Si apre nel segno di una delle più grandi icone horror di tutti i tempi, la scream queen Barbara Steele, musa ispiratrice di tanti grandi registi, tra cui i nostri Riccardo Freda e Mario Bava, il Torino Film Festival 2019 che si terrà nel capoluogo piemontese dal 22 al 30 novembre 2019. Giunto al 37° anno dedica all'attrice il manifesto e il Gran Premio Torino, mentre la retrospettiva principale intitolata “Si può fare! L’horror classico 1919 – 1969, Da Caligari agli zombie”, mitica citazione dal Frankenstein Junior di Mel Brooks, vedrà protagoniste tantissime icone senza tempo di tanti grandi horror, consentendo agli appassionati di (ri)vedere su grande schermo titoli imperdibili della storia del cinema o riscoprirne altri. Si va da capolavori del muto quali Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene, Il Fantasma dell’Opera di Rupert Julian, col grandissimo Lon Chaney, o il Nosferatu di Murnau, ai classici targati Universal con protagonisti Frankenstein (e sua moglie!) di James Whale , La mummia di Karl Freund (entrambi con Boris Karloff), Il mostro della laguna nera di Jack Arnold, ad alcuni imperdibili film di Tod Browning, come Freaks e La bambola del diavolo. E poi altri maestri quali Franju, Tourneur, Wise, Corman, Hitchcock, Freda, Bava, passando per il cult Onibaba di Kaneto Shindo, i classici della Hammer e altri titoli forse meno noti quali The plague of the zombies e The sorcerers fino al capolavoro di Polanski, Rosemary’s Baby: una cavalcata nell’orrore lunga 36 film.
La sezione principale è Torino 37, cioè quella del concorso, volta da sempre alla ricerca di giovani talenti spesso esordienti, alla loro opera prima, seconda o terza: saranno 15 i film in gara a contendersi il titolo vincitore di questa edizione, con titoli provenienti da Cile, Francia, Russia, Argentina, Italia, Spagna, Islanda/Danimarca/Svezia, USA, Taiwan/Repubblica Ceca, UK, Germania, Canada, Tunisia/Francia/Qatar, Singapore/Taiwan. Tra spietate tensioni famigliari, poetiche commedie stralunate, evasioni impossibili da strani carceri, dolorose ossessioni per elaborare un lutto, facilità ad empatizzare con chi sta morendo ma non coi vivi, emozioni e difficoltà della vita di coppia, ritratti di adolescenti dediti alla musica e donne passionali in cerca di riscatto da società oppressive ce ne sarà come sempre per tutti i gusti, spaziando tra varietà di stili e tematiche. A rappresentare l’Italia il film di Antonio Padovan con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, Il grande passo, e Now Is Everything, coproduzione italo americana di Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis. Tra tanti citiamo anche l'attesa opera seconda di Kantemir Balagov, Beanpole, che l’anno scorso presentò sempre qui al TFF l’apprezzatissimo Tesnota. Per approfondire al meglio questa importante sezione vi rimando al post della redazione con le schede di tutti i film del concorso e anche le recensioni di alcuni utenti che già videro alcuni di questi film a Cannes. Il festival apre con Jojo Rabbit, satira sul nazismo vista attraverso gli occhi di un bimbo viennese che vorrebbe diventare un nazista e che si crea un particolarissimo amico immaginario: Adolf Hitler. Dirige Taika Waititi (di cui al TFF di qualche anno fa si vide l’apprezzato e divertente mockumentary sui vampiri What We Do in the Shadows e che qui interpreta anche il ruolo di Hitler) con Scarlett Johansson e Sam Rockwell. Il film di chiusura è invece Knives Out di Rian Johnson, che raggruppa un super cast con tra gli altri Daniel Craig, Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Christopher Plummer, Don Johnson, Toni Collette e Michael Shannon, qui riuniti per un classico giallo “whodunit” (chi è il colpevole dell’omicidio?) nel tipico stile alla Agatha Christie.
Visto che questo non può né vuole essere un compendio esaustivo su un festival così ricco e vario, ma solo un piccolo accenno a un grande ventaglio di proposte, vado a parlarvi anche del resto, sperando di stuzzicare la vostra curiosità. Peraltro Torino, dove grazie a Cabiria nacque l'industria del cinema italiano, sarà anche città del cinema 2020, e tantissime saranno le inziative nel corso di tutto il prossimo anno per celebrare questo importante avvenimento. Noi invece cominciamo da qui, ossia dalle già note sezioni collaterali che tutti gli aficionados del TFF ben conoscono.
Festa Mobile: un tripudio di generi sui generis. Non è un bisticcio di parole quanto più una dichiarazione di intenti, visto che qui sarà possibile visionare davvero di tutto tra i 44 film che la compongono. Tra i tantissimi, oltre ai film d’apertura e chiusura di cui si diceva sopra, vi segnalo: Dreamland, prodotto e interpretato da Margot Robbie, rapinatrice in fuga nell’America della grande depressione; The Good Liar, gioco al gatto e topo tra un’abilissimo truffatore e la sua “preda” con i mostri sacri Helen Mirren e Ian McKellen; La Gomera, un curioso e ironico poliziesco rumeno con uno sbirro corrotto che deve imparare uno strano linguaggio basato sui fischi; Mientras Dure la Guerra, di Alejandro Amenàbar, affresco storico ambientato negli anni della Spagna franchista; ben due nuovi film di Abel Ferrara: The Projectionist, viaggio nelle sale cinematografiche americane degli anni ’70, e Tommaso, film autobiografico girato a Roma con la sua vera moglie e figlia e come suo alter ego il bravissimo Willem Dafoe; Un piccolo spazio a parte nella sezione è dedicato alla personale completa, cinque i film da lei finora girati, della regista macedone Teona Strugar Mitevska. In concorso all’ultima Berlinale con God Exists, Her Name is Petrunija, il direttore Emanuela Martini l’ha fortemente voluta e ha speso parole di lode verso questa giovane e per ora semisconosciuta regista. Vedremo se avrà avuto fiuto, intanto possiamo conoscerne meglio le opere. Concludo citando anche i film, sette quelli in programma, prodotti da TorinoFilmLab, e una giornata dedicata al ricordo di Mario Soldati (cui una delle tre sale del cinema Massimo, “cuore” del TFF, è intitolata), scrittore, regista, sceneggiatore, autore e artista a tutto tondo di cui si vedranno film, spezzoni ed episodi delle trasmissioni da lui realizzate per la TV.
Cinque Grandi Emozioni: così si chiama la sezione dei titoli “del cuore” visti tutti più volte e scelti dal Guest Director di quest’anno Carlo Verdone, che sarà a Torino per presentarli. “Immagini che non scompariranno mai dai miei ricordi di spettatore, ignaro che un giorno anche io avrei detto ‘azione!’. Anche se non ho raggiunto e non raggiungerò queste vette, sono felice di aver imparato tanto da questi cinque capolavori che tanta autorevolezza hanno dato al cinema.” Parola di Carlo Verdone, che è figlio di tanto padre, il grande critico cinematografico Mario Verdone, ed è sensibile e colto cinefilo ancor prima che regista, vista la bella cinquina che ha scelto: Sunset Boulevard, di Billy Wilder; Ordet, di Carl Theodor Dreyer; Divorzio all’italiana, di Pietro Germi; Being There, di Hal Ashby; What’s Eating Gilbert Grape, di Lasse Hallstrom.
