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I migliori film del decennio 2010-19
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Con un paio di mesi di anticipo sulla fine del decennio, propongo la mia lista dei migliori film della decade (so che alcuni considerano il decennio a partire dal 2011 fino al 2020, ma io mi adeguo all'idea generale per cui finisce adesso, nel 2019).

Propongo le dieci pellicole di seguito, secondo un ordine cronologico e a pari merito, ognuna corredata da un breve commento che può essere tratto o meno dalla mia recensione sul sito del film. Dopo i dieci film "ufficiali", ne propongo altri dieci senza commento, per rendere un pò più ricca la selezione. Chiaramente non ho visto tutti i film più importanti realizzati in questi dieci anni, quindi alcune assenze potrebbero spiegarsi anche con la mia mancata visione... tuttavia credo che questa piccola selezione possa ben rappresentare le migliori tendenze cinematografiche della decade appena trascorsa.

Chiunque voglia lasciare un commento farà opera gradita... se volete lasciare i vostri dieci preferiti per me va benissimo, ma questo post non ha assolutamente la pretesa di essere un sondaggio "ufficiale", è solo la mia modesta visione che si va a sommare a quelle di altri utenti che hanno postato le loro preferenze.

 

1) Il cavallo di Torino (A Torinoi lo) di Bela Tarr, 2011

 

Straordinario film sull'Apocalisse prossima ventura. Cinema estremo, anti-narrativo, minimalista all'ennesima potenza, che per due ore e mezza vede in scena un padre e una figlia e un cavallo in una remota fattoria della puszta ungherese impegnati nell'ardua impresa di tentare di sopravvivere. Nel suo tentativo di rinnovare una forma cinematografica centrata ossessivamente sull'immagine, sulle variazioni luministiche all'interno del quadro, sulla pregnanza del long-take e dei movimenti di macchina calibrati al millimetro, Tarr ne esce ancora una volta splendidamente vincitore.

 

 

2) Una separazione (Jodai-e Nader az Simin) di Asghar Farhadi, 2011

Uno dei miei preferiti tra i film iraniani, più diretto e con minori filtri intellettuali rispetto a Kiarostami, di cui conserva il rigore della messinscena e la limpidità della scrittura. La vicenda è fortemente rivelatrice della società iraniana odierna su cui il regista getta uno sguardo critico; l'azione è piuttosto serrata per un film orientale con elementi di mystery che ricordano Hitchcock e un'attenzione al dettaglio quotidiano che rievoca il Neorealismo.

 

 

3) The tree of life di Terrence Malick, 2011

Il film più ambizioso e visionario di Malick. Fin dall'inizio siamo immersi in un flusso ipnotico di immagini di rara bellezza compositiva, legate da un montaggio non convenzionale e accompagnate da una colonna sonora "invadente", ma anche profondamente emozionante, di Alexandre Desplat. E' un film che destruttura le regole della narrazione classica e procede per frammenti e folgorazioni audiovisive, secondo uno stile impressionista e fortemente soggettivo, nonostante certe (volute?) imperfezioni come le scene in cui appare il protagonista adulto interpretato da Sean Penn.

 

 

4) Amour di Michael Haneke, 2012

Uno dei film più dolorosi degli ultimi anni. Opera dolente sul tema della malattia, dell'avvicinamento alla morte di un'anziana signora e delle conseguenze devastanti, in termini di scelte etico-morali, sul compagno che ha condiviso con lei tutta la vita. Lo sguardo posato sull'inevitabile degradazione del corpo non ha nulla di morboso e voyeuristico, colpisce per la sua onestà nel porci di fronte al dolore di Georges (uno straordinario Trintignant) e alla sua difficoltà nel prendere decisioni di fronte al calvario della malattia di Anne (una splendida Emmanuelle Riva).

 

Emmanuelle Riva

Amour (2012): Emmanuelle Riva

 

5) The master di Paul Thomas Anderson, 2012

Opera che necessita di essere vista più di una volta, purtroppo fraintesa da buona parte della critica e ignorata dal pubblico, si sedimenta lentamente nell'animo dello spettatore e sprigiona la sua ricchezza tematica e formale, lasciandolo spesso incantato. Nuovo tassello di un discorso sull'America, sulla sua storia recente e sulle origini di molte problematiche che la riguardano al giorno d'oggi; memorabile confronto/scontro fra il capo di un movimento che propugna un rinnovamento psicologico e spirituale e un reduce di guerra psicologicamente disturbato che diviene il suo braccio destro. Philip S. Hoffman e Joaquin Phoenix al più alto livello di bravura e straordinaria fotografia in 70 mm di Mihai Malamaire jr.

 

 

6) Stray dogs (Jiao you) di Tsai Ming-Liang, 2013

Opera estrema che si avvicina a "Il cavallo di Torino", all'insegna di un pessimismo apocalittico, composta quasi esclusivamente di piani fissi in tempo reale, con alcuni long-takes che superano i dieci minuti, tra cui quello divenuto famoso nel finale in cui il protagonista e la sua donna fissano un misterioso dipinto murale. Cinema sperimentale e antinarrativo che ritorna all'avanguardia di "Jeanne Dielman" di Chantal Akerman, cinema riassuntivo dell'intera carriera del regista taiwanese che utilizza con maestria l'immagine in profondità di campo e un sonoro di grande ricchezza. Cinema profondamente divisivo che per me reca le stimmate del capolavoro.

 

Lu Yi-Ching, Chen Shiang-chyi

Stray Dogs (2013): Lu Yi-Ching, Chen Shiang-chyi

 

7) La storia della principessa splendente (Kaguya-hime no monogatari) di Isao Takahata, 2013

Opera testamentaria di Takahata, è un anime insolito per le connotazioni etiche della trama e la raffinatezza del disegno, realizzato in uno stile ad acquerello che si discosta da quello prevalente nella maggior parte dei film dello studio Ghibli. E' una parabola sulla necessità di coltivare valori spirituali e non solo materiali, sulla fugacità delle gioie terrene, sulla sete di libertà che anima l'essere umano. Il disegno ricorda quello sugli emaki, la tipica pittura giapponese su rotoli, con tratti più sfuggenti e meno definiti rispetto alla tradizione e alcune scene che tendono all'astrazione e alla stilizzazione.

scena

La storia della principessa splendente (2013): scena

 

8) Neruda di Pablo Larrain, 2016

Uno dei bio-pic più azzardati del ventunesimo secolo. Il film è un'avventura coraggiosa, che vuole parlarci del Neruda poeta e del Neruda personaggio pubblico spaziando attraverso i generi, mescolando suggestioni intellettuali e linguaggio pulp, intrecciando la biografia con eventi immaginari che vogliono restituirci l'anima dell'uomo e dell'artista. Magistrale il montaggio, che a tratti crea uno spazio puramente fittizio dove nella stessa scena si passa attraverso ambienti diversi collegati dalla voce fuori campo del poliziotto, che per la sua libertà mi ha ricordato i primi film di Godard. La Poesia impregna il film, sia nelle immagini che nei dialoghi e nelle tirate della voce fuori campo, tanto da indicare questo approccio come quello più creativo e fertile ai grandi personaggi della nostra epoca.

Gael García Bernal, Pablo Derqui

Neruda (2016): Gael García Bernal, Pablo Derqui

 

9) Il filo nascosto (Phanton thread) di Paul Thomas Anderson, 2017

Opera magistrale sia nella veste formale che nei diversi livelli di lettura della trama, con un Daniel Day Lewis ancora una volta di una meticolosità e di una precisione espressiva infallibili. Film girato secondo coordinate classiche, con uno stile scintillante che non vuole mettere quasi mai in evidenza la bravura del suo autore; ci sono echi di Hitchcock e Kubrick assorbiti in un'opera destabilizzante, inquietante, che va assolutamente gustata in una sala cinematografica, con un ritmo perfettamente dosato, una colonna sonora sinfonica di Jonny Greenwood sinuosa e avvolgente, attori perfetti.

Vicky Krieps, Daniel Day-Lewis

Il filo nascosto (2017): Vicky Krieps, Daniel Day-Lewis

 

10) Roma di Alfonso Cuaron, 2018

Affresco di un Messico anni'70 che si allontana nella memoria e che riemerge in un bianconero nitidissimo, di straordinaria suggestione formale. Un film sull'eroismo delle donne e la mediocrità degli uomini che ricorda in qualche modo "Volver" di Almodovar, che non a caso lo ha amato moltissimo. Film di chiara impostazione autobiografica per Alfonso Cuaron, melodramma girato con una consapevolezza matura dei codici espressivi del genere, dove il percorso individuale del protagonista si incrocia più volte con eventi storici destabilizzanti o traumatici. Cuaron supera se stesso in una direzione anti-spettacolare e depurata dove molte scene colpiscono per la loro elaborazione formale e per la pregnanza emotiva che le caratterizza.

Yalitza Aparicio

Roma (2018): Yalitza Aparicio

 

 

Altri 10 film del decennio da ricordare:

 

- Holy motors di Leos Carax, 2012

- Il figlio di Sauldi Laszlo Nemes, 2015

- Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu, 2014

- Dunkirk di Christopher Nolan, 2017

- Parasite di Bong Joon-ho, 2019

- Dolor y gloria di Pedro Almodovar, 2019

- Un affare di famiglia di Hirokazu Koreeda, 2018

- La la land di Damien Chazelle, 2016

- Dogman di Matteo Garrone, 2018

- Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, 2017 

 

 

 

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