Espandi menu
cerca
Come il Cinema di Martin Scorsese ha segnato la mia vita.
di Leman ultimo aggiornamento
post
creato il

L'autore

Leman

Leman

Iscritto dal 18 giugno 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 39
  • Post 10
  • Recensioni 42
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Martin Scorsese

King Cohen: The Wild World of Filmmaker Larry Cohen (2017): Martin Scorsese

Che io mi ricordi, ho sempre amato il cinema.

Senza il cinema non sarei nulla, sarei un guscio vuoto incapace di provare emozioni o di fare un qualsiasi pensiero profondo. Probabilmente avrei preso voti migliori a scuola, ma non sarei diventato ciò che sono ora se non fosse stato per il cinema. E tra gli innumerevoli registi che hanno segnato la mia vita in modo indelebile, Martin Scorsese è senza dubbio uno dei più importanti. Non mi sono mai perso un suo film al cinema e pure quelli che non avevo mai visto, sono riuscito a recuperarli attraverso proiezioni speciali. Non fa eccezione l'ultima opera del grande maestro, ovvero The Irishman, distribuito in pochissimi cinema in tutt'Italia ad orari improponibili. Ma alla fine ci sono riuscito. Sono riuscito a liberarmi da ogni impegno e sono andato a vedere The Irishman in sala. Una sala piena di persone che come me volevano gustarsi questa pellicola in tutta la sua bellezza. A livello strettamente personale, è stata probabilmente l'esperienza cinematografica più calma e rispettosa della mia vita. Nessuno che parlava, nessuno che accendeva il cellulare, nessuno che faceva commenti scomodi... c'erano solo uno schermo e un pubblico che lo fissava affascinato. Un pubblico che alla fine della pellicola è scoppiata in un fragoroso applauso alla comparsa della scritta "Diretto da Martin Scorsese". Di The Irishman se ne parlerà per molto tempo ed infatti ho deciso di non fare una semplice recensione per festeggiare la sua (alquanto deludente a livello promozionale) uscita nelle sale. Vedete questo post come un omaggio a uno degli artisti più importanti di tutta la mia vita. Questa è la storia di come il Cinema (con la C maiuscola) di Martin Scorsese ha segnato definitivamente la mia vita. 

 

Prima di partire ecco alcuni punti importanti per capire il cinema di Scorsese. Martin Scorsese è nipote di due immigrati italiani giunti in America all'inizio del XX secolo. È cresciuto in una famiglia cattolica, infatti all'inizio pensava di farsi prete, ma il suo amore per la religione non ha mai sovrastato il suo amore per il cinema e alla fine decise che quest'ultima sarebbe stata la sua strada. Dopo aver girato diversi cortometraggi e alcune sequenze di film erotici, Scorsese conosce il grande produttore e regista Roger Corman, che gli procura i mezzi per fare i suoi veri primi passi nel mondo del cinema. I primi due film di Martin Scorsese furono Chi Sta Bussando Alla Mia Porta e America 1929, due film bellissimi che già allora mostravano tutte le potenzialità che aveva questo promettente regista di New York. Il primo film che realmente consacrò il genio di Scorsese fu però il capolavoro del 1973, Mean Streets. Dico subito che in questo post mi vedrete abusare molto spesso del termine "capolavoro", ma Scorsese è uno di quei registi che se lo può permettere. Cosa rende Mean Streets un grande film lo sanno tutti. È praticamente il capostipite del cinema moderno, un film che ha segnato in modo indelebile la storia del cinema sia sotto il punto di vista estetico che da quello dei temi trattati. Ma visto che si sta parlando di come il cinema di Scorsese ha segnato la mia vita, posso solo dirvi cosa lo rende per me un film meraviglioso. Mean Streets è stato uno dei primi film a farmi rendere conto della falsità del mondo che mi era stato creato attorno durante la fanciullezza. Ovviamente quando sei bambino non puoi crescere conoscendo già tutte le ingiustizie della vita, ma è stato proprio il cinema a farmi smettere di vedere il mondo con gli occhi di un fanciullo e cominciare a farmi maturare. Mean Streets (che ho visto all'età di 7/8 anni, molto tempo dopo la sua uscita) è stato uno dei primi film a farmi capire che il mondo non si divideva solo in buoni e cattivi e che non tutto ciò che mi era stato raccontato riguardo la bontà dell'essere umano era vero. Con Mean Streets inizierà pure la collaborazione di Martin Scorsese con quello che probabilmente ancora oggi rimane il mio attore preferito di sempre, ovvero il grande Robert De Niro, che anche in questo film incarna il classico Anti-eroe emarginato dalla società che lo circonda che ritroveremo spesso nel cinema Scorsesiano. 

