"Ciao sono Bruno, vivo a Milano e la mia rete di casa viaggia sotto ai 2 Mbps."
Nella speranza che questo messaggio venga letto da una qualsiasi telco - tanto le ho girate tutte - e mi dica come è possibile che questo sia tutto quello che ci possiamo permettere io e il mio quartiere di Milano, inizio così.
Un po’ il motivo per cui ci ignorano lo posso intuire: abito in una zona periferica della città, costruita nel dopo guerra “dove c’erano i campi e le cascine” (tutta la pianura lombarda è o era così, lo so, ma alla generazione dei mei genitori che ricorda come era Milano nel primo dopoguerra è sempre piaciuto dire questa frase passando per le periferie).
Sono case che vennero comprate, spesso con mutui trentennali, da operai, per lo più del meridione, venuti “su” a lavorare. Ora ci sono loro che sono in pensione (tantissimi vecchi dalle mie parti), e - dove non ci sono più (RIP) - gli appartamenti vengono affittati a emigrati. Da me siamo tutti sudamericani, lo sto diventando anche io e mi piace molto praticare il mio modesto spagnolo in ascensore, venendo spesso guardato come un pazzo.
Ora immaginate questa popolazione: anziani ed emigrati sudamericani. Vanno a braccetto in fondo, e i primi sono la clientela ideale per i secondi, ma la cosa importante ora di questo connubio è che secondo me quello che potrebbe succedere alla rete italiana quando lanceranno il nuovo RaiPlay *non sarà per colpa nostra*. Non sarà per colpa nostra che si romperà internet perché tanto abbiamo una rete che fa schifo, perché i vecchietti l’abbonamento a un ISP non ce l'hanno e i sudamericani forse nemmeno, perché usano i giga degli smartphone, ma se ce l’hanno non ci guardano mica i canali Rai, dai.
Lo sapete vero cosa succederà a novembre? Innanzitutto il giorno 1 negli USA e in 100 altri Paesi aprirà le porte Apple Tv+, la nuova piattaforma di Apple per lo streaming. Subito dopo, il 12, sempre negli USA (e il 19 in Australia e Nuova Zelanda) le trombe squilleranno per Disney+, la concorrenza streaming di casa Disney. Se ne parla molto e si racconta anche come tremino quelli di Netflix (che pero’ intanto, dopo aver perso un botto in borsa, hanno rilasciato i dati del terzo quadrimestre che non sono così male).
Ma non è questa la cosa che ora ci interessa: del resto in Italia arriverà tutto l’anno prossimo. Ci interessa piuttosto che il 4 del mese RaiPlay, appunto, cambierà veste e sotto il vestito ci sarà tanto, tantissimo. Al punto che i media lo hanno descritto come un esperimento mai tentato prima (e con risultati tutti da vedere).
Alla Rai non sono giustamente preoccupati solo di tenere il passo con l’offerta e con il cambiamento generazionale. Già di per sé la cosa sarebbe encomiabile. (Per dire: l’altra sera a un concerto dove mi trovavo il musicista straniero ha ringraziato e blandito il pubblico, che è accorso nonostante la pioggia, dicendo in inglese “Grazie per non essere rimasti a casa a guardare Netflix”. Ormai non si dice nemmeno più “la tv”).
Alla Rai sono preoccupati anche delle implicazioni tecnologiche. In sostanza si chiedono: terrà la rete italiana?
Il piano è questo. Aprirà le danze Fiorello con il suo show Viva RaiPlay, che inizierà il 13 novembre SOLO IN STREAMING ma che sarà preceduto - dal 4 all’8 - con una striscia di 15” su Rai1 alle 20.30 (già ora sulla home di RaiPlay trovate una valanga di teasers). Quello che alla Rai vogliono fare - dopo aver tentato di acchiappare il pubblico generalista - è uno stress-test per capire proprio se la struttura tecnologica reggerà, perché mai in Italia così tante persone quante quelle che si aspetta per Viva RaiPlay hanno sin qui usufruito tutte insieme e da tutte le parti della nazione di un programma in diretta streaming. Stiamo parlando di una quantità enorme di bytes erogati in contemporanea. Potrebbe accadere di tutto: anche che si rompa internet (ma lo sapete: non sarà per colpa nostra!). Tuttavia, al di là della tecnologia che comunque gioca un ruolo enorme e con moltissime ricadute, la cosa interessante è scoprire anche quanto il servizio pubblico sia ancora dipendente dal digitale terrestre. Certo, c'è un retropensiero un po' strano: se l'idea è coinvolgere la popolazione più anziana e accompagnarla a usare una piattaforma di streaming Fiorello va anche bene, o benissimo. Ma se l'idea è acchiappare i giovani che non usano/non sanno di RaiPlay allora boh. Si vedrà se le nuove produzioni annunciate e dedicate in esclusiva a RaiPlay lavoreranno di più in questo senso. Certo aiuteranno anche le novità che non faranno altro che portare la nuova app di RaiPlay al passo con le altre piattaforme: il salto della sigla, la memoria del punto in cui si è interrotta una visione, le suggestion.
