tanto da portare allo sfinimento, allo stordimento.
Alla resa.
Dell’azione dei detentori della (delle) verità, dei profittatori, degli opportunisti, dei furbetti, dei cacciatori di furbetti, degli sciacalli.
Sciacalli e iene e avvoltoi che piombano sull’agnello morente con famelica, impressionante dedizione alla causa.
La loro.
Ma, per restare nel nostro "piccolo", circoscritto ambito – il cinema (un fantasma del passato: quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo atteso che il rito del buio della sala desse inizio alla magia?) –, ci sono già state dichiarazioni di almeno un paio di illustri esponenti del panorama nazionale pronti a documentare, raccontare, esibire.
Uno è Gabriele Salvatores col suo “Viaggio in Italia”, un docufilm prodotto in modalità “smart working” (altra parola chiave ormai famosissima) e realizzato attraverso i contributi dei cittadini alle prese con l’isolamento e la quarantena; l’altro è quel genio di Gabriele Muccino, con un’opera di fiction intitolata “Il grande caos”, al fine di catturare e narrare il particolare momento storico che stiamo vivendo, e per la quale anch’egli chiede attraverso i suoi canali social l’invio da parte nostra di commenti, pensieri, riflessioni, ansie, storie.
Ora, personalmente stendo un velo pietoso-peloso-polposo sull’opportunità di suddetti, annunciati progetti: non mi pare il caso, non ancora, non so, che ne so. Lo so ma lo tengo per me. Forse.
Lontano dalla mera retorica che pure, ora, e ieri, e domani, e dopodomani, ha solidi fondamenti (rievoco giusto un’immagine, tristemente nota: la sfilata di mezzi militari a Bergamo carichi di bare da portare via: non basta?), ritengo che, banalmente, sia ancora troppo presto anche solo per parlarne sventolando il vessillo dell’espressione del pensiero (per mezzo del linguaggio audiovisivo).
Lo sappiamo, eh: nel prossimo futuro saremo inondati/infettati/infestati di film sul maledetto coronavirus, dai blockbuster di Hollywood ai ritratti intimisti alle docufiction “necessarie”.
Ma quanto è “necessario”, concepirlo/sbandierarlo ora?
Boh. Bleah.
Comunque, per quanto mi riguarda, ha già detto tutto il caro, vecchio, immarcescibile, sempre gigantesco Neil Young.
In musica, parole, immagini.
Ha preso un pezzo dal suo ultimo album, Colorado, uscito a ottobre 2019, e intitolato Shut It Down, e ne ha pubblicato una nuova versione accompagnata da un video nel quale si alternano il girato dell’esecuzione in studio del pezzo con i fidi Crazy Horse (fatto prima delle restrizioni di distanziamento sociale) a immagini da tutto il mondo - familiari ed emblematiche - che documentano azioni e reazioni e conseguenze legate all’emergenza Coronavirus, il suo impatto sull'umanità e la vita di tutti i giorni.
Le liriche di Shut It Down, testimonianza dell'impegno sociopolitico e dell'attenzione del grande musicista canadese per le tematiche globali quali l'ambiente, l'ecologia e il comportamento del sistema (e la mente corre a un tipico frammento younghiano quale Who's Gonna Stand Up And Save The Earth?, peraltro inserito in versione corale nel meraviglioso First Reformed di Paul Schrader) risuonano così incredibilmente profetiche e attuali.
Nel presentare il video, ribattezzando il brano Shut It Down 2020, Neil Young ha tra l'altro dichiarato sul suo sito neilyoungarchives.com:
«Mai prima d'ora nella storia umana il nostro pianeta si è unito in questo modo, utilizzando le comunicazioni moderne per garantire a tutti di comprendere che la responsabilità nei confronti dei nostri simili e la vita continua dell'Umanità dipende dalle azioni di ciascuna persona. Solo un comportamento umano altruista può fermare la diffusione del coronavirus mortale a questo punto».
Dunque, leggete, guardate, riflettete: non c'è bisogno di altro.
[ecco, noi abbiamo i prodi Elisa e Tommaso Paradiso che incidono l'instant shit Andrà tutto bene mentre al di là dell'Oceano hanno questo signore qua. Così è. Che tempi di merda]
Di seguito testo e video della canzone.
Ma, prima, uno stupido sondaggio ludico per voi tutti: dovendo sceglierne solo uno, qual è il vostro pezzo preferito di Neil Young?
Apro le danze: per me è My My, Hey Hey (Out of the Blue).
Il testo:
Have to shut the whole system down
Have to shut the whole system down
People tryin' to save this earth
From an ugly death
Have to shut the whole system down
People tryin' to live, working
In a world of meat factories
Have to shut the whole system down
All around the planet
There's a blindness that just can't see
Have to shut the whole system down
They're all wearing climate change
As cool as they can be
Have to shut the whole system down
Shut it down, shut it down
Shut it down, shut it down
Have to shut the whole system down
That's the only way we can all be free
Have to shut the whole system down
Start again and build it for eternity
Have to shut the whole system down
What about the animals?