Dopo il bellissimo Alice Non Abita Più Qui, arriva il turno della pellicola più famosa di Scorsese, ovvero Taxi Driver, sempre con Robert De Niro. Taxi Driver è uno dei 30 film più belli della storia del cinema, uno dei miei film preferiti di sempre e una delle opere d'arte più importanti del XX secolo. Un'opera perfetta, senza alcun difetto, di cui è impossibile fare una recensione che non sia composta solo dalla parola "perfezione" ripetuta per 50 volte con caratteri diversi. Di nuovo si parla di emarginati e di nuovo si parla della falsità dei politici, che per Scorsese altro non sono che insulsi lecchini che pensano solo a far durare più tempo possibile il loro mandato. Taxi Driver è stata un'opera fondamentale per definire la mia coscienza politica, che grazie a questo film non è mai stata completamente da una parte rispetto all'altra. Ho sempre avuto le idee ben chiare, ma allo stesso tempo non ho mai dato fiducia in nessuna ideologia. Grazie al cinema di Scorsese ho imparato che al mondo non esistono solo il bianco e il nero e che l'uomo è solo un essere viscido e opportunista che si nasconde dietro ad altri uomini in quanto incapace di prendere una vera posizione su qualunque tipo di argomento. Ho imparato che è la società a cambiare gli individui, che nessuno di noi nasce mai in un modo e che nessuno è destinato a diventare qualcosa. Ciò che ci circonda ci cambia realmente e quelli che più soffrono di ciò sono proprio gli oppressi e i più sfortunati. Sono contento dell'uscita recente di un film come Joker, in quanto era ora che il pubblico ritornasse a riflettere su questi temi e se serve un uomo vestito da clown per suscitare tali riflessioni, noi che ci possiamo fare? Ritengo positivo il fatto che grazie a quel film probabilmente ora molti altri giovani scopriranno pure questi capolavori di Martin Scorsese. 

 

locandina italiana versione restaurata 2018

Toro scatenato (1980): locandina italiana versione restaurata 2018

Se con il successivo New York, New York il regista italo-americano dimostrò di essere un artista versatile capace di trattare qualunque genere con la stessa potenza espressiva e narrativa, con il magnifico Toro Scatenato ebbe la definitiva consacrazione e fu riconosciuto come uno dei migliori registi americani viventi. La caduta dell'essere umano, incapace di reggere il peso della vita sulle sue spalle. Come in un incontro di pugilato tutto ciò che possiamo fare per resistere al male che circonda la nostra società è incassare più colpi possibili e cercare di mandare a terra qualunque ostacolo si palesi davanti. Ma inevitabilmente prima o poi la vita avrà la meglio e con la morte verrà il definitivo KO. L'opera più triste e pessimista di Scorsese, ma anche quella più onesta e sentita. È curioso che dopo un film così abbia deciso di realizzare un'opera come Re Per Una Notte. Il film è probabilmente una delle migliori commedie nere mai fatte, un altro capolavoro che consacra la capacità di questo regista di passare da un genere all'altro senza difficoltà. La storia è ancora una volta quella di un emarginato (interpretato ancora una volta proprio da Robert De Niro) che ad un certo punto si ribella alle angherie della società che lo ha oppresso per tanti anni e decide di agire nel modo più sensato possibile, ovvero rapendo Jerry Lewis e rubandogli la trasmissione. La vittima delle accuse di Scorsese stavolta è tutto il mondo che ruota attorno allo Star System di Hollywood e della televisione, che inganna milioni persone facendogli credere che potranno con pochi sforzi raggiungere obiettivi irragiungibili da persone normali come Rupert Pupkin. L'ossessione del successo, il desiderio di diventare come qualcuno che non potrai mai raggiungere, la solitudine nata dall'incapacità di relazionarsi con le altre persone... tutte cose che sono riuscito a evitare nel corso della mia vita anche grazie al film di Martin Scorsese. 

