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Oscar 2020: I premi
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La 92ª lunga notte di Hollywood è arrivata. Senza presentatori e in anticipo di circa due settimane rispetto alle edizioni precedenti (si tratta di accorgimenti presi per evitare un'ulteriore emorragia di ascolti), la Notte degli Oscar 2020 ha ufficialmente chiuso l'anno 2019, riservando come sempre sorprese, delusioni e gioie inaspettate. Alla vigilia, il favorito era Joker di Todd Phillips con ben 11 nomination, seguito da The Irishman di Martin Scorsese, 1917 di Sam Mendes e C'era una volta... a Hollywood di Tarantino: diverse tipologie di cinema, sia per genere sia per produzione. L'Academy, però, è imprevedibile e, come si sa, chi entra papa spesso esce cardinaleParasite ha però sbaragliato ogni concorrenza, riscrivendo la storia degli Oscar con le sue 4 preziose statuette. 

 

Le statuette:

4 ---> Parasite 

3 ---> 1917

2 ---> Joker, C'era una volta... a Hollywood, Le Mans '66

1 ---> Judy, Toy Story 4, Rocketman, Jojo Rabbit, Storia di un matrimonio, Made in Ohio, Bombshell, Piccole donne

 

Diario di bordo della serata

ore 02:00. Puntuale come un orologio svizzero, la cerimonia prende avvio con le immagini dei film dell'anno concluso sullo sfondo e un lungo numero musicale di Janelle Monae da far invidia al Festival di Sanremo appena concluso. Scherzando, potremmo dire come crudele sia stato quest'anno il calendario per chi si occupa di spettacoli in Italia: un weekend così lungo di lavoro è roba di conduttrici con il cuore. Steve Martin e Chris Rock sono i primi attori a salire sul palco con uno sketch sulla mancanza di conduttori e sugli errori degli anni passati. Si scherza anche sugli attori neri e relativa loro assenza dalle nomination, sulla ricchezza (con Jeff Bezos, fondatore di Amazon), su The Irishman con Martin Scorsese e su Joker di Phillips. Per il primo Oscar la parola passa alla premiatrice Regina King. Si parte alto con gli attori non protagonisti e la statuetta va a Brad Pitt per C'era una volta... a Hollywood, al suo primo Oscar per la recitazione. La dedica va a Tarantino prima e all'amico DiCaprio dopo. Accenno anche al lavoro degli stuntman, pensiero finale per i figli e riferimento al procedimento per impeachment al presidente Trump.

 

ore 02:21. Arriva il momento dell'Oscar per il miglior film d'animazione con premiatrice Mindy Kaling. Vince l'unico titolo Disney della categoria: Toy Story 4. Non ce ne voglia l'Academy ma la statuetta sembra leggermente forzata: erano in lizza titoli decisamente migliori e meno computerizzati. Il quarto capitolo delle avventure di Buzz diventa così il secondo film della saga ad aver agguantato la statuetta: lo stesso destino era toccaro a Toy Story 3. Segue momento comico con Josh Gad, che scherza con gli innumerevoli doppiaggi in tutto il mondo di Frozen 2, prima di presentare la canzone Into the Unknow, in lizza per una statuetta.

 

ore 02:36. Diane Keaton, con immancabile cappello e occhiali, e Keanu Reeves, con capello finto trasandato, ricordano la loro esperenza comune su un set (Tutto può succedere di Nancy Myers) per presentare il premio alla miglior sceneggiatura originale. Parasite, firmato da Bong Joon Ho e Han Jin Won, è il titolo che ha la meglio: per il regista coreano è il primo Oscar in assoluto. La statuetta viene dedicata alla Corea del Sud, il cui cinema vive un'annata d'oro cominciata con la Palma d'Oro allo stesso film. Timothée Chalamet e Natalie Portman (con indosso una giacca con il nome di tutte le registe donne non candidate quest'anno), coppia su cui si potrebbe puntare, presentano invece l'Oscar alla miglior sceneggiatura non originale: a trionfare è Taika Waititi per Jojo Rabbit. Ringraziamento alla madre che gli ha regalato il libro di Leunens da cui il film è tratto e dedica a tutti i bambini indigeni del mondo.

 

ore 02:53. Maya Rudolph e Kristen Wiig (eccezionali per tempi, mimica e verve) portano sul palco una ventata di femminismo mostrando come recitano per mettersi in mostra con i registi in sala: sappiamo andare oltre la commedia. Prendendosi poi in giro, presentano il premio alla miglior scenografia: C'era una volta... a Hollywood si aggiudica il suo secondo Oscar (e seconda statuetta in carriera, dopo quella per Barton Fink, anche per la scenografa Nancy Haigh). Segue premio per i costumi: Piccole donne regala a Jacqueline Durran il suo secondo riconoscimento, a sette anni di distanza da quello per Anna Karenina.

