Non c'è paragone rispetto al Control A. Selezionare tutto il testo in un documento aperto? O tutti i file in un folder? Pfff. Onestamente, amici, in confronto alla pura metafisica del Control Zeta è roba da bambini. L'ABC dei controlli da tastiera, non a caso. Certo, il Control A fa parte di quei controlli che ti fanno risparmiare tempo, ma in sé, da solo, non è particolarmente utile. Infatti solitamente viene usato in stretta associazione con il Control C, che è un po' più mistico perché ha qualcosa a che vedere con la creazione, in blocco. Unito al suo fedele compagno di tastiera, il Control V, può creare dal nulla un intero squadrone di cloni. Eppure non c'è paragone, di tutte le scorciatoie dei comandi da computer il Control Zeta è decisamente l'eroe, il più dotato, metafisico. Quasi divino. Il Control Zeta permette di annullare un'operazione sbagliata, anche la somma di operazioni sbagliate, sostanzialmente il Control Zeta permette di viaggiare nel tempo a ritroso, procedendo per annullamenti progressivi, fino a ripristinare le condizioni originali, annullando uno dopo l'altro qualsiasi peccato, originale o meno. Riprendendo in mano il controllo della situazione.
E di controllo ci parla Undone, l'ultima serie original di Amazon Prime Video, girata in animazione rotoscopica (la stessa di Waking Life e A Scanner Darkly). La tecnica, ideata da Max Fleischer intorno al 1915, consisteva nel ricalcare sequenze con attori reali girate su pellicola e proiettate su pannelli di vetro. L'applicazione di questa tecnica all'animazione moderna ha generato un vero e proprio stile che modula la sequenza, e gli attori che ne fanno parte, in una forma che definirei essenziale, privata dei fronzoli della realtà, ridotta nei dettagli, desaturata nei colori, vibrante nei contorni. Contrariamente a quel che saremmo portati a pensare è esattamente quest'opera di semplificazione che rivela l'essenza dei personaggi, le loro espressioni, i sentimenti che li muovono, da cui sono animati. La tecnica perfetta per raccontare la storia di Undone: sentimenti e controllo.
In Undone c'è Alma, nel cui nome c'è gia un indizio. Alma è rotta, fa parte della schiera dei personaggi "Broken", gente che ha subito danni e ferite, ossa rotte che la vita ha ricalcificato, attorno alle quali la persona si è formata, mantenendo la rottura iniziale ma costruendoci intorno strati di carne, muscoli e tessuti, che apparentemente mascherano e sovrastrutturano la frattura iniziale, ma se le guardi ai raggi x, o al rotoscopio, le vedi bene quelle spaccature. A prescindere da quanta carne c'è intorno. Alma si è rotta da piccola, nella notte in cui è morto suo padre, in un incidente in macchina. Forse. Da lì il suo carattere ha preso la piega del sarcasmo, il sarcasmo è diventato il mezzo per dire sempre ciò che pensa, anche se la verità fa male, spesso agli altri. Un male che chiaramente si ritorce contro Alma con la forma del senso di colpa, che si accosta perfettamente al senso di colpa latente che la spinge a sentirsi, in qualche modo, (co)responsabile della morte del padre, in quella notte.
In un gioco di specchi riflessi, di coazione a ripetere, anche Alma ha un incidente di macchina e finisce in coma. Al risveglio dal coma la figura del padre smette di essere il fantasma invisibile della sua esistenza e si fa visione costante, presente, straziante. Una visione che la spinge a ritornare indietro, ai fatti di quella notte, ad indagare le circostanze della morte del padre, la matrice del suo senso di colpa. In questo viaggio a ritroso nel tempo, costantemente accompagnata dal padre, Alma impara il potere del Control Zeta. Ossia il controllo sulle conseguenze di quel che dice, dei comportamenti che mette in atto con le persone che ama, dalle quali è amata. Sul male che si fa agli altri, quando si è rotti dentro. E sul ritorno di fiamma, urticante, bruciante, del senso di colpa.
We're broken people. And broken people break people.
Mi piacciono i personaggi broken, ne tiro fuori due dalla mia personale collezione: Bojack (Horseman) e (Better Call) Saul (Goodman). Mi piacciono perché in un modo o nell'altro la loro spaccatura esce sempre, mi piacciono perché cadono e si rialzano, mi piacciono anche perché alla fine, per quanto la storia gli offra varie possibilità di redenzione o trasformazione, loro finiscono per commettere sempre gli stessi errori, le stesse cazzate (o anche errori vagamente diversi ma ascrivibili alle stesse dinamiche interiori) in una sorta di videogioco infernale, dove quando sbagli riparti dal livello precedente: in un certo senso una forma di immortalità. I personaggi broken hanno disperatamente bisogno di qualcuno a cui attaccarsi. E da attaccare. Lo eleggono pilastro della loro esistenza (Kim in Better Call Saul, Diane in Bojack) e poi, invariabilmente, nell'evoluzione del rapporto finiscono per attaccarli, per metterne alla prova la solidità. Forse. Ma a pagare il prezzo più alto sono sempre loro. Perché il senso di colpa li fa spesso scivolare sul piano inclinato della depressione, da lì al nichilismo o all'autocommiserazione, anticamera dell'autolesionismo.
A fare di Undone un oggetto che si guadagna molto rapidamente il podio nella mia particolare collezione di broken, c'è anche una circostanza karmica oggettivamente singolare rappresentando esso il punto di convergenza sia dell'anima di Bojack che di quella di Saul. Se da un lato il creatore della serie è Raphael Bob-Waksberg, lo stesso di Bojack Horseman, dall'altro la figura del padre di Alma è affidato alle fattezze, anzi all'essenza, di Bob Odenkirk, l'attore che interpreta Saul Goodman nella serie creata da quel talento unico di scrittura che è rappresentato da Vince Gillighan.
Control Zeta, Gilligan.
Se avete personaggi broken da segnalarmi o se volete suggerirmi qualche altro, anche radicale, Control Z su questo testo, non dovete fare altro che usare la funzione commenti. In ogni caso, buona visione!
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