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Checco, chiama! Stiamo in pena!
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Credevate forse che non avremmo parlato del film di Checco Zalone uscito il 1° gennaio e ancora in sala che presto diventerà il quinto film di maggior incasso nella storia del cinema italiano? Pensavate davvero che lo avremmo ignorato bellamente? Be’ vi sbagliavate. Anche perché siamo molto preoccupati per Checco. E vorremmo condividere con voi le nostre preoccupazioni.
Innanzitutto una precisazione: il film l’ho visto al cinema (la cosa la dettaglio perché quattro anni fa ne scrissi dopo una visione illegale e potete leggerne qui). Non solo: eccezionalmente sono andato a vederlo insieme al mio amico e collega End User, domenica scorsa. Era utile, era necessario. Non tanto per capire il cinema italiano o per godere di un bel film (la speranza c’è sempre, comunque), ma sicuramente per aiutarci a capire come vanno le cose da noi. Ne siamo usciti preoccupati, anche per Checco.

Ricapitoliamo cosa è successo. Dopo appunto 4 anni di attesa (non spasmodica da queste parti, ma se ci mettiamo nei panni degli esercenti di certo sì) il 1 gennaio è uscito Tolo Tolo, con proiezioni sin dalla mezzanotte e poi invasione delle sale italiane, 1150 circa. Il film - lo sapete - era stato preceduto da un teaser ambiguo, una clip di una canzone che poi nel film appare solo sui titoli di coda e che aveva creato molto “buzz” a altrettante polemiche. Sinceramente io ci avevo visto una discreta ambiguità che mi era parsa programmatica: trattando del tema “scottante” degli immigrati (non lo è poi così tanto nella realtà, ma solo nella percezione di essa, abilmente guidata dalla politica) poteva essere letto tanto come dalla parte di chi vede nella migrazione il nemico dell’Italia e degli italiani quanto come una solida presa per i fondelli di tutta la faccenda. A maggior ragione ora che ho visto il film penso che l’ambiguità fosse voluta: Checco - che bisogna cominciare a chiamare con il suo nome, Luca Medici - non poteva svelare il vero orientamento del film, pena l’inimicarsi quella parte del pubblico che avrebbe potuto essere in disaccordo con le tesi del film. Non poteva far uscire un trailer: meglio allora fare qualcosa di diverso. E di ambiguo, in modo da solleticare senza scontentare nessuna parte.

 

Tolo Tolo (2020): Trailer ufficiale



È bastata poi una mezz’ora di visione del film - ma forse anche meno - per capire che invece una parte la si prendeva, eccome. E non era quella che ci si sarebbe potuta aspettare dal “qualunquista” Luca Medici. Il film è un pasticcio colorato e sconclusionato, un mix irrisolto di generi-citazioni-paradossi che fa anche poco ridere (ma su questo io non faccio testo). Una cosa però è certa: i migranti li sostiene. Li racconta nelle loro vicende - la povertà, la guerra, la detenzione - e soprattutto li racconta paragonandoli con durezza estrema alla nostra pochezza, ai vizi, all’ignoranza, alla dabbenaggine. Non è una guerra poveri contro ricchi, sembra piuttosto una guerra poveri contro stronzi.

Eppure. direte voi, il film è un successo! Ni. Come dicevamo è il quinto maggior successo della storia del cinema italiano: non c’è dubbio. Nessuno in Italia porta a casa 50 milioni di euro (ipotizziamo che la corsa si fermi da quelle parti, è quasi cosa certa) se non Luca Medici/Zalone. Ma guardate bene cosa è successo. Il primo giorno il film ha incassato 8.853 milioni: record. Il maggior incasso di sempre in una giornata di esordio in Italia. Il precedente record lo aveva stabilito proprio Zalone con Quo Vado? che si era “fermato” a 7.360 nel primo giorno: cifre che qualsiasi produttore italiano sottoscriverebbe per il proprio film come incasso globale. Ma già il giorno dopo era successo qualcosa: i due film erano appaiati, la spinta iniziale di Tolo Tolo si è come spenta. E dopo tre giorni mancavano all’appello già 4 milioni. Un distacco che si è via via acuito: lunedì 12 gennaio Tolo Tolo era sotto di 11 milioni rispetto al suo predecessore: un distacco incolmabile. Tolo Tolo chiuderà circa 15 milioni sotto Quo Vado?: ormai è scritto.

 

Checco Zalone  (Foto di Maurizio Raspante)

Tolo Tolo (2020): Checco Zalone (Foto di Maurizio Raspante)



Cosa è successo allora in quei primi giorni? Cosa ha fatto sì che la partenza record si arrestasse praticamente subito e che il film perdesse il suo sprint? L'ipotesi è che semplicemente non sia partito il tam-tam, il passaparola virale e diretto, ancora importantissimo. Che quindi già gli spettatori del primo giorno (1 milione e 170 mila, un’enormità) siano rimasti delusi: si attendevano di ridere senza pensare, si sono visti accusati e smascherati, nella peggiore dell’ipotesi, o quanto meno spiazzati da una pellicola che assomigliava poco a quella che attendevano. Magari la più parte non ha nemmeno riflettuto tanto: ha pensato solo “non si ride”. E lo ha detto ai parenti, agli amici, al bar... Fatto sta che da lì in poi è stata una frana, resa poco visibile dal fatto che è difficile smontare un rito: il film di Natale di Zalone lo era diventato negli anni e quindi la spinta inerziale era comunque fortissima.
Se così è stato (ma se avete altre ipotesi sono ben accette) si pongono delle domande: cosa succederà adesso? Come avranno vissuto Luca Medici, il produttore Valsecchi e Medusa il risultato?
Va anche considerato che il film è costato tantissimo: si parla di venti milioni di euro. Luca Medici (anche regista, per la prima volta) ha avuto tanto credito e si è tolto ogni sfizio: riprese aeree, scene di guerra, effetti speciali. Carta bianca. Se poi oltre al budget togliete la quota degli esercenti e altri costi, già il bottino è molto minore di quanto magari si attendevano in sala comando. Sarà l’inizio di una curva discendente per il più grande fenomeno del cinema popolare italiano di questi anni (e per molti aspetti di sempre)? È scoppiata la bolla? Assisteremo a quanto si vede accadere anche nella politica, dove tutto si è fatto più liquido e dove i ribaltoni nell’opinione pubblica si consumano con una velocità che nei decenni scorsi era inimmaginabile?
Di certo per il prossimo film di Luca Medici le cose si fanno molto più complicate. Esempi anche recenti ce ne sono stati: i cinepanettoni in un decennio sono scomparsi, Siani ha fatto una fiammata alcuni anni fa poi si è ridimensionato, Aldo Giovanni e Giacomo (ma con maggior lentezza) hanno visto un crollo dei risultati dei loro film, Verdone è antiquariato. Cosa dovrà inventarsi il comico che si è smascherato?
Luca, siamo preoccupati, facci sapere come stai, come ti senti. Chiama.

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