Era il 9 novembre del 1989 quando fu decretato lo smantellamento del muro che divideva in due la città di Berlino da 28 anni, muro eretto dal governo della Germania dell’Est per impedire la libera circolazione delle persone da e per l’ovest. Quel muro è stato per anni simbolo di oppressione e costrizione umana per cui è inevitabile che ogni nuova struttura divisiva (si pensi a quella della striscia di Gaza o al muro messicano) non possa che rimandare all’oscurantismo di quegli anni ed al senso di liberazione che l’abbattimento di quella barriera simbolicamente rappresentò.
Se esiste un film che, con la giusta dose di ironia e malinconia, descrive al meglio il difficile clima all’interno della Repubblica Democratica Tedesca, appesantito dall’indole autarchica e protettiva del regime socialista, quel film non può che essere Good Bye, Lenin!
Si tratta indubbiamente di un'opera particolare per vari motivi, il primo dei quali legato al fatto che ha rappresentato di uno dei più clamorosi successi del cinema tedesco. Good Bye, Lenin! viene diretto nel 2003 da Wolfgang Becker, cineasta poco prolifico che annovera però nel suo curriculum altre opere significative tra le quali il pluripremiato lungometraggio d'esordio Farfalle ed il particolare Me and Kaminski tratto dall’omonimo romanzo di Daniel Kehlmann.
Il film arriva all’epoca nelle sale italiane senza troppo clamore ed in alcune di esse vi rimane o viene ripetutamente riproposto per diverse settimane, fatto assolutamente insolito, quasi un’eternità se si pensa alla velocità da social con cui si consumano oggi le novità cinematografiche.
Good Bye, Lenin! è senza dubbio un piccolo bozzetto d'autore, che mischia dramma, ironia e nostalgia per un passato di cui Christiane (Katrin Sass) ne incarna umanamente il ricordo. A fronte dello sbigottimento che la stessa proverebbe, risvegliatasi dopo anni di coma, assistendo alla impensabile occidentalizzazione del proprio paese, c’è la disperata energia con cui Alex (Daniel Brühl), in un moto di incontenibile affetto filiale, prova a tenere in vita quel mondo.
Sono questa gradevole ed altalenante mistura di legami emotivi e malinconici, paure e momenti di allegria o ancora questa introiezione di macrocosmi politici nel microcosmo delle intimità familiari, con la precisa e divertita ricostruzione degli usi di quegli anni, che fanno di quest’opera probabilmente un episodio cinematografico unico e quasi irripetibile.
Good Bye, Lenin! è oltretutto un film colto caratterizzato da una miriade di dotte citazioni meta-cinematografiche ed impreziosito da una bellissima colonna sonora, che ne costituisce il motore trainante e che riporta inevitabilmente alla mente quella de Il favoloso mondo di Amélie della quale ne è stato compositore lo stesso Yann Tiersen solo due anni prima.
Per celebrare i 30 anni dalla caduta del muro il film è tornato nuovamente nelle sale durante il mese di novembre.
In home video Good Bye, Lenin! circolò all'epoca in Italia solo in una edizione standard in DVD, pur essendo da tempo disponibile all’estero in alta definizione.
In questi giorni Cecchi Gori Entertainment ha deciso di avviare, con la sua iniziativa StartUp un crowdfunding, che terminerà il 10 dicembre, affinché anche in Italia venga stampato per la prima volta questo film in alta risoluzione, su supporto Blu-Ray.
Per far sì che l'operazione vada in porto sono necessarie almeno 300 prenotazioni effettuate sul sito della CGHV a questo indirizzo.
Chi ama il cinema di qualità dovrebbe farci un serio pensiero.
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