Non sono passati nemmeno due anni da quando Harvey Weinstein è stato accusato da oltre 65 donne di molestie sessuali e non è passato neanche un anno da quando è stato finalmente incriminato per tali crimini. Non prendiamoci in giro, tutti quanti sapevano già dei crimini di questa persona. Tutti quanti hanno difeso Weinstein per anni, per poi voltare la faccia quando tutta questa vicenda è venuta alla luce. Per anni tutte le maggiori celebrità di Hollywood hanno esaltato un mostro, per poi diventare paladini della giustizia quando si parlava di incriminare un Roman Polanski per un crimine da cui era già stato scagionato. Ma oggi non ho intenzione di parlare dell'uomo, bensì del produttore. Perché qualunque amante del cinema odiava già Weinstein ben prima che si rivelasse un molestatore. In questo post cercherò di spiegare l'odio che in molti (compreso il sottoscritto) hanno verso il produttore più controverso della storia del cinema americano.
Io non so se tutti voi sapete chi è veramente Harvey Weinstein e che importanza aveva un tempo nel settore cinematografico. Tanto per spiegarlo nella maniera più semplice possibile, Harvey Weinstein era il pappone di Hollywood. O facevi quello che voleva lui, oppure non lavoravi più. Che tu lavorassi per lui o per un altro produttore, mai e poi mai dovevi permetterti di parlare male di Harvey Weinstein. Avete presente il film The Reader? Originariamente doveva essere girato da Sydney Pollack, ma visto che quest'ultimo si era opposto alle richieste di Weinstein, il grande Pollack fu licenziato dal suo ultimo film, la regia fu ultimata da Stephen Daldry e Pollack venne citato solo come produttore. In seguito alla morte del regista la famiglia ha cercato di denunciare Harvey Weinstein. Quale sarà stata la sua risposta? Ammettere il suo crimine? Pagare alla famiglia un risarcimento? No, mise a tacere la cosa e da allora non se n'è più parlato.
Morale della favola? Non si scherza con Harvey Weinstein.
Il buon Harvey è conosciuto per la sua tendenza a tagliare i film in sala montaggio con più ferocia di un bambino di 5 anni che usa per la prima volta delle forbici da grandi. Weinstein fu la causa della morte del cinema indipendente americano negli anni 90' (come testimonia il libro Down and Dirty Pitcures di Peter Biskind), in quanto arrivò a togliere qualunque libertà ai registi, soprattutto quelli che a differenza di Quentin Tarantino non facevano il botto al botteghino. Basti pensare al film 54 di Ryan Philippe, a cui fu riservato un destino analogo a quello di Sydney Pollack.
In seguito agli attentati alle Torre Gemelle dell'11 Settembre 2001, Weinstein fece ritirare dalle sale il film The Quiet American di Philip Noyce, perché secondo lui mandava un messaggio "anti-patriottico". Perché nella mente di questi produttori, mandare un messaggio che non sia "gli americani sono buoni e gli stranieri sono cattivi" è considerato "anti-patriottico". E potrei continuare per ore a parlarvi di questi casi in cui i film che non andavano a genio a Weinstein sono stati o tagliati e rimontati o direttamente rimossi dalle sale.
Addio Mia Concubina di Chen Keige, Frida di Julie Taymor, Farheneit 9/11 di Michael Moore (che alla fine però fu presentato a Cannes come era stato originariamente concepito, per fortuna), Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, Pelle Alla Conquista Del Mondo di Billie August (che in Europa per fortuna arrivò tutto intero), La Vita è Bella di Benigni (secondo voi a cosa è dovuta quella bandiera americana alla fine?) e tanti altri. Arrivò a modificare i dialoghi dei film orientali da lui distribuiti per renderli più adatti al pubblico occidentale, togliendo la poesia e ogni senso logico che invece avevano i film originali. Addirittura Bong Joon-ho dovette mentire ad Harvey Weinstein per evitare che fossero apportati tagli pesanti a Snowpiercer, dando a certe scene messaggi completamente diversi da quelli che il regista (famoso per il suo odio nei confronti delle politiche degli Stati Uniti e del capitalismo) avrebbe voluto dare. Il caso più recente è quello di The Current War, film che è stato completamente stravolto da Weinstein, che ha costretto il regista a rappresentare Edison come un eroe, Tesla e Westinghouse come dei poracci e ha tagliato oltre metà del montaggio originale, facendo girare scene nuove completamente false a livello storico, ma che facevano passare Edison come un vero eroe, in quanto vero americano e patriota.
La notizia dell'arrivo nelle sale americane della Director's Cut voluta dal regista mi ha convinto a scrivere questo post, anche per far luce sul male che Weinstein ha portato al cinema in tutti i suoi 40 anni di carriera.
Una volta Weinstein disse: "Taglio perché quella merda funzioni. In tutta la mia vita ho servito un solo maestro: il film. Amo i film"
No, Harvey. Tu ami i soldi, non il cinema.
Avevo promesso che non avrei parlato delle accuse a Weinstein, ma l'ultima questione di cui devo parlare necessita di citare uno di questi casi. In molti di voi credono che un produttore convinca le attrici ad andare a letto con lui solo per dargli una parte in un film. In effetti normalmente è così, però Weinstein ha portato questa circostanza molto oltre. In cambio di "favori sessuali" (come li ha chiamati il suo avvocato in un'intervista a dir poco vomitevole) Weinstein poteva far diventare qualunque attrice una delle più famose celebrità al mondo, arrivando a fargli vincere Oscar e decine di altri premi. Ma solo se fossero state zitte riguardo le sue azioni. Volete un nome? Gwyneth Paltrow. Volete il nome di un film? Shakespeare in Love. Pur di mantenere le sue "promesse da gentiluomo", Weinstein arrivò a creare la più costosa campagna di promozione per gli Oscar di tutta la storia del cinema, corruppe centinaia di membri dell'Academy, minacciò gli altri produttori, sfavorì economicamente le campagne di promozione degli altri film in gara (come Salvate Il Soldato Ryan) e così via. Tutto questo per vincere un Oscar.
E poi dicono a me che sono uno stronzo perché compro sempre il pass per saltare la fila a Gardaland.
Il mondo del cinema è sempre stato pieno di falsità e di produttori che pensavano di più al guadagno che all'onestà. Ma i livelli di squallore raggiunti da Harvey Weinstein non sono mai stati raggiunti da nessun altro produttore. Credo che possiamo affermare con assoluta certezza che di produttori peggiori di Weinstein, mai ce ne sono stati in tutta la storia del cinema.
E chi, pur di andar contro ai movimenti femministi, arriva a difendere tale soggetto, dovrebbe solo vergognarsi. Sia come amante del cinema, ma soprattutto come persona.
Perché l'unica cosa più grande del portafogli di Weinstein, non era il suo pene, come voleva far credere a tutta Hollywood, ma il suo ego.
"Se non fossi esistito, avrebbero dovuto inventarmi"
~Harvey Weinstein
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