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Sperando che finisca presto questa quarantena, smorziamo la tensione con Mark Wahlberg, la mia voce e le strambe ciircostanze di questa vita (in)aspettata
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Mark Wahlberg, Winston Duke

Spenser Confidential (2020): Mark Wahlberg, Winston Duke

 

Ebbene, altri dieci giorni e poi saremo liberi di condurre una vita normale.
Perché io mai ebbi una vita propriamente normale? No, decisamente no.
Meglio.
Qualche pomeriggio fa, un mio amico mi contattò inaspettatamente su WhatsApp e mi disse:

- Stefano, ho appena finito di visionare il tuo ultimo video. Non ti ho mai visto così.

Al che pensai che si fosse preoccupato. Andai avanti ad ascoltare il messaggio e fui smentito.

- Non ti ho mai visto così. Non so come dire. Ti è successo qualcosa? Sei molto, molto in forma, aperto e spontaneo.

 

E io:

- In verità, è un video triste.


Lui ancora una volta mi spiazzò:

- Invece no. Apparentemente, sì. Ma hai visto bene le tue espressioni? Sono rimasto scioccato, in senso positivo.
- Davvero?

- Sì, è incredibile.

Vi mostro il video in questione:

 

In effetti, ebbe ragione.
Ecco perché:

 

Ora, chiariamoci. Adesso ha una certa età ma Bob De Niro rimane il mio attore preferito.
Secondo voi, perché?

 

 

Sì, vagamente, una certa rassomiglianza è ravvisabile. Compreso il neo.

 

 

Wahlberg e De Niro avrebbero dovuto girare assieme, tanti anni fa, il film Out on my feet di Barry Primus.

Comunque, direi di darvi la buonanotte con un mio classico pezzo falotico.

La voce si alzò nella notte, detonante e furente come un estatico grido che, dapprima dolcemente mansueto, spaccò gli argini dell’ipocrita silenzio, abbattendo il rumore gracchiante in modo tremendo

Ora, secondo molti, io possiedo una bella voce. Da quali antri reconditi del mio diaframma spentosi per tempo immemorabile, ah, solo dio sa perché rispuntò.

Dopo che la silenziai nell’angoscia più melanconica, vocalizzando soltanto il me interiore e intenerendo le corde vocali così tanto da strozzarle, ansimando a stento biascicanti lamenti trattenuti in gola, pur sforzandomi di esternare la mia anima, essa stessa, contortasi e rannicchiata in un rachitismo muto, non s’effuse nelle chete giornate frivoli dell’apparenza mendace.

E io apparii quasi come Marlee Matlin di Figli di un dio minore. In quanto, malgrado già tempo addietro possedessi un carisma maturo da William Hurt precoce, mi ferii da solo, da cui la declinazione e le coniugazioni immutabili della mia esistenza umorale eppur esteriormente immodificabile: un leitmotiv procedente di ritmo triste andante-afflittivo pesante nella “tempistica” to hurt, I am hurting e present continuous del mio solito rivangare il passato in maniera estenuante e imperterrita.

Sì, fui la ripetizione di me stesso ad libitum e, per piacere, lasciate stare il latinorum. Ne ebbi ben donde di essere Don Abbondio. E mi piace da morire la scena della lettera della... Malafemmina quando Totò esagera: adbondantis, adbondantum.

A proposito, Alighieri Dante coniugato in latino come farebbe? Dantum, Dantes, mah.

Non sapete nulla. Dovete sciacquarvi la bocca col collutorio della Tantum.

Sì, molti miei libri sono pieni di periodi profondamente aulici e danteschi.

Ma, di mio, credo di amare maggiormente Alexandre Dumas e il suo Conte di Montecristo, ovvero Edmond Dantès.

Romanzo epocale che ebbe numerosissime trasposizioni e fu interpretato anche da me stesso. Come no?

Secondo voi, James Caviezel non sono io? Angel Eyes, La sottile linea rossa, Frequency e ovviamente La passione di Cristo vi bastano?

No, non sarò mai Brad Pitt e sono un santo “padre” piuttosto anomalo come Bob De Niro di Sleepers.

Secondo voi, bulli alla Kevin Bacon, è un bel troll, padre Bobby?
Non credo, eh?

Sì, nella vita, ragazzi, per cazzate e marachelle, potreste finire pure in riformatorio. Scontrandovi con tutte le ipocrisie di figli di puttana inenarrabili.
Ve lo dico subito. Se avrete questa sfortuna, molti di voi non si riprenderanno più. Purtroppo, cadranna dalla padella alla brace, come si suol dire. Dovrete seguire cure riabiliative e sarete sottoposti pure a pesanti cure farmacologiche.
Poiché, spiace dirlo sebbene sia vero ma cinico, non possederete le risorse per risalire.

 

Nel Cinema, lo chiamano colpo di scena. 

Di mio, sì, debbo ammettere la verità. Fui il coglione che aspettò solo il sabato sera per farsi prendere per il culo. Certamente, si capisce.
Ma, ripensandoci bene, non credo che sia la versione, difatti, esatta della storia.

Poiché altrimenti non sarebbe umanamente possibile quello che successe.
A meno che io sia stato illuminato sulla via di Damasco ma non credo nei miracoli.
Sì, se avete bisogno di una mano, ci penso io.

Siamo veramente stanchi dei nani e dei vecchi decerebrati rimbambiti da ospizio che, non avendo combinato nulla di buono in vita loro, vomitano la loro bile sui giovani. Poiché, essendo invidiosi a morte, augurano loro il male peggiore.
Purtroppo, mi spiace per loro. Non funziona così.

E dovrebbero capire come si sta al mondo. Certo che, per essere arrivati a una certa età e non esservi arrivati, sono tonti forte.
Ma si vuole bene a gente così. Assolutamene inutile e imbecille, dunque inesistente.

Insomma, caprette ignorantissime sposate a racchie mai viste.

Che vita orribile e penosa.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

 

 

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