 

ore 03:07. Immancabile (ma anche superfluo) il messaggio di Greta Thunberg, che si dice appassionata di documentari. Entra fortunatamente in scena Mark Ruffalo per assegnare il premio al miglior documentario. Ricorda come 4 dei 5 titoli candidati abbiano come regista una donna e proclama vincitore Made in USA - Una fabbrica in Ohio marcando il primo riconoscimento della serata per un titolo distruibito da Netflix. Ringraziamento sociale e augurio per un miglioramento delle condizioni dei lavoratori nel mondo. 

 

ore 03:15. Il due volte premio Oscar Mahershala Ali premia la miglior attrice non protagonista. Laura Dern, seduta accanto alla mitica madre Diane Ladd, per Storia di un matrimonio prende in mano alla terza nomination la sua prima statuetta. Per Netflix, ringraziato dall'attrice, si tratta del secondo premio di quest'anno. L'attrice dedica il premio a coloro che le hanno fatto amare la recitazione: la già citata madre e il padre Bruce Dern.

 

ore 03.37. Dopo un'applauditissima esibizione canora del quarantottenne Eminem sulle note di Lose Yourself, Oscar Isaac e Salma Hayek introducono il premio al miglior montaggio sonoro: Le Mans '66 - La grande sfida regala il primo Oscar a Donald Sylvester, che nel suo discorso ringrazia la fu 20th Century Fox. Si passa poi al miglior mixing sonoro: la categoria vede affermarsi 1917 grazie a Mark Taylor e Stuart Wilson (quest'ultimo alla sua sesta nomination).

 

ore 03:50. Will Ferrel e Julia Louis-Dreyfus scherzano sul ruolo di un direttore della fotografia sul set, figura da sempre avvolta di mistero per i non addetti ai lavori. Tra i cinque nominati a prevalere è per 1917 Roger Deakins, al suo secondo Oscar (per Blade Runner 2049 il primo). Ringraziamenti di circostanza che, a parte i guizzi iniziali di Pitt, risultano ancora una volta banali e stucchevoli. I due attori premiano anche il miglior montaggio, fingendo di aver visto tagliate dai montatori le loro interpretazioni in alcuni dei film candidati quest'anno. And the Oscar goes to Le Mans '66 - La grande sfida nelle persone di Michael McCusker e Andrew Buckland, entrambi al primo Oscar.

 

ore 04:00. Tom Hanks annuncia l'apertura del Museo del Cinema di Los Angeles, gestito dall'Academy, per il 14 dicembre 2020. Nella megalopoli in cui esistono già musei dedicati a ogni disciplina, persino ai selfie, aprirà finalmente il primo museo riservato alla Settima arte.

 

ore 04:12. Rebel Wilson e James Corden, vestiti da gatti come nel musical Cats e complici sul palco, premiano i migliori effetti speciali di 1917  realizzati da Guillaume Rocheron (già vincitore per Vita di Pi), Greg Butler e Dominic Tuohy. Ray Romano e Sandra Oh introducono il premio al miglior trucco e acconciature dichiarandosi rispettivamente Charlize Theron e novantaduenne: vince Bombshell - La voce dello scandalo  grazie a Kazu Hiro (già Oscar per L'ora più buia), Anne Morgan e Vivian Baker. Grandi assenti continuano a essere Joker e The Irishman, ancora a mani vuote.

 

ore 04:23. Un lungo filmato (in cui si intarvedono anche i nostri titoli premiati in passato) doppiato da Penelope Cruz fa da apripista per il premio al miglior film internazionale: Parasite conquista il primo Oscar per la Corea del Sud nella categoria. Ovazione per il regista, che si porta a casa la sua personale seconda statuetta della serata. Nota a margine: fa male non vedere in tutta la serata nessun rappresentante del cinema italiano. Quando i nostri selezionatori impareranno a scegliere al di fuori della cerchia dei loro amici? 

 

ore 04:27. Sir Elton John si esibisce in (I'm Gonna) Love Me Again, canzone candidata per Rocketman. Al rietro Taika Waititi ricorda gli Oscar onorari assegnati qualche settimana fa, tra cui quello alla nostra Lina Wertmüller.

 

ore 04:36. Brie Larson, Sigourney Weaver e Gal Gadot illuminano il palco del Dolby Theatre scherzando (ancora) sul ruolo della donna a Hollywood. Sottolineanoa anche come per la prima volta l'orchestra della serata sia diretta da una donna. Il tutto per annunciare il riconoscimento alla miglior colonna sonora: Joker  di Hildur Guðnadóttir. Il film Leone d'Oro vince il suo primo Oscar della serata per merito di una donna. Segue anche il premio alla miglior canzone originale a Rocketman, che regala il secondo Oscar a Elton John dopo quello per la canzone di Il Re Leone.