What about the birds and bees?
Have to shut the whole system down
What about the bookshelves?
What about the history?
Have to shut the whole system down
Shut it down, shut it down
Shut it down, shut it down
Shut it down, shut it down
Shut it down, shut it down
Have to shut the whole system down
When I look at the future
I see hope for you and me
Have to shut the whole system down
Working, working for eternity
Work it now
Have to shut the whole system down
When I look at the future
I see hope for you and me
Have to shut the whole system down
Working for eternity
Gonna shut the whole system down
Got to shut the whole system down
Got to shut the whole system down
Keep on Rockin' in the Free World!
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Guarda non sto nemmeno a pensarci, ma per motivi del tutto personali The Needle and The Damage Done fu uno dei miei cavalli di battaglia al liceo: aveva un arpeggino che ti faceva già sembrare un chitarrista decente. Per intensità e permanenze nella memoria aggiungerei Helpless come eseguita in The Last Waltz.
The Needle and the Damage Done mi emoziona sempre, e ogni volta ne scopro sfumature che sembrano condurmi altrove. Pensare che in epoca grunge (quando di fatto iniziai a scoprirlo) lo trovavo "noioso". Poi si cresce, per fortuna.
Helpless in versione The Last Waltz non lo conoscevo: recuperato subito sul tubo, grazie.
Credo fosse irrimediabilmente e penosamente strafatto
Non ci capa nulla col sommo Neil Young ma con la musica (e anche il cinema) sì: l'esibizione di Lena Yokoyama sul tetto dell'Ospedale Maggiore di Cremona con Gabriel's Oboe di Ennio Morricone (dalla colonna sonora di Mission) è di una bellezza e di una grazia che mette i brividi : https://www.youtube.com/watch?v=ese942oRc6c
Guarda, adoro Neil Young (e questo già si sapeva, o almeno lo sapevano quelli che inciampano in quello che scrivo....a The Loner dedicai un post, probabilmente te lo ricordi). A costo di sembrare banale dico Like a Hurricane, perché è una delle più belle canzoni d'amore mai scritte (ma ha un tono molto rock e poco romantico), e soprattutto perché l'ho sempre adorata. Poi quoto moltissimi dei brani citati dagli altri, a cominciare dal tuo (che ogni tanto mi sparo a tutto volume). Sempre bello parlare di musica!!!
"Guarda, adoro Neil Young". Premessa minima e indispensabile ;)
Like a Hurricane l'adoro, più per l'incedere melanconico & rockeggiante che per la portata romantica. Pezzone che non si vorrebbe mai smettere di ascoltare.
Rust never sleeps ...
Ok, dopo l'ultimo commento di Gianni è ufficialmente partita la gara ha chi ha scritto di più su Bernard Shakey qui su filmtivvù:
- p.1 - https://www.filmtv.it/playlist/50329/bernard-shakey-songwriter--part-one
- p.2 - https://www.filmtv.it/post/31056/press-play-4-bernard-shakey-isongwriteri-part-two
- p.3, p.4, p.5...
Ovviamente tutti i video YT/Vimeo nel corso del tempo sono spariti ("ovviamente" un cazzo, s'intende...).
Ma spariscono anche foto e locandine di post/recensioni recenti ... problemi di visualizzazione, as usual?
Spariscono gli AV di YT/Vimeo e le immagini caricate seguendo il procedimento suggerito dal sito.
E di certo non tornano...
Per dire... Rimangono le immagini caricate "a forza"...
Non so se possa trattarsi di un problema di aggiornamento periodico del sistema, di back-up o di cache (tutto dipendente dalla parte di FTv, non da quella utente).
È già stato detto, ma lo ribadisco: come si fa a scegliere un pezzo solo di Neil Young? Visto che "Pocahontas", "Cinnamon Girl", "Needle and the Damage Done" e altre chicche sono già state menzionate, potrei buttarmi su una fra:
- "After the Gold Rush"
- "Powderfinger"
...Con quest'ultima che (forse) vincerebbe.
Il vecchio Neil me lo sono visto 3-4 anni fa al Lucca Summer Festival, fra l'altro. Bellissimi ricordi, di una vita che adesso fatico ad immaginare nuovamente possibile.
Ciao Greg, un saluto a tutti!
Uè Leonardo, ciao; sì, non si può scegliere un solo pezzo ma è appunto un gioco cretino. Se me lo chiedessi dieci volte avrei dieci risposte diverse.
Ciò detto, accolte (alla grandissima) le tue scelte.
Speriamo davvero si possa ritornare quanto prima a una vita "normale"...
Non sono in una boy band ma soffro lo stress. Porca zozza.
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