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Il Cinema e Le Donne
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Audrey Hepburn

Sabrina (1954): Audrey Hepburn

"Se una donna si veste in quel modo, un po' se l'è cercata"

"Se una donna ha bevuto troppo, poi è anche colpa sua se le succede qualcosa" 

"In fondo, un piccolo attacco di rabbia può capitare a tutti gli uomini"

"A che cosa serve una giornata contro la violenza sulle donne?"

 

A che cosa serve? Il fatto che frasi di questo genere continuano ad essere pensate e dette ad alta voce praticamente ovunque è la prova che sempre servirà una giornata contro la violenza di genere. Perché se la gente è così ignorante, è perché è stata abituata a pensare in un certo modo. Non serve essere femministi per rispettare le donne ed essere contro questi crimini, basta avere una cosa che si chiama cervello. 

Ma oggi non voglio parlare della violenza contro le donne o del femminicidio, piuttosto voglio parlare del modo in cui il cinema ha mostrato la figura della donna. La storia del cinema è piena di esempi positivi di film in cui le donne venivano rappresentate in tutta la loro bellezza e forza d'animo e altri esempi negativi in cui invece venivano rappresentate come se fossero oggetti. Questo post vuole essere il mio omaggio a questa giornata contro la violenza di genere e un omaggio alle donne in generale, sperando di aver fatto un lavoro quantomeno dignitoso. 

Diane Keaton

Io e Annie (1977): Diane Keaton

La rappresentazione della donna al cinema molto spesso dipende soprattutto dall'apertura mentale del regista, a cui è affidato il compito più difficile, ovvero quello di decidere come mostrare le donne. Pochi dettagli possono cambiare completamente tale rappresentazione. Dettagli come un capello fuori posto, un primo piano sullo sguardo dell'attrice, un certo modo di vestire, un certo modo di porsi. Tutti dettagli che influenzano la visione che abbiamo delle donne, che può essere così negativa o positiva. Prima di cominciare a spulciare un po' la storia del cinema, devo fare la distinzione tra la rappresentazione positiva della donna al cinema e la rappresentazione negativa. Partiamo da quest'ultima, quand'è che la donna è rappresentata negativamente? La risposta è semplice, quando è solo un supporto dell'uomo. Quando un personaggio femminile esiste solo per completare il personaggio maschile, il personaggio della donna automaticamente appare come bidimensionale. Una specie di sagoma di cartone che serve solo perché sennò l'uomo non avrebbe nessuno da baciare quando è felice o da insultare quando è arrabbiato. Questa rappresentazione della donna è avvenuta soprattutto tra gli anni '70, la fine degli anni '90 e in special modo per tutti gli anni 80'. La donna non aveva realmente una personalità nella maggior parte dei casi, era lì sono per essere salvata dall'eroe di turno o per essere l'interesse amoroso del protagonista. E anche quando erano le protagoniste dei loro film, erano comunque rappresentate in quel modo. Dovevano sempre avere un uomo che le supportasse perché da sole non erano in grado (dal punto di vista del pubblico ovviamente) di reggere il peso delle loro difficoltà. Basti pensare a film diventati cult come Dirty Dancing, dove la donna comincia ad assumere forza e sicurezza di sè solo dopo l'incontro con l'uomo forte e sicuro di sè, oppure Top Gun, dove la donna viene vista come una specie di premio per le azioni compiute dall'eroe. La donna in questi casi altro non è che un traguardo da raggiungere, una specie di trofeo. Numerosi sono i film dove l'eroe salva il mondo e poi ottiene come premio la donna del film, oppure dove la donna è una protagonista che per essere indipendente ha bisogno di un uomo o dove la donna è semplicemente rappresentata come se fosse un oggetto. Flashdance, i seguiti di RockyLa Donna EsplosivaHoward & Il Destino Del MondoAmerican Pie e tanti altri. Tutti film orribili ovviamente, che rappresentavano le donne come se il suffragio universale non fosse mai avvenuto. 

