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APOCALYPSE NOW: FINAL CUT - LA PIU' SENSAZIONALE ESPERIENZA CINEMATOGRAFICA DELL'ANNO
di ilcausticocinefilo
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Ed ora il capolavoro è completo. Più ancora di Redux, questa si può a ben vedere considerare la versione definitiva del miglior film di Coppola nonché più grande “Vietnam movie” della storia del cinema.

Un capolavoro smisurato, allucinante, allucinato, assolutamente ipnotizzante, mastodontico, imponente e indimenticabile. Una delle operazioni cinematografiche più sensazionali di sempre e uno dei film più spiazzanti della storia della settima arte. L’apice della carriera di uno dei registi più importanti degli anni della “Nuova Hollywood”, un vertice ineguagliato e (forse) ineguagliabile.

 

 

Un’odissea impensabile e un’esperienza devastante per il suo autore, e per i suoi collaboratori, che solo ora, a 40 anni di distanza, dopo numerosi (e ben noti) rimaneggiamenti, giunge infine a conclusione, con la distribuzione di questa versione che ha ottime ragioni di definirsi “Final Cut”. Davvero la versione definitiva. L’ultima parola è stata detta.

 

 

Grazie alla distribuzione nelle sale (in Italia per soli tre giorni, il 14, 15 e 16 ottobre 2019) si offre l’occasione sia a chi l’abbia già visto ai tempi sia (a maggior ragione) a chi non l’abbia mai visto sul grande schermo di “immergersi” corpo e mente in un’opera cinematografica con pochi precedenti che ora, grazie alle più moderne tecnologie, ha infine raggiunto un tale livello di potenza visiva e sonora (evocativa) da proiettare letteralmente lo spettatore nelle sue atmosfere, catturandolo e non mollandolo più, trascinandolo verso una discesa sempre più allucinante, agghiacciante e sconvolgente nei recessi più oscuri dell’animo umano.

Diventando, infine, un’esperienza devastante anche per lo spettatore, che esce totalmente stordito dalla sala cinematografica con la consapevolezza di aver assistito a un (immane) monumento dell’arte filmica.

 

 

Per la prima volta restaurato in 4K in ogni suo frammento a partire dal negativo originale (un lavoro minuziosissimo e d’una pazienza sconfinata che ha richiesto oltre 11 mesi, con qualcosa come 2700 ore spese a ridonare piena vividezza a ciascuno dei 300.000 frame del film, di conseguenza dando anche [per l’ennesima volta] definitiva riprova della straordinaria qualità, profondità, eterogeneità e dettaglio dell’eccezionale fotografia di Storaro [come si rende evidente in ogni singolo momento, e specialmente nelle scene notturne {una su tutte quella al ponte “Do Lung”}]).

 

 

Ma c’è di più: per l’occasione è stato fatto anche uno straordinario lavoro nel reparto del suono, grazie al ritrovamento di sei originali tracce del ‘79 che hanno permesso di ottenere, dopo un accurato lavoro di restauro e “trasferimento” in Dolby Atmos

[che permette una “pervasività del suono” impensabile quarant’anni fa, con il fragore degli elicotteri, il frastuono dei bombardamenti, il tetro riecheggiare della giungla, il galvanizzante commento musicale che letteralmente “avvolgono e avvinghiano” il piccolo e indifeso spettatore nel buio della sala {su tutte, oltre ovviamente a quelladell’“imperioso” Wagner dell’attacco al villaggio, straordinaria la resa della scena iniziale e di quella finale, con la potentissima voce di Morrison che si “abbatte sul pubblico” in un crescendo irresistibile da arresto cardiaco}],

una limpidezza e un’accuratezza inedite, che stavolta danno ulteriore riprova del lavoro svolto da Walter Murch, ancora oggi considerato rivoluzionario, studiato attentamente e guardato con grande rispetto da qualunque esperto del settore.

 

 

Tutto concorre a fare di questo Final Cut probabilmente (anzi, sicuramente, nonostante possa apparire un paradosso) la più “sensazionale esperienza cinematografica del 2019”. E con ciò si è detto tutto.

Apocalypse Now si conferma un capolavoro assoluto, un capolavoro densissimo e complesso, profondo e asfissiante, “terribile” eppure affascinante. Un traguardo della cinematografia che chiunque dovrebbe poter aver l’opportunità di visionare almeno una volta al cinema.  Dunque, non fatevelo sfuggire!

 

Piccola postilla: in questa nuova versione sono state aggiunte alcune brevissime inquadrature di raccordo e, in particolare, eliminate (per un totale di circa 20 minuti) alcune scene incluse invece nella versione Redux, tra tutte più evidente quella dell’incontro con le “conigliette” di Playboy, mentre (con grande, forse, disapprovazione dei “puristi”) è stata mantenuta quella alla piantagione francese (che, comunque, a mio modesto parere rappresenta un episodio imprescindibile).

