Il titolo di questo post vuole essere una provocazione perché un post precedente sul medesimo argomento penso non sia stato neppure letto a causa del titolo del tutto anonimo ("È il momento di comprendere il messaggio del film "Io accuso"). Mi sono detto: «Possibile che i nostri cinefili, sempre così attenti al messaggio sociale e politico dei film, non abbiano nulla da dire?» Magari qualcuno l'ha letto e non ha considerato che valesse la pena abbassarsi ad una polemica provocatoria e così poco politicamente corretta… A onor del vero, con LIBERTADIPAROLA75 abbiamo avuto degli scambi di opinione, ma è stato l'unico e all'inizio mi aveva inteso al rovescio (colpa mia che non mi ero spiegato bene).
Perché riproporre adesso l'argomento? Perché entro il 24 di questo mese (tra cinque giorni) il parlamento dovrebbe legiferare sull'argomento, come da ingiunzione della Corte costituzionale. Forse, data l'attuale situazione politica, non sarà possibile che si possa fare (si spera nei tempi supplementari…), ma questo non esime tutti noi dal farci un'idea di quale legge pensiamo sia necessaria. Magari non saremo in parlamento personalmente, ma questo non ci esime da un obbligo civile nei confronti di tutti coloro con cui potremmo venire in contatto, a cominciare da coniuge, figli, amici, ecc. e utenti di FilmTV.
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Segue "paro paro" il post di allora (piccoli ritocchi di forma):
È il momento di comprendere il messaggio del film "Io accuso"
Chi non ne avesse mai sentito parlare, potrebbe cominciare con la scheda di FilmTV:
//www.filmtv.it/film/37323/io-accuso/
Premessa per me fondamentale: la qualità di un film non dovrebbe mai essere giudicata in funzione della conformità o meno alle posizioni socio-politiche del critico. Ma il contrario, invece, a volte è opportuno: quando un film ci aiuta a comprendere la realtà sociale e politica nella quale siamo chiamati a prendere decisioni importanti, allora, bello o brutto che sia dal punto di vista cinematografico, un film può essere molto istruttivo. "Io accuso", per di più, è un bellissimo film. Nonostante la sua impresentabile origine, su FilmTV ha ottenuto un punteggio complessivo di 6,8. Perché è importante parlarne? Perché la Corte costituzionale ha intimato al Parlamento di legiferare ENTRO IL 24 SETTEMBRE sul suicidio assistito e questo film è illuminante (ebbi la fortuna di vederlo e registralo in una notte di Rai 3). Se qualcuno lo volesse me lo chieda senza problemi e glielo invierò in formato m4v (1,04 GB) e penso di non infrangere nessun copyrigth…‚ (in Germania è tuttora vietato)
Voglio essere chiaro fin dall'inizio: reputo il suicidio assistito una barbarie e dopo ne darò le mie ragioni da uomo laico. Per questo motivo reputo che questo film ponga un dilemma insuperabile a chi invece ne propugni una legislazione favorevole. Infatti, in questo film viene presentata una storia toccante e coinvolgente come nessun altro film di mia conoscenza ha fatto sul morire dolorosamente.
Tra tutte le recensioni, mi piace riportare integralmente quella di OGM, che condivido pienamente:
«Manifesto nazionalsocialista sull'eutanasia camuffato da storia romantica, che abilmente incanta. Evidentemente, gli esperti della propaganda hitleriana ritenevano che sensibilizzare l'animo dello spettatore sull'opportunità della cosiddetta "dolce morte" per i malati terminali (somministrata come presunto gesto d'amore) l'avrebbe predisposto verso ben altre atrocità. Un agghiacciante dato storico che, molto più delle odierne sterili contrapposizioni ideologiche, fa davvero pensare.»
È proprio così: è un agghiacciante precedente storico che qualcuno vuole ripercorrere stoltamente. Gli autori del film sono abilissimi nel limitare la propaganda del programma Aktion T4 a pochissimi passaggi e, per di più, estranei alla trama centrale. Con pochi minuti di sforbiciate censorie, Cappato ne potrebbe fare un manifesto formidabile per la sua campagna di morte. Mi auguro non lo faccia perché potrebbe risultare molto convincente per molti.
La conclusione l'affido banalmente al detto popolare: "Dimmi con chi vai…" Ci vuole il pelo sul cuore per ripresentare oggi uno splendido prodotto della propaganda nazista, facendola passare come conquista di un amore caritatevole. E il nostro Parlamento deve deliberare entro il 24 settembre, altrimenti la Corte costituzionale… è nostro dovere di cittadini formarci un'opinione e difenderla.
P.S. PERCHé IL SUICIDIO ASSISTITO È UNA BARBARIE
E senza nessuna necessità di ricorrere a visioni o morali religiose…
Una legge che autorizzi l'aiuto al suicidio è una barbarie. Basta un controesempio. Premessa: ci sono solo due possibili motivazioni:
1) il rispetto assoluto della libertà e della volontà, per cui se voglio morire come mi pare, nessuno ha il diritto di opporsi e, di conseguenza, chi mi aiuta fa un'azione meritoria;
2) risolvere i casi drammatici (realmente esistenti) di sofferenza fisica e psicologica, per cui si può parlare di mancanza di una "vita degna di essere vissuta".
Ambedue i criteri sono del tutto fallaci (come lo sarebbe la loro combinazione: due ciechi non vedono meglio di uno).
1) Controesempio relativo alla volontà di rispettare la libera volontà di un individuo. Se è un valore sociale irrinunciabile la libertà di morire quando e come una persona voglia, dobbiamo avere il dovere verso tutti i nostri concittadini di aiutare chiunque ce lo chieda in modo inequivocabile (di modo che non si possa mettere in dubbio che io possa aver frainteso). Ma se lo dobbiamo a tutti, a maggior ragione lo dobbiamo a coloro verso i quali abbiamo doveri legati all'affetto e all'assistenza. Quindi, ecco il controesempio (e non si dica che è esagerato perché questa è la funzione dei controesempi paradossali: mettere realmente alla prova la tesi sostenuta):
- Torno a casa e trovo mio figlio con la testa nel forno (quello a gas), già svenuto. La sua volontà è stata espressa in modo incontestabile e, quindi, il mio dovere è quello di aiutarlo: mi accerterò che le manopole del gas siano ben aperte e che le finestre e la porta siano ben chiuse. Chi sostiene una proposta di legge per favorire l'aiuto al suicidio, deve avere il coraggio di fare in quel modo. Ho posto il quesito a tutti quelli che ho potuto, ma nessuno ha detto che lo farebbe.
2) Controesempio di una vita non degna di essere vissuta. Basta un nome: Hitler.
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