Io RaiPlay la uso, ogni tanto, per guardare film (sperando che la mia rete ce la faccia, erogando la minima qualità guardabile), Lo faccio informandomi prima su cosa c'è partendo da questa pagina del sito (colgo l'occasione per ricordarvi della sua esistenza) dove si possono incrociare i nostri parametri (stellette, anno, nazione, ecc.) con la programmazione presente su RaiPlay (selezionando quindi dalla tendina la voce "gratuito"). La verità è che per scegliere un buon film, alla fine RaiPlay mi sembra molto meglio di Netflix o di Amazon Prime: ci sono molte più cose di qualità, sia che si tratti di classici sia che si tratti di cinematografie minori. Con un difetto enorme, che spero che la nuova piattaforma di RaiPlay correggerà: che non c'è la versione in lingua originale.
Se ovvieranno a questa terribile mancanza io e miei compañeros de condominio (è il mio spagnolo, vi avevo avvisati) ringrazieremo. Tra l'altro loro, a differenza di molti italiani, almeno due lingue le parlano... E per l'occasione proponiamo un nuovo slogan in chiave decrescita. Anziché Rai, di tutto, di più, ci andrebbe benissimo anche Rai, di meno, ma meglio.

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L'unico vero rammarico è che tantissimi contenuti sono geofenced e non sono fruibili da chi abita all'estero. Posso capire la motivazione nel caso di serie o film più o meno recenti, ma che blocchino anche gli sceneggiati degli anni sessanta e settanta o tanti programmi di approfondimento e interviste... non so, mi sembra davvero strano.
Consiglio l'uso di una VPN e provare a bypassare il problema.
"La verità è che per scegliere un buon film, alla fine RaiPlay mi sembra molto meglio di Netflix o di Amazon Prime: ci sono molte più cose di qualità, sia che si tratti di classici sia che si tratti di cinematografie minori. Con un difetto enorme, che spero che la nuova piattaforma di RaiPlay correggerà: che non c'è la versione in lingua originale."
ecco, qui ho tributato la mia personale standing ovation!!!
aggiungo che la ragione della lacuna sulla versione originale è incomprensibile quando il film è già stato trasmesso con doppio audio, e visto che proporlo sulla piattaforma streaming in doppia versione è tecnicamente possibile (infatti una o due volte l'ho visto fare).
a proposito, aggiungo ancora: qualcuno sa spiegarmi perché lo stesso film viene talvolta trasmesso da reti Rai diverse con o senza la doppia traccia?
Io con Raiplay ho un problema. La uso (la userei) da SmartTV Samsung e la versione proposta non permette il Login dell'utente, non puoi inserire nulla nei Preferiti per visione futura, Quando lanci un film non puoi usare freccia indietro o avanti, molto utile se interrrompi e volessi riprendere un altra sera ,,, e tante altre piccole cose di cui adesso non ricordo.
Problemi insomma che da PC o Notebook non si presentano. ... e hai voglia a fare reclami e segnalazioni, si comportano come un ministero qualsiasi...
Vedremo la nuova versione, vedremo ...
Esatto, per lo stesso problema smartv samsung inutilizzata, raiplay solo da pc:-(
Anch'io ho un Samsung tv anche datato (saranno 6 anni) e benchè non si possa fare il login su Raiplay non riscontro questi problemi: le freccette sono in ordine e quando interrompo la visione mettendo in pausa ed esco dall'applicazione al rientro il programma ricomincia da dove l'avevo interrotto; magari dipende solo dal software del tuo tv.
Migliorie proprio come queste sono quelle annunciate. Stanno anche battendosi per avere televisori che riportino il tasto RaiPlay sul telecomando, come accade già per Amazon e Netflix.
Personalmente ho abbandonato Telecom e il doppino di rame da due lustri e sono passato al WDSL: paesino dell'entroterra siciliano (viabilità disastrosa: ricordo 'Scorciavacche', sic!), d'inverno ci nevica e il gestore sta nel capoluogo (30 Km) ma interviene sempre prontamente nei rarissimi casi in cui serva; la velocità di download (12 Mbs) è più che sufficiente per PC, smartphone e Smart TV con i costo più basso del mercato a parità di offerta.
E' possibile scaricare i contenuti di Rayplay tramite siti web (pasty.link) o software "Jdownloader2"
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