 

La volontà del regista di raccontare la società attraverso il grottesco e la commedia continua con l'ennesimo capolavoro, ovvero Fuori Orario, film che nonostante non sia tra i miei preferiti di Scorsese, rimane una visione imprenscindibile per qualunque cinefilo. Una delle Palme D'Oro a Cannes più meritatate di sempre. Il film successivo è l'ottimo Il Colore Dei Soldi, che nonostante sia probabilmente uno dei film meno belli di Scorsese, rimane comunque una visione consigliata a chiunque, per via della sua forma praticamente perfetta e della sua trama comunque interessante e coinvolgente. Ma con il film successivo arriva l'ennesima conferma del genio di Scorsese, ovvero L'Ultima Tentazione Di Cristo, considerato dal sottoscritto il secondo miglior film su Gesù mai fatto dopo Il Vangelo Secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini e definito da Kevin Smith "il miglior film di supereroi di tutti i tempi". Gesù è stato rappresentato in ogni maniera possibile al cinema. Più recentemente Mel Gibson l'ha rappresentato nella sua versione più filo-cristiana, ovvero come un salvatore sceso in terra che attraverso il suo sacrificio è riuscito a salvare tutta l'umanità. Pasolini invece l'ha rappresentato come un marxista rivoluzionario che ha portato per primo l'uguaglianza sulla Terra. Come lo avrà rappresentato Scorsese? Ma ovviamente come un emarginato oppresso dal mondo che lo circonda che vive circondato da dubbi e angosce, cosa credete? La verità è che non c'è alcuna differenza tra Travis Bickle, Charlie Cappa, Jake LaMotta, Paul Hackett, Rupert Pupkin e il Gesù Cristo di Willem Dafoe. Tutti i grandi registi essenzialmente fanno sempre lo stesso film, cambiano solo le storie. Scorsese, Miyazaki, Fellini, Bergman, Kurosawa, De Sica, Bunuel, Pasolini, Allen, Almodovar... tutti loro hanno sempre fatto lo stesso film. Di più sul film di Scorsese non posso dire, se non l'avete visto, correte a recuperarlo. 

 

Con Quei Bravi Ragazzi Scorsese ridimostra ancora una volta la sua capacità di rinnovare il suo modo di raccontare sempre le stesse cose. Quei Bravi Ragazzi ha una storia che se messa in mano a un regista qualunque sarebbe potuta diventare la classica vicenda di Gangster, ma che messa in mano a Scorsese, porta alla luce un'ulteriore capolavoro. Il film è stato molto importante per farmi capire la fascinazione che molte persone hanno verso il mondo della malavita e cosa spinga effettivamente tutta quella gente a macchiarsi le mani di gesti così orribili. Il bisogno di denaro, le dipendenze, il bisogno di sicurezza, la libertà di poter fare quello che si vuole senza conseguenze... tutte cose che portano molte persone sulla strada sbagliata della malavita. Fortunatamente Scorsese pone lo sguardo anche sulla doppia faccia di quel mondo, mostrando le conseguenze che derivano dal macchiarsi le mani di crimini per cui prima o poi bisognerà pagare, in un modo o nell'altro. Ciò mi ha permesso di riflettere e di rigettare qualsiasi forma di criminalità o di disumanità. Con Cape Fear Scorsese gira il suo unico horror e forse il suo film più commerciale, ma non per questo meno interessante. Nonostante lo ritenga inferiore al film di cui esso è il remake, rimane comunque da vedere. Con L'Età Dell'Innocenza il regista si circonda di un cast da urlo e ancora una volta prende di mira il perbenismo della borghesia e la sua ipocrisia, girando il film con una perfezione estetica che mai aveva raggiunto prima di allora. Con questo film Scorsese abbandona la violenza e la descrizione degli oppressi e degli emarginati, ma riesce comunque a parlare di tutto ciò senza mai mostrare nulla esplicitamente. Forse non un Capolavoro di sostanza, ma di sicuro un grande film. Con il film successivo, Casinò, invece Scorsese farà proprio il contrario, segnando uno dei punti più violenti, scorretti e cattivi (e forse proprio per queste ragioni, uno dei punti più alti) della sua carriera. Con i due film successivi (Kundun e Al Di Là Della Vita) Scorsese chiude gli anni '90 in maniera abbastanza deludente, con i suoi due peggiori film. Consiglio comunque la visione di tali pellicole per completezza. 

