Più che una scena, c’è uno stato d’animo. È raro, nonché prezioso, trovarsi di fronte ad un film che ti racconta uno stato d’animo nella totalità del suo essere. Forse siamo sempre in attesa di qualcosa di straordinario, forse ci serve solo per tirare avanti senza l’ansia dell’incertezza. Da ragazzi attendiamo di andare via, di evadere dalla routine adolescenziale con l’incognita del futuro. Poi aspettiamo di trovare il nostro posto nel mondo, qualunque esso sia. E alla fine aspettiamo che tutto finisca nella maniera più serena.
I protagonisti de Le balene d’agosto non hanno da chiedere più niente alla vita. C’è chi ha perso la vista, fuggendo nei ricordi; ma con quegli occhi, ora privati della loro funzione, ha visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, e per cui è valsa la pena vivere davvero. C’è chi occupa il troppo tempo libero divertendosi nelle mille attività dell’economia domestica, sapendo perfettamente che ci si dedica perché altre alternative non ce ne sono. C’è chi va a pesca, ma i pesci non sono più quelli di una volta, anche se ci si adegua a tutto. E c’è chi si occupa dell’unica persona cara rimasta al mondo, perché tutti gli altri se ne sono andati, per un motivo o per un altro. Libby e Sarah fanno parte di questo mondo. Sono nell’ultima fase delle proprie vite, alle quali non hanno voglia di chiedere più niente non per disillusione, né tantomeno per delusione, quanto per conseguenze degli eventi: giunti ad una certa età “i vecchi occupano le panchine ai parchi per tenere il posto agli innamorati in primavera”. Sono, appunto, angeli di seconda classe, pronti a passare il testimone della vita a chi deve ancora viverla.
Ma perché quella vita sia compiuta, solo un evento deve ancora accadere. È agosto, riecheggiano gli ultimi canti dell’estate dai colori caldi e brillanti. Libby e Sarah, e così tutta la poca gente rimasta nei paraggi, aspettano che passino le balene, protagoniste di uno spettacolo della natura irripetibile, in cui il mare si fonde con il cielo, gli animali con l’acqua e gli uomini con l’aria. Solo quando passeranno le balene si potrà giungere ad un’armonia totale, ad un equilibrio interiore. Armonia ed equilibrio che diventeranno perfetti. E, raggiungendo la perfezione, vi sarà la pace dei sensi, e poi l’addio corporeo a questa terra. Ma finché le balene non passeranno, finché l’attesa non terminerà, c’è ancora un posto, in questa terra, per Libby, Sarah e i loro compagni in aspettativa. E intanto? E intanto non succede niente, però è un niente in cui c’è tutto.
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