Però esistevano anche le eccezioni e infatti le donne non erano solo damigelle in pericolo o trofei. Negli anni '70, '80 e '90 sono nate delle vere e proprie icone cinematografiche femminili che sono rimaste nell'immaginario collettivo. Per quanto riguarda la commedia americana (che fino a pochi anni prima mostrava le donne nella maniera più semplicistica e stereotipata possibile) vennero alla luce personaggi come la Diane Keaton di Io & Annie o la Jamie Lee Curtis di Un Pesce Di Nome Wanda. Donne belle e intelligenti, che erano coscenti della propria sessualità e non la nascondevano come invece facevano la maggior parte dei film di quel tempo. Il loro essere personaggi reali e non solo macchiette che si reggevano sulle spalle degli eroi le rendevano tridimensionali e non delle sagome di cartone. Per quanto riguarda il cinema d'azione fu creato il personaggio di Ripley interpretato da Sigourney Weaver, apparso per la prima volta in Alien ma diventato un'icona solo dopo il seguito Aliens Scontro Finale. Era una donna determinata, cazzuta e combattiva, che di sicuro non andò molto a genio a tutte quelle persone dalla mentalità borghese che credevano che la donna dovesse solo stirare e stare in cucina. Sigourney Weaver invece combatteva gli alieni con la stessa brutalità di quando Chuck Norris menava i comunisti, solo che a differenza di quest'ultimo, lo faceva al'interno di film belli. 

Marilyn Monroe

A qualcuno piace caldo (1959): Marilyn Monroe

È sbagliato però anche affermare che nel cinema classico la rappresentazione della donna fosse solo stereotipata e semplicistica. Dagli anni '30 agli anni '50 le attrici erano considerate vere e proprie divinità grazie alla loro bellezza e ciò le garantiva un rispetto che fino a poco tempo prima non avrebbero guadagnato. Film come Sabrina o A Qualcuno Piace Caldo e attrici come Audrey Hepburn o Marylin Monroe mostravano come la bellezza fosse la vera arma delle donne. Davanti alla semplicità e alla bellezza (non solo fisica) della donna, l'uomo non può fare altro che sciogliersi e cadere ai suoi piedi. E quando l'uomo si ritrova in quella situazione, è la donna a prendere in mano la situazione mostrando tutte le qualità che la distinguono dall'uomo, che di certo non sono solo la capacità di sapere cucinare o di diventare madri come invece insegnano ancora oggi molti film. Registi come Billy Wilder volevano proprio rappresentate le qualità nascoste delle donne, quelle che nessuno a quel tempo voleva mostrare. La lungimiranza di tutti quegli autori che hanno compreso il valore della bellezza della donna ha permesso ai loro film di essere già avanti coi tempi rispetto all'anno in cui sono usciti. Un film come Sabrina dove una donna decide di rendersi indipendente fuggendo dal mondo in cui era cresciuta è ancora oggi più attuale che mai. 
Poi ovviamente ci furono registi come Godard e Truffaut che grazie a film come La Donna è Donna e Jules & Jim riuscirono a mostrare ancora di più come la donna avesse ormai raggiunto un punto di indipendenza totale dall'uomo e come potesse essere libera anche senza il suo aiuto. In particolar modo quest'ultimo film mostrava la donna come un'anarchica romantica, che vuole solo trovare la forma più libera e soddisfacente dell'amore. Perché senza amore la donna non può vivere e senza la donna l'uomo non può amare.

Truffaut era un vero e proprio amante delle donne e i suoi film rappresentano tutt'oggi meglio di chiunque altro la bellezza e la libertà femminile, a cui qualunque uomo dovrebbe ambire. 

"La donna è la rovina dell'uomo, ma resta il fatto che senza la donna l'uomo è rovinato" 

~Marylin Monroe

 

Arriviamo così al cinema moderno. Come vengono rappresentate oggi le donne al cinema? Positivamente o negativamente? Diciamo che la situazione è leggermente migliorata. Le lotte femministe a favore delle donne hanno portato di sicuro a un tentativo di non escludere più le protagoniste femminili come si faceva un tempo. Sono sempre di più i film con protagoniste femminili forti e indipendenti, che non hanno in alcun modo bisogno della forza degli uomini per essere se stesse. Basti pensare ad Hunger Games, i nuovi Star Wars, i film di supereroi con protagoniste femminili o i numerosi film d'azione dove anche le donne spaccano le ossa ai cattivi. Ci sono ancora oggi film come Transformers o Fast & Furious dove le donne vengono trattate dai registi come se fossero calendari erotici per far ribollire il sangue agli adolescenti pieni di ormoni, ma rispetto agli anni '80 e '90, questo tipo di rappresentazione viene giustamente criticata. Ciò che semmai è criticabile del cinema moderno, è la ricerca forzata di dare un ruolo importante alla figura femminile, che molto spesso genera l'effetto contrario. Scelte come quella di girare remake al femminile di film come Ghostbusters o Ocean's Eleven mettono solo in cattiva luce le donne e non portano in alcun modo avanti un discorso sull'uguaglianza di genere o contro la misoginia. Anzi, portano solo indietro tutti i progressi fatti nel tempo. Oppure vogliamo parlare della scena dell'ultimo Avengers dove un mucchio di donne corrono assieme verso i nemici? In che modo ciò rappresenterebbe un'innovazione? Le donne esistono, lo sappiamo, ma non basta mostrarle per dar loro l'uguaglianza che meritano. In quel film poi le donne non fanno nulla, in quanto alla fine è sempre l'eroe uomo a salvare il mondo e a venire celebrato. Quella a cui stiamo assistendo non è quindi una rappresentazione vera del valore della donna, ma una falsa uguaglianza di genere. Alla fine non è cambiato nulla realmente, se non il fatto che i registi di ora inseriscono qualunque cosa che faccia sembrare il film più femminista possibile. Un contentino fatto per calmare le finte femministe, a cui basta un branco di donne che corrono per sentirsi rappresentate dignitosamente. 

Alla fine se ci pensiamo i registi più femministi sono invece quelli che negli ultimi anni sono stati accusati di misoginia, ovvero Quentin Tarantino e Darren Aronofsky. Tarantino è sempre stato accusato di misoginia per la sua tendenza a mostrare la sessualità delle donne (cosa ci sarebbe di male in ciò?) e per aver trattato personaggi come Daisy Domergue in The Hateful Eight con la stessa violenza con cui tratta i suoi personaggi maschili. Quando in verità, se ci pensiamo, è questa la vera uguaglianza di genere. Trattare le donne e gli uomini allo stesso modo, sia nel bene che nel male. Una criminale come Daisy meritava la fine che ha fatto, non avrebbe dovuto meritare un trattamento diverso solo perché donna. Era un'assassina e nel momento in cui una donna si macchia di tali crimini, merita di essere punita esattamente come l'uomo, laddove invece una volta la donna avrebbe avuto un trattamento probabilmente di gran lunga peggiore. E poi come si fa ad accusare di misoginia un regista che ha creato personaggi come La Sposa, Shoshanna Dreyfuss o Jackie Brown? Roba da matti.

Aronofsky invece ha girato Il Cigno Nero madre!, che altro non sono che un'enorme allegoria contro la misoginia e la violenza contro le donne. Come si fa a definire misogino un regista del genere? La vera misoginia è rappresentare le donne come inferiori agli uomini e nonostante tutti gli sforzi fatti recentemente per cambiare questa cosa, l'impressione è sempre che in verità non stia cambiando nulla.

La donna al cinema ha dovuto sorpassare molti ostacoli, primo tra tutti un sessismo mascherato che mai se n'è andato veramente. Hollywood potrà anche fare centinaia di film all'anno con protagoniste femminili forti e indipendenti, ciò non cambierà mai la percezione che certe persone hanno della figura femminile al cinema. Però siamo ancora in tempo per cambiare la percezione delle nuove generazioni, che devono imparare a non commettere gli stessi errori delle generazioni precedenti. In questo caso non ci sono vie di mezzo. La donna non deve mai essere giudicata colpevole per i crimini compiuti nei suoi confronti e mai deve essere giustificata la violenza che le viene inflitta. Un film che ho dimenticato di citare è L'Ombra Del Dubbio di Hitchcock, un film del 1943 che parlava di un assassino che uccideva donne vedove per via della sua mentalità misogina e del suo odio verso le donne che riuscivano ad essere indipendenti anche senza il supporto di un uomo. Se 76 anni fa un regista come Hitchcock riusciva a fare un film con una trama del genere e da allora nulla è cambiato, questo significa che l'umanità è destinata a non imparare mai veramente dai propri errori. Pertanto tutti noi dobbiamo fare del nostro meglio, trattando le donne come meritano di essere trattate. E continuiamo a chiederci ogni giorno "A cosa serve una giornata contro la violenza sulle donne?", per capirlo e non dimenticarlo mai.

 

 "Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. 
Rigraziale, coglione!" 
~Charles Bukowski

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