Altra amatissima e frequentatissima sezione è After Hours: qui convergono tutta una serie di film “di genere”, spesso horror, fantastici, ma non solo, da cui spesso viene estrapolato il trittico proiettato durante la ormai imperdibile Notte Horror, cioè tre film al prezzo di un singolo biglietto proiettati durante il sabato di apertura del festival, da mezzanotte all’alba. Quest’anno, tra un cornetto e un caffè per tenere desti i temerari spettatori ci sono Blood Quantum, apocalisse zombi in chiave “politica” vista dagli occhi dei nativi americani; si prosegue con il classico Creature from the Black Lagoon, di Jack Arnold, che dalla sezione retrospettiva “Si può fare!” ci mostra un mostro (!) che non ha bisogno di presentazioni, tra i più amati tra quelli dei film prodotti dalla Universal; si chiude la nottata o apre la mattina, fate voi, con The Lodge, thriller horror in bianco e nero in cui due ragazzini con un lutto famigliare alle spalle, devono passare le feste di Natale in una grande casa isolata tra la neve, col padre e la sua nuova fidanzata, anche lei con forti traumi interiori. Ma lui dovrà tornare in città e lasciarli soli con lei…
Spulciando tra gli altri 17 titoli di questa sezione ne cito brevemente alcuni: Bina /The Antenna, horror dalla Turchia che attraverso le metafore proprie del genere, ragiona sulla storia attuale di questo paese; Dreamland (stesso titolo già citato prima, ma è un altro film) di Bruce McDonald, habituè del TFF che dopo il piccolo cult Pontypool torna con un noir horror ironico e violento, con Juliette Lewis; Die Kinder Der Toten è invece il mio personale “UFO” di quest’anno, nel senso che la trama è talmente assurda che può oscillare agli estremi, io spero ovviamente che sia una visione da ricordare nel bene: l’Olocausto in Tirolo, tra nazisti ed ebrei zombi tratto dal romanzo omonimo di Elfriede Jelinek, Premio Nobel per la letteratura nel 2004, un horror muto (cioè proprio con le didascalie) prodotto da Ulrich Seidl, “dove l’umorismo nerissimo serve a ‘congelare’ e irrobustire la tragedia.” Ha vinto il Premio Fipresci al Forum di Berlino, son davvero molto curioso di vederlo. Poi ancora Letto numero 6 diretto dall’esordiente Milena Cocozza e scritto e prodotto dai Manetti Bros., misteriosa storia di fantasmi ambientata in un ospedale, con Carolina Crescentini; Scream, Queen! My Nightmare on Elm Street, che ricostruisce la vita di Mark Patton, protagonista nel 1985 del fortunato sequel del cult di Wes Craven, Nightmare 2 – La rivincita. Successo commerciale che però non gli portò fortuna, anzi gli creò solo grandi problemi tra censure omofobe e altro che lo esiliarono dal cinema: questo documentario ci racconta la sua storia.
Per finire altre importanti e ricche sezioni sono TFFDOC, dedicata ai documentari, sia italiani che internazionali e con varie altre sottosezioni interne, la più snella Italiana.Corti e infine Onde: quest’ultima, forse, la più sensibile, sperimentale e poetica del festival.
Tra i tantissimi film presenti cito il discusso Liberté di Albert Serra, racconto storico di un gruppo di nobili libertini a cavallo della rivoluzione francese, con Helmut Berger ha vinto il Premio Speciale della Giuria di Un Certain Regard al Festival di Cannes; Tutto l'oro che c'è di Andrea Caccia, che attraverso cinque personaggi diversissimi tra loro dipinge un particolare e poetico racconto naturalistico lungo le sponde del Ticino; Synonymes, vincitore dell'Orso d'Oro alla Berlinale 2019; Vitalina Varela, di Pedro Costa, che ha vinto il Pardo d'Oro e il Premio alla Migliore Interpretazione Femminile al Festival di Locarno 2019.
Vi lascio al sito ufficiale del TFF per informazioni ben più precise su tutto ciò che il festival offre ai suoi curiosi spettatori. Spero questa mia piccolissima ricognizione vi abbia suscitato un po’ di curiosità e vi faccia decidere di raggiungere Torino per vivere tutti assieme, nel buio di una sala, ma anche poi fuori tra due chiacchiere e una birra o un caffè, con me e coi tanti amici conosciuti proprio su questo sito e che ormai da anni tornano sempre lieti qui al TFF, quelle emozioni che il bel cinema riesce sempre a trasmetterci. Grazie per la lettura, vi aspettiamo a Torino.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta