
Oggi parlerò di Google ma questa sarà l'unica volta che lo chiamerò così perché d'ora in avanti mi riferirò a Lui solo con questo termine, naturalmente con la elle maiuscola, come si conviene alle divinità.
Non stupitevi della scelta di questo argomento, Lui è molto importante nelle nostre vite, anche solo considerando la Sua influenza su quel che troviamo quando lo utilizziamo per cercare informazioni su cinema e tv e, soprattutto, sulla qualità di quel che leggiamo a valle delle nostre ricerche. Quando internet era giovane Lui veniva utilizzato esclusivamente per trovare informazioni su un determinato argomento. Lui sapeva dove le informazioni si trovavano perché attraverso i suoi potenti mezzi (spider) analizzava le pagine web ricavandone dati e informazioni che poi organizzava e classificava secondo delle regole (algoritmi) con la finalità chiara ed univoca di aiutare gli utenti (noi) ad entrare in contatto con le informazioni migliori (le pagine web) sulla base delle ricerche realizzate.
Questo succedeva prima, quando internet era piccola, giovane, sognatrice, vagamente utopistica. In quel che oggi mi appare come un paradiso, Lui si limitava a mettere in contatto chi produceva informazioni con chi le cercava organizzando i risultati in paginate da dieci elementi a botta portando a termine la sua lineare missione: uno cercava 2001 odissea nello spazio e bum, Lui ti diceva dove fossero le "migliori" (virgolette obbligatorie) informazioni a riguardo. E ti ci mandava, senza se e senza ma.
Ora internet non è più giovane, né tantomeno sognatrice. Internet è terreno di lotta e di dominio, di soldi (tantissimi) e di potere. E Lui, che si trova al centro di tutte queste forze, ha deciso, nel tempo, di rinunciare alla sua missione primitiva, smettendo di essere il mediatore tra utenti, ricerche e produttori di contenuti e diventando gradualmente Lui stesso il luogo nel quale rispondere alle ricerche: oggi più del 50% delle ricerche compiute su di Lui non producono alcun click verso alcun sito web. I contenuti vengono offerti direttamente nella prima pagina dopo aver compiuto una ricerca (a volte anche prima di averla fisicamente completata) ed è diventato molto difficile abbandonare l'ecosistema che Lui ha creato.
Ieri ho cercato dal mio tablet con "Lui Chrome" il titolo di un film (Joker) e tra anticipazioni di testo, informazioni di sintesi, notizie in formato ridotto, video su YouTube (altra Sua proprietà), domande e risposte direttamente leggibili in pagina, orari di proiezione del film nella mia provincia di residenza ed elenchi degli aggettivi più usati nelle recensioni, prima di arrivare a qualche risorsa esterna a Lui ho dovuto scorrere la pagina verticalmente per quasi un metro lineare. La cosa interessante è che NESSUNA di queste informazioni è prodotta da Lui, sono tutte informazioni estrapolate dai siti web di chi queste informazioni le raccoglie, le riunisce, le organizza e, a volte, le scrive.
E qui c'è il secondo punto della questione che affronto oggi: perché non solo Lui organizza brandelli di informazioni, create e residenti altrove, in maniera strutturata sulle proprie pagine (in cambio di link che un solo utente su due clicca) ma - per rendere questo processo di estrapolazione più facile ed agevole - ha anche determinato un radicale cambio nel modo in cui le informazioni vengono create e scritte, perché l'Intelligenza Artificiale al Suo servizio (che esamina le pagine web) non può perdersi in dettagli, sfumature e arzigogoli linguistici.
Anche grazie agli assistenti vocali - a loro volta frutto di un uso sempre più intensivo degli smartphone - ormai le nostre ricerche sono diventate sempre più simili a frasi, spesso in forma di domanda. Pur di apparire nelle prime posizioni, quindi, molti media e creatori di contenuto, hanno iniziato già da qualche anno a pubblicare testi in forma di domande retoriche e risposte pleonastiche. Il risultato è che nelle prime posizioni del motore di ricerca, qualora siate uno di quei due utenti che ha ancora una curiosità residua e che decide di fare quel maledetto click, sono presenti quasi esclusivamente quel genere di testi.
Sarà capitato anche a voi, si tratta di testi introdotti sempre da una sequela di domande alle quali successivamente vengono date le risposte. Spesso le domande sono in grassetto, sono scritte con periodi brevi, didascalici, a volte lapalissiani. Mi sono reso conto che il mio sguardo, ormai culturalmente modificato, ha iniziato a scansare intere porzioni di testo alla ricerca di qualcosa di interessante da immagazzinare. Ma mi chiedo: è ancora leggere questo? O assomiglia di più all'azione di correre a perdifiato in un terreno pieno di pozzanghere?
Volete un esempio? Okay, allora vi scriverò un breve testo in questo stile sull'ultimo film che ho visto.
Se sei capitato su questa pagina è perché hai cercato su Google informazioni su The Souvenir, un film del 2019, con la regia di Joanna Hogg e nel cui cast figurano Honor Swinton Byrne, Tom Burke, Tilda Swinton, Richard Ayoade, Jaygann Ayeh e Jack McMullen. Sicuramente ti stai chiedendo se il film merita di essere visto perché qualcuno te lo ha consigliato e ti ha detto che è un buon film ma lo sappiamo tutti che non ci si può mai fidare dei giudizi degli altri e quindi non vorresti perdere tempo. Allora mettiti comodo perché adesso ti svelerò tutti i segreti di The Souvenir 2019 così saprai se vale davvero la pena vederlo oppure no.
Se ad esempio vuoi sapere se il film ti metterà tristezza ti posso anticipare che The Souvenir 2019 è un film triste, cupo e meditativo che a volte produce questo effetto, soprattutto se magari decidi di vederlo al termine di una giornata stancante e faticosa.
Se prima di vederlo vuoi sapere dove si svolge The Souvenir 2019 perché per te è importante l'ambientazione allora sappi che The Souvenir si svolge a Londra. Prima di iniziare il film insieme alla tua famiglia forse potresti anche voler sapere se The Souvenir 2019 è un film adatto ai bambini piccoli e allora in tal caso ti consiglio di chiudere i tuoi bambini in un'altra stanza perché The Souvenir non è assolutamente adatto ai bambini piccoli.
Già che ci siamo, se ti stai chiedendo se The Souvenir è visibile da persone che soffrono di qualche problema psicologico allora posso dirti che The Souvenir non è adatto alle persone che hanno sofferto di depressione o che hanno avuto anche in passato dei problemi con alcool o droghe. Sarebbe meglio che queste persone vedessero qualcosa di diverso, magari uno dei film che passano in televisione questa sera (un bel link interno è sempre comodo!) che potrebbero essere più adatti per passare una serata allegra e distesa.
Soprattutto se sei stanco. O depresso.
Non mi resta che augurarvi buona serata. Con filmtv.it ovviamente!
E se vi state chiedendo se potete farmi delle domande per sapere se questo testo è adatto alle persone dotate di una spiccata razionalità o a quelle allergiche al sapone industriale, la risposta è potete chiedere tutto usando la funzione commenti qui sotto!
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No, non mi è capitato, forse perché per me "lui" è ancora "esso", un robot (o al massimo un animaletto tipo Duck Duck Go): gli dico io cosa fare, e se e come farla, e se per caso sbaglia, lo resetto e reimposto.
"Sognerò?" - "Non ancora, no. Ma spero i tuoi programmatori abbiano incubi tremendi."
In attesa che l'aggregatore scriva la sua prima recensione (ma già dev'esser successo...), pianga la sua prima lacrima, intoni la sua prima risata, diriga il suo primo film...
Cmq. io un generatore automatico di recensioni di Nazzaro-Bocchi-Sangiorgio-Mazzarella lo leggerei.
"io un generatore automatico di recensioni di Nazzaro-Bocchi-Sangiorgio-Mazzarella lo leggerei": minchia, che masochismo (spero) consapevole.
Se togli Sangiorgio e ci infili Fusaro ottieni il Fuffageddon. Seppelliti da un'esplosione di minchiate.
Eddai, sarebbe il giochetto del Trova le Differenze.
Basterebbe predisporre un vocabolarietto di parole e periodi chiave e darlo in pasto a una costola quantica di EssoLui in arte Isso: michaelbay, rutilante postmodernità, squarci metafisici, propedeuticità alla trascendenza, darrencosmatos, sincronismo dialettico, panosaronofsky, reinventare-l’immagine-ormai-quasi-completamente-sganciata-dal-rapporto- ontologico-con-il-reale...
In buona parte li trovo cmq. stimolanti, in senso buono, pseudopodici bignami di filosofia della rappresentazione, ma il tuo è odio feroce (fuffaro? Brrr...).
Quale odio feroce? Basta leggere quello che scrivono (anche sui social e, forniscono il quadro generale). Nazzaro, per esempio, come se non bastasse la sua ultraboria illuminata, mi è pure diventato un fanboy della Marvel (e anche un seguace della bullissima critica americana piegata ai dogmi del politicamente corretto) .
Risponde lo zio Marty. Con un sonoro vaffanculo: http://www.bestmovie.it/news/martin-scorsese-si-scaglia-contro-i-cinecomic-marvel-non-e-cinema-sono-parchi-a-tema/717681/?fbclid=IwAR10aWMv_3IIO31efvid3XC77dCdP3p9IoGlVPjcIYn0iia_ejlboLfj6c0
Ammetto che sui zzzocccial non li seguo... Lo so, imperdonabile mancanza di masochismo.
Però se mi metti di mezzo il turbosfiatato io penso che abbiamo virato a destra - ontologicamente - verso il cesso, poi mi parli di estremismo liberal-centrista del politicamente corretto, e allora non ci capisco più un cazzo e direi che li lascio ai so...cial limitandomi a leggiucchiarne i prodotti di critica offi...cial.
Ah, ps. A corollario di quanto sopra esposto, purtroppo non vedo film marvel-dc e non leggo critiche su film della marvel-dc.
Il coglione di turno che paragona gl'incassi di Scorsese con quelli Marvel fra tre, due, uno...
https://twitter.com/GarioMii/status/1180159325907623936
Bella newsletter. Leggendola adesso mi rendo conto della reponsabilità di Lui nel degrado della qualità dell'informazione in rete. Rimangono pochi baluardi, filmtv è uno di questi, ma certo andare a cercarli nella lista che suggerisce Lui è come cercare una fonte correndo in mezzo alle pozzanghere.
ottima riflessione scritta. sono convito siano i primi passi verso il pensiero (e la memoria) unico. aiuto!
Miseriaccia porca se hai ragione.
A meta' anni 90 (quando ho preso l'abitudine di fare gli accenti con l'apostrofo, sulle tastiere inglesi dell'universita') una ricerca in rete su altavista dava una certa soddisfazione. Su molti argomenti c'erano poche informazioni, non sempre facili da trovare, ma erano quasi sempre pertinenti.
Ricordo lo stupore, nel 1998, alle prime ricerche su google. Semplicemente su un altro livello tecnico, si trovava di tutto in tempi rapidissimi.
Circa una decina d'anni dopo e' iniziato il disastro, voluto e programmato. La rete vera, quella informativa e comunitaria, e' stata fagocitata da tonnellate di spazzatura, per meta' post social inutili e fuorvianti, per l'altra meta' articoli con puri scopi commerciali. Saluti alla vera liberta' di informazione, sotto con l'informazione autoprodotta, in cui ognuno e' libero di crearsi la propria verita' personale.
Ed eccoci qui, fine 2019. Ottenere buoni risultati da una ricerca e' ancora possibile, ma richiede tempo e dedizione, un po' come 25 anni fa. Solo che mentre allora ci si ingegnava per trovare i giusti termini, quelli che facevano saltare fuori i contenuti migliori, ora si deve scartare con il macete il 95% di quello che ci propone alphabet inc. e sperare di trovare uno di quei siti vecchio stile, da cui partire seguendo una buona pista di link.
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