In Corea del Sud si sta strettini. Ci sono 50 milioni di abitanti. La superficie è di 100 mila km2. Per i più distratti in Italia siamo 60 milioni e la superficie è esattamente tre volte maggiore. Non so se è per questioni di difficoltà di movimento - del tipo che quando uno vuole andare da una parte anche gli altri per forza devono andare da quella stessa parte sennò è un casino - ma i coreani che sono andati a vedere Parasite, il film di Bong Joon-ho che ha vinto la Palma d’Oro sono stati 10 milioni: uno su cinque. E in patria il film ha incassato 70 milioni di dollari. Non è il film che ha incassato di più in Corea del Sud: è solo il 19esimo della lista. Ma il suo incasso equivale a quello del film che ha incassato di più da noi. Dai, questa la sapete. È Avatar (65.6 milioni di euro) anche se Quo vado? che è dietro di un soffio (300 mila euro di distacco) ha venduto più biglietti: 9.3 milioni, quasi un italiano su sei.
Ma non è tutto. Parasite non l’hanno visto solo i coreani, a rischio asfissia. In Francia è la Palma d’Oro che ha incassato di più negli ultimi 15 anni. Sono andati a vederlo 1.7 milioni di francesi. Il weekend d’esordio in giugno (sì, in giugno: quando da noi o arriva un cinecomic o le sale sono già deserte) ha aperto con 2 milioni di dollari per poi chiudere con un totale di 12 milioni. La cosa ha avuto ampio spazio sui giornali.
Negli States poi ha già fatto 7,5 milioni con pochissime sale: il weekend d’esordio erano tre e ha incassato 376 mila dollari. La più alta media sala di sempre per un film straniero: impressionante.
In Italia, dove - nonostante quel che potreste pensare se leggete questo testo mentre siete su un autobus - si sta larghini, la gente quest’anno al cinema ci sta andando. Aveva ragione Conte: sarà un bel 2019, un grande riscatto dal pietoso 2018. Sempre che il bifronte premier pensasse al cinema, ma questo non è del tutto chiaro.
Tuttavia, i film che gli italiani hanno premiato quest’anno sono quelli che conoscete. Dal primo a scendere: Il re leone, Avengers: Endgame, Joker, Aladdin. La serie di blockbuster tipici (animazione, cinecomic) è interrotta da un solo film d’autore: C’era una volta a Hollywood, di Tarantino. Poi si ricomincia con i cinecomic e i film d’animazione. Contro i quali nulla abbiamo, sia bene chiaro. Sono dati puri e nudi. E per di più i primi dieci film del 2019 sono finora tutti amerikani. Un anno bellissimo sì, mister Conte, ma non se siete un produttore italiano.
A fronte di tutto ciò c’è la parte sognatrice che è in noi che spera in un bel risultato del film di Bong. Vorremmo fargliela vedere ai francesi: questa è la verità. Maledetti mangiarane, che riempiono le sale per un cinema coreano, dopo averlo persino premiato. Forse perché sogniamo un Paese che si nutre anche di cultura e non solo d'intrattenimento. Un Paese che non guarda al taglio degli occhi degli attori, che non ha bisogno solo di riconoscersi nel simile ma che sa anche farsi affascinare dal diverso. Che poi insomma Parasite, osannato ovunque, è anche in qualche modo una commedia: nera, grottesca, sociale, ma commedia. Godibile, divertente.
Parasite da noi uscirà in 120 sale: consoliamoci pensando al fatto che negli States erano tre. Ma siccome sappiamo che tra di voi ci sono quelli che al cinema ci vanno sempre e comunque e che scatenano i tam tam - quando partono - che fanno restare un film in sala ben oltre le previsioni, sappiamo anche che la vera gara è quella per la miglior media sala. La vetta della classifica è irraggiungibile: magari nei primi dieci, magari.
Lunedì i risultati del box-office avranno per noi un motivo di interesse in più. Facciamogliela vedere.
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