 

 

 

 

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Ultimi commenti

  1. IlGranCinematografo
    di IlGranCinematografo

    Pensa che io mi sono goduto questo imperdibile "Final Cut" alla fine di luglio in Piazza Maggiore a Bologna (in anteprima europea!), assieme a una folla oceanica: è stata un'emozione indescrivibile! Tanto per dare un'idea della perfezione e dell'immersività del suono: sembrava che gli elicotteri stessero atterrando davvero nella piazza... E poi le immagini restaurate sono straordinarie: come hai detto tu, allucinante... ;-)

    1. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Dev'essere stato fantastico!
      Comunque anch'io nel piccolo, ridottissimo, quadro d'una anonima sala cinematografica ho avuto la stessa identica sensazione: pareva di stare in mezzo agli elicotteri, circondati dal frastuono delle bombe, dei mortai, mitragliatrici oppure dalla potenza della colonna sonora, dai suoni della giungla...
      Fenomenale!

  2. steno79
    di steno79

    Io non sono molto a favore di queste continue riedizioni anche di capolavori assoluti come quello di Coppola. C'era già stata una extended cut come la Redux del 2001, quella era più che sufficiente come versione alternativa anche perché aggiungeva molte scene nuove, tanto che alcuni la considerano un film a sé. Adesso proporre una ennesima versione con nuove modifiche sembra solo fatto per confondere le idee allo spettatore, personalmente non andrei a vederla tenendomi strette le altre due

    1. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Ma per le altre edizioni non è stato fatto il maniacale lavoro di restauro che è stato fatto per questa: le immagini e il suono hanno raggiunto livelli tali di dettaglio e limpidezza che è davvero un peccato mancare la visione nelle sale (senza contare che, indipendentemente da tutto, si offre l'occasione a giovincelli [come me] di poterlo, per l'appunto fare, vederlo al cinema).

      Non si tratta di qualcosa di pretestuoso come l'aggiunta di qualche innocua scenetta e di qualche vacuo sfoggio di bravura di certi "director's cut", qui parliamo di un nuovo film e, se all'inizio ero scettico anch'io, dopo averlo visto credo di poter dire che si sia raggiunta infine la durata ottimale (e lo dico senza aver mai disprezzato Redux, sia chiaro): ovvero, l'equilibrio nel mezzo. Né troppo "corto" (con l'assenza, tra l'altro, di un episodio emblematico come quello alla piantagione francese) né troppo "lungo" (le scene espunte di Redux non aggiungevano granché), il film ha ora raggiunto, a mio modestissimo avviso, la sua forma davvero definitiva.

      E, per l'appunto, come detto, con il pretesto di una nuova edizione è stato pure restaurato magnificamente donandogli nuova (rinvigorita, "ringiovanita") potenza della quale ci si può rendere davvero conto solo in una sala cinematografica.

  3. Leman
    di Leman

    Direi che il tag “Capolavoro” in questo caso è più che necessario.
    : )

    1. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Pochi casi migliori di questo! :)

  4. M Valdemar
    di M Valdemar

    Visto martedì sera in una sala cittadina normalmente abitata da persone mature/anziane: molti volti giovani tra la folla, segno che il capolavoro di Coppola ha una capacità di richiamo universale (come accadde per Eraserhead, ma di Lynch è nota l'entità dei seguaci).
    Mi ritrovo appieno nelle tue parole: un viaggio allucinante, totalizzante, che ti sconvolge sensi, psiche e viscere; fino a quel brutale, terminale sussurro di Kurtz.
    Visione e versione imprescindibile, dunque, sì. Ho solo (ancora) sentimenti contrastanti sulla famigerata "sequenza francese" ma la risolverò (forse).

    1. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Visto anch'io martedì sera.
      E ho visto lentamente la sala riempirsi e di persone tra le più disparate: anziani, giovani, tutti uniti a vedere un "vecchio" film, di guerra e per giunta in originale con sottotitoli. Questi sono i segni evidenti del fatto che il cinema attira ancora il pubblico e se le sale si svuotano si deve alla spesso miserrima programmazione e non a mancanza di "aficionados".
      Certe vecchie glorie filmiche del passato la gente la attirano e, proprio come dici, non solo anziani attempati ma anche molti giovani (tipo me XD).
      Anche perché come si poteva mancare la visione di un simile capolavoro come detto totalizzante, allucinante, viscerale e indimenticabile? Ecco, appunto, non si poteva.
      Visione sicuramente imprescindibile, anche con "la famigerata sequenza francese" con cui forse verrai a patti prima o poi dai (tu come tanti altri) :).

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