 

ore 04:50. Tocca a Spike Lee annunciare la miglior regia. Ovazione per Bong Joon Ho, miglior regista per Parasite, entrato di diritto nella storia del cinema mondiale. Il regista sudcoreano cita il maestro Martin Scorsese, a cui il pubblico riserva un'ovazione. Ringrazia inoltre Quentin Tarantino per averlo da sempre inserito tra i suoi cineasti preferiti, anche quando era un emerito sconosciuto.

 

ore 04:55. Steven Spielberg introduce il momento In Memoriam. Sulle note di Yesterday cantata da Billie Eilish scorrono i volti di chi è passato a miglior vita: ci sono i nostri Piero Tosi e Franco Zeffirelli. Si chiude con il volto di Kirk Douglas, appena scomparso.

 

ore 05:03. Olivia Colman scherza sull'Oscar vinto lo scorso anno e sulla notte di fuoco passata con il marito. A lei spetta il compito di premiare il miglior attor protagonista, categoria piuttosto combattuta. Lo scettro di miglior attore per l'Academy va meritatamente a Joaquin Phoenix per Joker. Nel suo discorso, invita tutti di farsi portavoce della lotta per i diritti e a combattere contro discriminazione, fruttamento, dominazione e disparità. Aggiunge inoltre una nota ambientalista e riconosce i suoi difetti come essere umano, ricordando come i suoi colleghi lo abbiamo aiutato a capire l'importanza della redenzione. Immancabile il ricordo del fratello River e di un suo appunto scritto a 17 anni: Corri in soccorso di qualcuno con amore e la pace ti seguirà.

 

ore 05:10. Rami Malek assegna la statuetta alla miglior attrice protagonista. La scelta dell'Academy è ricaduta, come da previsione, su Renée Zellweger per Judy. L'attrice è al suo secondo Oscar: il primo le era arrivato per Ritorno a Cold Mountain. La speranza è che si sia levata ora definitivamente di dosso il personaggio di Bridget Jones, più una condanna che una fortuna. Nel suo discorso, ricorda i genitori emigrati e Judy Garland, premiata con un solo Oscar giovanile e mai per meriti specifici nonostante il memorabile Mago di Oz.

 

ore 05:21. La mitica Jane Fonda calca il palco tra gli applausi. Alla sua immarcescibile classe è affidato il compito di eleggere il miglior film dell'anno appena trascorso. Nel suo scintillante abito rosso, ha chiamato sul palco i produttori di Parasite: è il primo film straniero a trionfare nella categoria. Dolby Theatre in visibilio. A produrre il film, nella serata in cui si è parlato tanto di donne, è tra gli altri una donna

 

Questi, dunque, i verdetti:

 

MIGLIOR FILM

Parasite

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MIGLIOR REGIA

Bong Joon Ho per Parasite

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MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

Joaquin Phoenix per Joker

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MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

Renée Zellweger per Judy

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MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Brad Pitt per C'era una volta... a Hollywood

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MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA 

Laura Dern per Storia di un matrimonio

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MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

Parasite (Corea del Sud)

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MIGLIOR DOCUMENTARIO

Made in USA - Una fabbrica in Ohio

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MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

Toy Story 4

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MIGLIOR FOTOGRAFIA

1917 (Roger Deakins)

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MIGLIORI COSTUMI

Piccole donne (Jacqueline Durran)

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MIGLIOR TRUCCO E PARRUCCO

Bombshell - La voce dello scandalo (Kazu Hiro, Anne Morgan e Vivian Baker)

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MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

Parasite (Bong Joon Ho e Han Jin Won)

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MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

 Jojo Rabbit (Taika Waititi)

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MIGLIOR COLONNA SONORA

Joker (Hildur Guðnadóttir) 

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MIGLIOR MONTAGGIO

Le Mans '66 - La grande sfida (Michael McCusker e Andrew Buckland)

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MIGLIOR SCENOGRAFIA

C'era una volta... a Hollywood (Barbara Ling, Nancy Haigh)

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MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

1917 (Guillaume Rocheron, Greg Butler e Dominic Tuohy)

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MIGLIOR MONTAGGIO SONORO

Le Mans '66 - La grande sfida (Donald Sylvester)

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MIGLIOR MIXING SONORO

1917 (Mark Taylor e Stuart Wilson)

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MIGLIOR CANZONE

Rocketman ((I'm Gonna) Love Me Again)

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