Sarà l'inizio degli anni 2000 a dare nuova linfa al cinema di Scorsese. 

locandina

The Wolf of Wall Street (2013): locandina

Con Gangs Of New York il regista gira il suo primo vero Kolossal hollywoodiano e inizia la collaborazione duratura con Leonardo DiCaprio. Il film, sottovalutato ancora oggi da molti, fa sì che Scorsese ricominci a parlare dei temi che lo hanno contraddistinto per tutta la sua carriera e rimane ancora oggi un film da vedere per la sua messa in scena grandiosa, la magistrale interpretazione di Daniel Day-Lewis e la ricostruzione storica praticamente perfetta. In molti sostengono che le produzioni di Scorsese siano calate negli anni 2000', mentre io in verità considero tutti i film che ha fatto davvero di altissimo livello. Con The Aviator ha riportato in auge il biopic, con The Departed ha dimostrato che i remake possono ancora oggi dare qualcosa di nuovo e di diverso rispetto al film originale, con Shutter Island ha rivoluzionato il thriller moderno e con Silence ha saputo mettere in gioco un livello di perfezione scenica e di direzione degli attori come poche se ne vedono in giro. A mio parere i due punti più alti di questa parte della carriera di Scorsese sono stati Hugo Cabret e The Wolf Of Wall Street, entrambi film praticamente perfetti. Uno è una lettera d'amore al cinema di Melies e ai grandi pionieri della Settima Arte, l'altro è l'ennesima reinvenzione dello stile narrativo attraverso cui Scorsese per tanti anni ha raccontato la falsità e le mille sfaccettature dell'America. E questa volta, senza alcuna pietà verso nulla e nessuno. Inoltre c'è Margot Robbie come Madre Natura l'ha fatta, quindi le 5 stelle sono obbligatorie. Ma tutto questo percorso alla fine ha portato al film che senza ombra di dubbio rappresenta il punto più importante della cinematografia moderna di Scorsese.

 

locandina

The Irishman (2019): locandina

Dico subito quello che penso. Per me The Irishman è il miglior film di Scorsese dai tempi di Toro Scatenato. Si, per me è riuscito pure a superare in bellezza quel capolavoro assoluto che è Quei Bravi Ragazzi. Quando entro in sala e per tre ore e mezza fisso con gli occhi sbarrati lo schermo senza pensare alla regia, alla sceneggiatura, al lato tecnico o agli attori, significa che sto guardando un capolavoro, almeno dal mio punto di vista. Un film di cui non cambierei nemmeno una virgola, di cui anche la più breve immagine costituisce un tassello di quella che è a tutti gli effetti una delle opere cinematografiche più belle del XXI secolo. Con questo film Scorsese non ha solo raggiunto il punto di non ritorno di un genere che lui stesso aveva rinnovato e riportato in auge, ha proprio messo la pietra tombale su un tipo di cinema che ormai non esiste più. Un tipo di cinema dove l'autore è il direttore d'orchestra di tutte le immagini che scorrono sullo schermo e dove lo spettatore subisce tutto quello che l'artista gli vuole donare. Di recente Scorsese ha criticato i film della Marvel, accusandoli di essere solo intrattenimento da Luna Park. Nonostante esistano ovviamente le eccezioni come Guardiani Della Galassia o Spiderman: Un Nuovo Universo, è anche vero che dietro alla realizzazione della maggioranza di questi progetti non c'è un vero obiettivo artistico, ma solo il futile guadagno monetario. Si, futile. Futile in quanto non è il denaro a fare la storia del cinema, ma l'autore e le sue opere. Scorsese ha segnato la storia del cinema, questo è innegabile. Perché quando hai qualcosa da dire e la dici attraverso il cinema, automaticamente stai creando un'opera d'arte. E Scorsese fa proprio questo, arte in movimento. Ma lui non è solo un vecchio nostalgico e lo dimostra lasciando nel film una porta aperta al futuro che verrà. Con quella porta aperta lancia un messaggio ai giovani, ovvero quello di raccontare le proprie storie e di non lasciarsi abbattere dalla morte dei valori e dal degrado della società.
Per concludere, il cinema di Martin Scorsese mi ha reso una persona migliore, ma soprattutto, mi ha instillato il desiderio di essere una persona migliore. Grazie al suo cinema so di voler riposare sul letto di morte circondato dalle persone che amo e non da solo con la mia solitudine. Voglio lasciare nelle persone che ho conosciuto un ricordo felice, che gli possa far dire "Beh, quel tizio non era così male" prima che essi comincino a urinare sulla mia tomba per festeggiare l'anno nuovo. Vorrei chiedervi un ultimo favore.

 

Quando uscite, non chiudete la porta completamente. Lasciatela un po' socchiusa. 
Cordiali saluti, Leman

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati